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Caro affitti ti scrivo

Appartamenti spesso non ristrutturati e mal arredati, ceduti "in nero" e con canoni d' affitto decisamente alti: sarebbe questa l' accoglienza che Perugia riserva agli studenti universitari fuori sede secondo quando emerge dall'inchiesta "Caro affitti ti scrivo" realizzata dagli allievi del corso di comunicatore sociale che si è svolto nel capoluogo umbro per iniziativa di Aris Formazione

Società

di Redazione

Appartamenti spesso non ristrutturati e mal arredati, ceduti "in nero" e con canoni d' affitto decisamente alti: sarebbe questa l' accoglienza che Perugia riserva agli studenti universitari fuori sede secondo quando emerge dall'inchiesta "Caro affitti ti scrivo" realizzata dagli allievi del corso di comunicatore sociale che si è svolto nel capoluogo umbro per iniziativa di Aris Formazione e ricerca e Provincia di Perugia. "Con questa indagine - hanno sottolineato due allievi del corso, Antonio Pataffio e Vittorio Serafini, durante la presentazione avvenuta stamani a Perugia alla presenza dell' assessore provinciale alla formazione Maria Pia Bruscolotti - si è voluto evidenziare che per gli studenti di altre città frequentare i corsi dell' ateneo perugino diventa sempre più oneroso. Per una camera singola in appartamento con altri colleghi ormai si arriva a spendere anche 300 euro, mentre per i monolocali il canone di locazione parte dai 500 euro mensili. Come se non bastasse - hanno spiegato i futuri comunicatori sociali - anche i contratti sono spesso irregolari o non vengono mai stipulati. In realtà un monitoraggio completo della situazione non esiste, ma Sunia, Sicet e Uniat, le tre principali associazioni degli inquilini, concordano nel segnalare che circa il 90 per cento degli affitti a studenti sono in qualche modo fuori norma, spesso in nero, cioé senza contratto, senza ricevute e senza registrazione". Dal lavoro svolto emerge anche che il problema non è solo il prezzo delle case, ma la loro condizione. "Negli appartamenti si tende a trasformare in 'posto letto' tutta la superficie disponibile e, molto spesso, oltre alla propria stanza non esiste uno spazio in comune per studiare o invitare degli amici. A volte, se questo spazio è previsto, si subaffitta, e in case con tre stanze e un bagno si vive anche in sei". L'inchiesta non ha risparmiato neanche il settore pubblico evidenziando che, secondo i dati in possesso dell'Adisu (Agenzia regionale per il diritto allo studio universitario), la domanda di posti letto a Perugia ammonta a circa 30.000 unità a fronte di circa 2.000 posti letto che la stessa Agenzia universitaria mette a disposizione annualmente attraverso bandi di concorso: "anche in questo caso gli studenti lamentano sistemazioni che spesso si riducono a dormitori poco attrezzati, privi di spazi ricreativi, sale studio e laboratori multimediali". Giampaolo Marras, responsabile del nuovo servizio dell' università CercoAlloggio, durante l' incontro, ha fatto notare "che l'Università di Perugia ha stipulato un Patto locale con i Comuni di Perugia e di Terni che prevede interventi e controlli sul fenomeno del caro-affitti, da arginare tramite incentivi fiscali per i proprietari che decidono di ricorrere alla registrazione. Ma questo avviene attualmente solo nel 12 per cento dei casi, contro circa il 40 per cento che affitta in nero". L' aumento degli alloggi pubblici e l'incentivazione dei controlli sono anche tra le priorità dell'assessore alle politiche sociali del Comune di Perugia, Wladimiro Boccali. Secondo il presidente dell' Associazione piccoli proprietari, Claudio Moretti, "negli ultimi due anni a Perugia l'affitto degli immobili è aumentato del 30 per cento, ciò ha determinato l'allontanamento di molti universitari umbri che hanno scelto di fare i pendolari".

Pubblicato il: 05/12/2003

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