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Presentazione de 'La Lepre col cilindro' di Guglielmo Portarena

Venerdì 18 marzo alle ore 17 e 30 alla sala del Governatore del palazzo dei Sette

"La lepre col cilindro" è il secondo  romanzo di Gugliemo Portarena. Un piccolo capolavoro sospeso tra ispirazione manzoniana, archetipi umani attinti dalla letteratura classica ed una narrazione sorprendente che ha il suo epilogo in un finale inatteso e sbalorditivio.

E' la storia di una ragazzina dei primi anni dell'Ottocento alle prese con la legge mai scritta dello stupro legale da parte dei potenti. Una legge che sanciva la proprietà non solo del  lavoro ma anche della persona. Ribellarsi non avrebbe avuto alcun  significato. Per migliaia di ragazze di allora, la storia finiva  esattamente al primo capitolo. Se non fosse comparso un anonimo prete  di campagna, don Antonio, il quale opera un' anabasi spirituale e  materiale sorprendente, spinto soltanto da un senso della giustizia radicato nella Croce.

Con la sua fede sconvolge quel piccolo mondo, le  sue contraddizioni e perfino i rapporti con il suo Vescovo. Opera fra  mille dubbi, ma la sua bussola punta negli abissi del Mistero pasquale.  Comprende benissimo di essersi spinto ai confini della rottura ma, in  nome della verità, ne accetta le conseguenze. Ultimo di una gerarchia  fortemente burocratica e precettistica, opera fra gli ultimi della  terra, fra coloro che non appartengono nemmeno a se stessi e ne  determina i destini.    "Attraverso la figura di Don Antonio. Con lui, al conflitto tra signori e contadini si aggiunge quello tra preti-pastori e gerarchie del sistema ecclesiastico. Don Antonio esemplifica la difficoltà che una vocazione sacerdotale può incontrare nel tentativo di assolvere a una buona pratica delle anime (desiderio di avvicinarle ed efficacemente guidarle lungo i tortuosi corridoi della vita) esaurendo la propria missione all'interno delle norme comportamentali istituzionalmente accettate". scrive in una recensione Maria Luisa Salvadori.  

Tuttavia non si sente un demiurgo perché sa ed è  convinto che è la Fede che smuove le montagne, rende ridicoli i potenti  ed esalta gli umili. Paga ciò che deve e ne soffre. Muore in una stalla  ma lascia alla sua gente un'eredità che si chiama speranza e riceve  riconoscenza ed affetto.

Il libro sarà presentato venerdì 18 marzo alle ore 17 e 30 alla sala del Governatore del palazzo dei Sette.

Pubblicato il: 14/03/2011

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