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L'Aviazione militare nel comprensorio orvietano: l'aeroporto di Orvieto e le avveniristiche infrastrutture di Pier Luigi Nervi

Un'escursione è stata promossa da un gruppo di amatori, appassionati di aviazione, archeologia industriale, del paesaggio, ed è stata ulteriormente avvalorata da ferrati professionisti

di Federico Fabiani, Tecnico della Valorizzazione del Patrimonio artistico e culturale del Territorio - Guida artistica

 

ORVIETO - Un interessante sopralluogo è stato effettuato sabato scorso, assolato weekend d'aprile, sull'ex-aeroporto di Orvieto. L'escursione è stata promossa da un gruppo di amatori, appassionati di aviazione, archeologia industriale, del paesaggio, ed è stata ulteriormente avvalorata da ferrati professionisti. Il direttore del Parco Archeologico Ambientale dell'Orvietano (PAAO), il prof. Claudio Bizzari, ha dichiarato il sito di notevole interesse storico-culturale, sia per ciò che rimane di un'opera di avanzata ingegneria aeroportuale sia per l'indubbio valore architettonico. Questa area deve rientrare territorialmente e culturalmente nel PAAO. Preoccupante lo stato di degrado del rudere per l'abbandono e il poco interesse finora dimostrato dalle competenti autorità. Presenti all'escursione alcuni proprietari terrieri che, mossi dall'interesse per la storia recente e incuriositi dalle rovine che si stanno coprendo di sterpaglie, hanno gentilmente accompagnato i visitatori nel sopralluogo. Infatti, l'individuazione dei reperti sulla zona e la valorizzazione dell'intero perimetro occupato dall'ex aeroporto faciliterebbe il recupero di un pezzo di storia importante, quella che partita da un atterraggio di fortuna ha poi dato il via alla costruzione dell'aeroporto militare strategicamente collocato sull'Alfina, a pochissimi chilometri dalla Scuola Specialisti della Regia Aeronautica con sede nella città di Orvieto. All'ispezione ha partecipato anche il Sindaco del Comune di Castel Viscardo, Massimo Tiracorrendo, che in più di un'occasione ha dimostrato piena disponibilità al recupero e la valorizzazione di un sito storicamente e socialmente fondamentale per il Comune di Castel Viscardo. Un tempo il prestigio della struttura e l'indotto economico hanno dato una sferzata positiva per tutto il periodo di progettazione e di utilizzo dell'aviosuperficie (1938-1944). Guide d'eccezione sono state il Tenente Colonnello Alessandro Di Nicola, questi per primo si è occupato dello studio dell'aeroporto proprio in occasione del sessantesimo della sua costruzione, e l'ingegnere Pamela Pacetti che ha curato una recente pubblicazione sulle aviorimesse progettate e costruite proprio in questo sito dal noto ingegnere Pier Luigi Nervi. Dallo scorso ottobre l'Associazione L'altro Castello e l'Associazione Altopiano stanno lavorando braccio a braccio con le attività del PAAO e il Centro Studi "Città di Orvieto" nel progetto di riscoperta di questo sito. Il gruppo di amatori invita tutti gli interessati a mettersi in contatto (aeroportodiorvieto@gmail.com) per confermare le future escursioni che accompagneranno il periodo precedente l'evento del 21 giugno 2011, giorno in cui cade il 120° anniversario della nascita dell'ingegner Nervi. L'occasione è ghiotta per proporre seminari, riflessioni sull'argomento e l'allestimento di un modesto centro di documentazione dinamica, sarà questo un modo per coinvolgere gli addetti ai lavori ma anche i ragazzi del comprensorio in età scolare.

 



Breve storia dell'Aeroporto di Orvieto-Castel Viscardo.

 



     L'aeroporto venne realizzato, nel 1938, sull'altopiano a confine dei comuni di Orvieto e Castel Viscardo. Il progetto delle caserme e degli edifici funzionali si deve all'ing. Roberto Marino, mentre le aviorimesse furono progettate dall'ing. Pier Luigi Nervi. Queste ultime, interamente realizzate in cemento armato, fecero dell'aeroporto un'opera unica nel suo genere. Il 9 settembre 1943, il giorno dopo l'armistizio, l'aeroporto viene occupato  dalla Wehrmacht e divenne ben presto la base operativa dell'aviazione tedesca; dopo diversi bombardamenti degli alleati, i tedeschi, nel 1944, decisero di spostarsi più a nord bruciando i velivoli e distruggendo tutte le strutture. Scarsamente utilizzato dagli Alleati dopo la guerra, il campo di aviazione venne diviso in appezzamenti concessi ad ex combattenti.

 

 

 

Pubblicato il: 03/04/2011

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