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Commento pubblico del Prof. John Skillen all'intervista rilasciata da S.E. Giovanni Scanavino al giornale L'Espresso

 di Prof. John Skillen, Direttore del Gordon College a Orvieto "Come professore americano innamorato di Dante, spero e prego che non si apra un nuovo capitolo della saga dei "Monaldi e Filippeschi" oggi e che nuove divisioni e fazioni spargano così mortal veleno all'interno della nostra amata Città di Orvieto e della nostra amata Chiesa"

foto di copertina

E' trascorsa poco più di una settimana dalla pubblicazione dell'intervista del Vescovo Giovanni Scanavino a l'Espresso, a firma della giornalista Stefania Rossini, riportata anche da La Nazione, in cui Mons. Scanavino annovera per la prima volta tra le accuse a lui rivolte la decisione di voler concedere un immobile della Diocesi di Orvieto-Todi all'Università americana di Gordon College, associando a questo fatto anche presunte lamentele a Lui rivolte e altri "rumors" legati alla piccola Comunità anglicana di Orvieto, guidata da una Pastora.

In qualità di Direttore della filizione italiana di Gordon College a Orvieto, vorrei fare chiarezza su questi argomenti (visto che i miei colleghi ed io ci siamo ritrovati a leggere il nome della nostra Università sui giornali nazionali e regionali senza volerlo) e vorrei, allo stesso tempo, esprimere sincera gratitudine a Padre Giovanni per l'apertura di cuore avuta nei confronti di Gordon College in questi anni del suo ministero episcopale.

Gordon College è una piccola Università cristiana di origine protestante, ma con uno spirito ecumenico, con sede principale vicino a Boston (Usa). La filiale del College è presente a Orvieto dal 1998, giuridicamente riconosciuta in Italia dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca.

Ogni anno Gordon College ospita a Orvieto gruppi di studenti americani che frequentano corsi nelle discipline umanistiche, con un particolare approfondimento dell'arte, della storia e della teologia.

Uno dei principali obiettivi del Programma accademico è proprio quello di fornire ai nostri studenti, provenienti per lo più da una tradizione protestante, una positiva esperienza della Tradizione e della teologia cattolica, in modo da dissolvere i pregiudizi e le barriere "ataviche" esistenti ancora tra Cattolici e Protestanti.

Gordon College, dal 1998 ad oggi, ha sempre operato nel pieno rispetto della comunità, costruendo in questi anni un'insindacabile storia di cooperazione, in spirito ecumenico e di unità, con le autorità ecclesiastiche della Chiesa cattolica e con le autorità civili dell'Amministrazione comunale.

Fin dall'inizio della sua presenza, Gordon College ha alloggiato i propri studenti in Conventi cattolici e Case di ospitalità religiosa, migliorando le condizioni economiche di alcune Congregazioni locali e versando somme significative per la ristrutturazione dei loro immobili a Orvieto, con il preciso intento di contribuire all'economia locale e alla valorizzazione del patrimonio artistico-culturale.

Attraverso lo Studio d'Arte, Fede e Storia, Gordon College ha inoltre organizzato una serie di conferenze di carattere religioso e culturale, co-sponsorizzate da importanti Istituzioni e Università cattoliche quali la Facoltà Teologica dell'Italia Centrale, la Pontificia Università Gregoriana, collaborando con illustri teologi cattolici come Mons. Timothy Verdon, Don Severino Dianich, Keith Pecklers, Donald Bolen, quest'ultimo membro del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani.

Molti religiosi, laici e rappresentanti della società civile mi hanno più volte espresso sincero apprezzamento per l'apporto culturale e spirituale che Gordon College ha saputo dare in questi anni alla città di Orvieto e alla Diocesi di Orvieto-Todi.

Fatta questa premessa, vorrei ora analizzare pubblicamente la vicenda menzionata dal Vescovo Scanavino su l'Espresso, per tutti coloro che non conoscono i fatti, citando le testuali parole dell'intervista: "Volevo poi affittare uno stabile di nostra proprietà al Gordon College, un' Istituzione americana che lo avrebbe ristrutturato come sede per gli stage italiani dei propri studenti. Ma in quel caso è stata la pastora a spaventare".

Sicuramente, rispetto alla prima parte di questa affermazione, gli aspetti positivi che il Vescovo Scanavino aveva considerato nel voler concedere a Gordon College lo stabile dell'ex-Seminario Vescovile, situato nel centro storico di Orvieto (una grande struttura, solo in parte agibile e scarsamente utilizzata e in gran parte da ristrutturare), erano di duplice natura: non solo il vantaggio di aver trovato un soggetto come Gordon College che potesse accollarsi, a proprie spese, tutti i lavori di ristrutturazione dell'immobile (fatto non del tutto scontato in tempi come questi, in cui Orvieto sembra svuotarsi e i grandi immobili cittadini versano in stato di abbandono e non trovano acquirenti capaci di valorizzarli), ma anche l'aspetto importante della missione educativa che Gordon College avrebbe svolto nell'ex Seminario nel decennio a venire, non a caso dedicato dalla stessa Conferenza Episcopale Italiana al tema dell'Educazione (vedi Educare alla vita buona del Vangelo - Orientamenti pastorali dell'Episcopato italiano per il decennio 2010-2020).

Ristrutturare l'ex-Seminario Vescovile avrebbe significato trasformare un luogo pressoché inutilizzato, anticamente vocato alla cultura e all'educazione dei giovani, in uno spazio nuovamente "vivo", dedicato all'educazione cristiana delle nuove generazioni, non solo a livello locale, ma a livello universitario internazionale.

Gordon College, senza nessuna ipocrisia o interesse di parte, credeva in questo progetto, ma visti i fatti avvenuti, prende atto dell'ostilità manifestata al Vescovo verso questa sua, a nostro avviso, lungimirante politica di sviluppo della Diocesi e della città di Orvieto.

I commenti del Vescovo Scanavino, nella seconda parte della sua affermazione, "Ma in quel caso è stata la Pastora a spaventare", mi danno poi da pensare che parte del clero diocesano e qualche ex- collaboratore del Vescovo abbiano voluto erroneamente e maliziosamente associare Gordon College alla presenza della piccola congregazione anglicana di Orvieto.

Vado a chiarire anche questo aspetto.

Gordon College, in qualità di ente universitario, non ha mai avuto un'affiliazione diretta con la comunità anglicana di Orvieto, essendo il primo un Istituto educativo e non confessionale, come già detto in precedenza, di origine protestante, ma con un ethos ecumenico.

La nascita della Chiesa anglicana a Orvieto, avvenuta nel 2006, è dovuta principalmente al bisogno di fede di molti stranieri anglofoni non-praticanti presenti nel comprensorio orvietano. Essi non avevano mai avuto una comunità cristiana di riferimento nel territorio e non frequentavano le chiese cattoliche, né le locali parrocchie.

Questa Chiesa anglicana è stata umilmente servita e guidata fino al 2009 da un Sacerdote donna, la Rev. Susan Skillen, per l'appunto moglie del sottoscritto, la quale è ritornata già da tempo negli Stati Uniti, dove è responsabile della formazione spirituale nella Diocesi Anglicana del New England.

Spiegato questo, l'associazione gratuita della "Pastora" con il Gordon College, di cui parla il Vescovo Scanavino, mi fa pensare a facili strumentalizzazioni di chi, in questi anni, ha giudicato senza conoscere, presuntuosamente chiuso nel suo provincialismo e "parrocchialismo", facendo pesare a Padre Giovanni una condotta che, a mio parere, da credente e docente universitario straniero, ma residente, altro non è stata se non ricca di accoglienza, prudenza e carità verso questa comunità straniera.

Gordon College riconosce il valore del dialogo ecumenico, specialmente tra la Chiesa Cattolica Romana e le chiese della Comunione Anglicana mondiale, perché l'Anglicanesimo è l'ala della cristianità protestante che ha più in comune con la liturgia e la dottrina della Chiesa Cattolica Romana. Riconoscendo questa vicinanza, lo stesso Vaticano,  negli anni successivi al Concilio Vaticano II, ha stabilito un Consiglio ufficiale di teologi cattolici e anglicani per lavorare su un terreno teologico e dottinale comune. Ad esempio, l'accordo sulla dottrina riguardante la Vergine Maria, documento pubblicato con il titolo "Maria: grazia e speranza in Cristo", è stato oggetto di un convegno ecumenico internazionale con relatori cattolici, ortodossi e protestanti, organizzato dal Gordon College nel 2007 proprio qui ad Orvieto, con l'aiuto e il sostegno del Vescovo Scanavino.

Nel mio cuore alberga con un misto di sentimenti:

da un lato, desidero ringraziare profondamente il Vescovo Scanavino per la sua leadership nell'aver creato e lasciato a Orvieto quest'apertura mentale non solo sul piano dell'ecumenismo o della verifica del sacerdozio femminile, ma anche sul piano dell'accoglienza: i miei studenti protestanti possono tranquillamente cantare ogni domenica nel coro della locale parrocchia cattolica di San Giovanale e partecipare ogni mercoledì alle preghiere del Rinnovamento Carismatico Cattolico e frequentare assiduamente i vespri presso le Clarisse del Monastero del Buon Gesù.

Dall'altro lato, resto sconcertato che la generosa accoglienza dimostrata dal Vescovo Scanavino alla nostra Università possa essere stata usata come pretesto accusatorio nei confronti di Padre Giovanni.

Rimango dell'avviso che la condotta del Vescovo sia stata sempre obbediente ed in linea con lo spirito e le indicazioni del Concilio Vaticano II.

Ironicamente, questa unità del Corpo di Cristo dovrebbe essere il segno distintivo di Orvieto, con la sua preziosa reliquia della reale presenza di Cristo nell'Eucarestia, sacramento di unità della Chiesa, un solo pane fatto di molti chicchi di grano.

Come Assisi è divenuta luogo della Pace tra i Popoli e del dialogo tra le Religioni nel mondo, così Orvieto, la città costruita sul monte, sempre più meta di immigrati ortodossi provenienti dall'Est-Europa e di stranieri anglofoni residenti di tradizione protestante, dovrebbe abbracciare questa vocazione: luogo di pace e di unità tra le diverse confessioni divise della Chiesa, il Corpo di Cristo.

Per concludere, mi sovviene il lamento di Dante nel VI Canto del Purgatorio: "serva Italia, nava sanza nocchiere in gran tempesta". Dante cita proprio le faide interne tra i "Monaldi e Filippeschi" di Orvieto, come esempio di faziosità che logorava ai suoi tempi il tessuto civile e religioso del Paese,

Si domanda il poeta:

 

E se licito m'e', o sommo Giove

che osti in terra per noi crucifisso,

son li giusti occhi tuoi rivolti altrove?

 

O e' preparazion che ne l'abisso

del tuo consiglio fai per alcun bene

in tutto de l'accorger ostro scisso?

Come professore americano innamorato di Dante, spero e prego che non si apra un nuovo capitolo della saga dei "Monaldi e Filippeschi" oggi e che nuove divisioni e fazioni spargano così mortal veleno all'interno della nostra amata Città di Orvieto e della nostra amata Chiesa.

 

Pubblicato il: 11/04/2011

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