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Assistenza domiciliare a rischio? Il sospetto è più legittimo

E' necessario interrogarsi su come cambierà nell'imminente futuro il servizio di assistenza domiciliare indispensabile a tante famiglie. Un intervento della dottoressa Barbara Pasquini, collaboratrice dell'assessore alla Sanità Massimo Rosmini, ha creato allarme

ORVIETO - Assistenza domiciliare a rischio? Il sospetto è più legittimo dopo l'ultimo consiglio comunale in cui è stato approvato il protocollo d'intesa 2011 - 2013 tra i Comuni di Orvieto, Allerona, Baschi, Castel Giorgio, Castel Viscardo, Fabro, Ficulle, Montecchio, Montegabbione, Monteleone d'Orvieto, Parrano, Porano, per l'attuazione del piano sociale di zona e della gestione associata dei servizi. A margine del dibattito che si è sviluppato attorno al tema centrale, infatti, la dottoressa Barbra Pasquini, collaboratrice dell'assessore alla Sanità Massimo Rosmini, ha spiegato in quali direzioni si stia lavorando, in termini di investimenti e servizi associati, riservando un cenno anche all'assistenza domiciliare.

"Si sta andando verso servizi innovativi - ha detto Pasquini - con meno macrostrutture legate a singole persone e più microstrutture, più gestibili e legate ai bisogni. La tendenza - ha specificato - è evitare quei servizi che sono cronicizzati e da più parti superati come l'assistenza domiciliare". Le parole della dottoressa hanno suscitato un certo allarme, con l'effetto che alcuni esponenti della minoranza hanno subito messo le mani avanti. "Superare l'assistenza domiciliare è un'affermazione di un certo peso che richiede dei luoghi di confronto" ha frenato subito Cecilia Stopponi (Prc). Anche Giuseppe Germani (Pd) ha sollecitato un confronto. Al punto che il presidente del consiglio comunale Marco Frizza (gruppo autonomo) si è affrettato a minimizzare. "Nessuno di noi voterà mai l'interruzione dell'assistenza domiciliare integrata - ha detto Frizza - La dottoressa Pasquini ha parlato di cronicità dell'adi e ha portato solo un esempio. Comunque chi deve decidere è il consiglio comunale". "E' chiaro - ha aggiunto il presidente Frizza - che il mantenimento del welfare orvietano ha un costo. Il nostro Comune ha sempre investito più del doppio della media regionale. È stata una scelta politica chiara, oggi però è necessario rivedere quelle scelte, ma non sulla pelle di chi ha veramente bisogno". La diplomazia di Frizza è evidente che non si dissipa completamente le preoccupazioni. Al punto che è concesso interrogarsi su come cambierà nell'imminente futuro il servizio di assistenza domiciliare indispensabile a tante famiglie.

 

Pubblicato il: 31/03/2011

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