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Il Liceo artistico deve rimanere nella sede storica a palazzo Monaldeschi della Cervara

di Donato Catamo "Chiedo che genitori, famiglie, studenti, cittadini di buona volontà, estimatori e simpatizzanti, costituiscano un comitato che dialoghi con i responsabili della manutenzione, ovviamente entro termini di correttezza, di civiltà e di legalità, per giungere quanto prima alla fine della "commedia" evitando così che diventi un  dramma"

Riceviamo e pubblichiamo la lettera inviata da Donato Catamo, per quarant'anni docente ed infine dirigente dell'Istituto d'Arte, oggi Liceo aritistico, a tutte le autorità civili  e religiose che hanno responsabilità riguardo la destinazione della scuola, oggi trasferita nella ex Piave per "lavori in corso" e domani non si sa.

La Scuola è una cosa seria e non può essere "barattata" per qualche migliaio di €uro. La res publica quale la Scuola Statale italiana e democratica come amava definirla il giurista Piero Calamandrei, non  può essere oggetto di scambio tra amministrazioni pubbliche e/o private, anche se una ha la responsabilità di chiamarsi Chiesa.

            Al fine di evitare equivoci ed errate interpretazioni, nonché distanze formali, parlo in prima persona e mi presento.

            Sono Donato CATAMO, ho il diritto di essere annoverato tra i cittadini italiani, anche se sono nato in terra d'Otranto, nel Salento, in provincia di Lecce, quasi in Nord-Africa, oggi area molto movimentata in cerca di democrazia.

            Vivo ad Orvieto da quaranta anni, sono stato operatore scolastico per trentaquattro, di cui undici come docente e ventitré come dirigente presso l'Istituto di Istruzione Superiore Artistica e Classica della città rupestre.

            Questa mia nota fa riferimento ad una delle scuole più emergenti della città, a livello locale, territoriale, regionale, nazionale ed internazionale, dove si è messa in evidenza oltre che per le attività didattiche sperimentali, adottando piani di studi autonomi e nazionali, anche e soprattutto attraverso mostre, rassegne, pubblicazioni, interventi di vario genere nella città ed oltre, fino ad arrivare al di là dell'Oceano (Stati Uniti d'America), esportando Orvieto anche nell'ambito dell'istruzione e della formazione. Ovviamente parlo dell'ex Istituto Statale d'Arte, poi Liceo Statale d'Arte Sperimentale, oggi Liceo Artistico Statale.

            Per quaranta anni la sua degnissima Sede Storica è stato il nobile palazzo Monaldeschi della Cervara in Via di Marsciano, 1 e mai sono stati allontanati gli studenti per lavori sia di manutenzione ordinaria che straordinaria.

            Ricordo agli inizi degli anni ottanta l'intervento di trasformazione della copertura da terrazza a tetto spiovente; quello della fine degli anni ottanta relativo alla costruzione di un'aula interrata a scopi didattici come la ripresa cinematografica e televisiva; ancora altro intervento per il consolidamento della parte ovest-nord/ovest della struttura in questione da parte del Ministero dei Beni Culturali, rientrante nel "Progetto Orvieto", nonché quello per il rifacimento del tetto della parte nord-nord/est, a cura della  proprietà (Seminario Vescovile).

            Infine la scala e l'adeguamento delle norme di Sicurezza tra la fine degli anni novanta e l'inizio del 1° decennio del 3° millennio, in collaborazione tra proprietà, Seminario Vescovile, ed Ente gestore della manutenzione, Provincia di Terni.

            Non voglio tralasciare il rifacimento del tetto del Palazzo Clementini, alla fine degli anni novanta, a cura della Soprintendenza ai Beni Ambientali ed Architettonici dell'Umbria ed il Comune di Orvieto, ognuno,  ovviamente, per la parte di propria competenza. Il palazzo Clementini è la sede storica ultrasecolare del Liceo Classico Statale di Orvieto. Anche in questo caso gli alunni sono rimasti tranquillamente all'interno della struttura.

            In occasione dell'ulteriore adeguamento alle più moderne ed aggiornate norme di Sicurezza, forse gli interventi sono da considerarsi più radicali, ma è ovvio ritenere che l'allontanamento dalla Sede non può verificarsi che dopo, non della posa della prima, ma della centesima pietra.  Mi sorge anche il dubbio sulla volontà di far rientrare il Liceo Artistico nella sua sede naturale, pertanto mi sento obbligato a ricordare che il lascito Lazzarini, ultimo proprietario del Palazzo Monaldeschi, alla Città del Vaticano e quindi al Seminario Vescovile di Orvieto, era condizionato ed ovviamente lo è ancora, all'uso di tale struttura a scopi sociali. E quale scopo sociale migliore se non la destinazione a Sede di una Scuola, che ha dato lustro, ribadisco, all'intera città di Orvieto nel mondo?

Ricordo che il Comune prima e la Provincia poi hanno sempre onorato il contratto di locazione.

            Sua eccellenza Monsignor Scanavino Padre Giovanni lo aveva capito benissimo e continuava a perpetrare questo suo pensiero, rendendosi disponibile al dialogo su questo argomento, cosa che ha ancora confermato a me nel giorno antecedente la sua partenza da Orvieto, impegnandosi a trasferire tra le cose prioritarie, questa sua volontà a Sua Eccellenza Nunzio Apostolico Monsignor Giovanni Marra. E il Clero lo ha recepito? Mi affido a Sua Eccellenza.

            Per quanto sopra chiedo che tutte le parti in causa evitino di "giocare a rimpiattino, oppure a dadi" la sorte di una Scuola che non può non avere come sede definitiva quella storicamente nota quale il Palazzo Monaldeschi della Cervara. Invito pertanto il Seminario Vescovile, quindi tutta la Chiesa locale, la Provincia di Terni, il Comune di Orvieto, il quale anche se non deve impegnare forze economico-finanziarie, ha l'obbligo morale e civile di partecipare ad un'intesa urgente e necessaria alla soluzione di tale problema, il Consiglio d'Istituto della Scuola e il Dirigente insieme agli operatori scolastici, ad assumersi, ognuno per la parte di competenza, le proprie responsabilità ed affrontare con dignità e serietà la questione e portarla a soluzione quanto prima, perché,  in questo caso,  il tempo è vita. E' vita per  una Scuola che soffre sempre di più sotto l'aspetto didattico-pedagogico ed una Scuola di tale importanza non può essere sottratta alla città e soprattutto al Centro Storico.

            Infine chiedo che genitori, famiglie, studenti, cittadini di buona volontà, estimatori e simpatizzanti, costituiscano un comitato che dialoghi con i responsabili della manutenzione, ovviamente entro termini di correttezza, di civiltà e di legalità, per giungere quanto prima alla fine della "commedia" evitando così che diventi un  dramma. Io sono disponibile, per quanto possibile, a collaborare.

Grazie per l'attenzione che potrà essere data alla presente ed invio cordiali saluti.

Pubblicato il: 28/03/2011

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