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L'Università ad Orvieto. C'è o non c'è?

Ogni anno circa 500 studenti frequentano i corsi attualmente in programmazione. E si profila all'orizzonte un accordo con la facoltà di Architettura di Roma. Per Mario Morcellini, relatore alla conferenza promossa domenica dall'associazione "Orvieto Città d'Europa" serve un ulteriore scatto di ingegneria istituzionale

Società

di Stefano Corradino

Al primo incontro promosso alcune settimane fa dall'associazione Orvieto Città d'Europa presieduta dal Dr. Renato Bordino, il direttore del Dipartimento di Scienze della Comunicazione all'Università "La Sapienza" di Roma Mario Morcellini aveva parlato della necessità di una 'lobby virtuosa' che si colleghi con i soggetti economici e produttivi della città per favorire nuovi insediamenti universitari.

Tuttavia il primo incontro non fu del tutto convincente: non si capiva se la proposta era quella di una "libera università" separata e autonoma dal percorso già avviato dall'Amministrazione Comunale con i suoi corsi di laurea, di specializzazione e legati all'alta formazione o se invece si profilavano possibilità di raccordo.

L'incontro di oggi è servito a chiarire un punto comune a tutti i relatori sollevato provocatoriamente dall'assessore Enrico Petrangeli. "Ad Orvieto - hanno affermato sia il sindaco sia il prof. Morcellini - l'università c'è! Dai Master sul recupero urbano e sulla salvaguardia del patrimonio storico artistico a Ingegneria delle Telecomunicazioni (che ha portato 9 studenti al conseguimento della laurea nell'ultima sessione). Alle convenzioni con le università straniere (sono 8 quelle in atto in particolare statunitensi).
Si tratta di capire, ha affermato Petrangeli, se si vuole puntare ad Orvieto come "luogo d'eccellenza" da un punto di vista universitario o ad una città che accoglie tutto indistintamente. "Orvieto hanno affermato sia Petrangeli che il sindaco Stefano Cimicchi - deve caratterizzarsi come un luogo nel quale individuare proposte originali che partano dalla specificità culturale della città. Ma non si può parlare dell'università senza conoscere ciò che già è stato fatto e in tre anni - precisano - ne abbiamo sentite molte di proposte che non hanno avuto seguito". Morcellini ha riconosciuto il valore della Fondazione Centro Studi e i progetti fin qui realizzati sottolineando anche le difficoltà e i vincoli politici e di indirizzo ministeriale che limitano le città nelle loro scelte. Allo stesso tempo ha incitato nuovamente l'amministrazione, e la città nel suo complesso (la sua classe dirigente, imprenditoriale, intellettuale) ad accelerare i processi, a dare un ulteriore "scatto di ingegneria istituzionale" guardando positivamente ad esperienze virtuose che si realizzano in altre realtà del Paese: Sora, ha detto Morcellini, piccola città ciociara ha realizzato un buon corso universitario di comunicazione con 195 studenti, certamente più qualificato di quello "scellerato" di Viterbo.

Ora si attendono alcune risposte importanti. Politiche ed economiche, hanno concluso Cimicchi e Petrangeli. "C'è tutto un delicato ed importante lavoro sotterraneo che fin qui è stato fatto e che dovrebbe portare all'insediamento di corsi di Architettura nella nostra città. Ma per far questo serve un sostegno politico-istituzionale ed accademico (la Regione dell'Umbria e le sedi universitarie di Roma e Perugia, ndr) e adeguate risorse economiche".

Pubblicato il: 08/12/2003

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