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Il sindaco scrive al papa

Dalle pagine de "Il Foglio", Antonio Concina rivolge al Papa la "supplica sincera e accorata" a restituire ad Orvieto il Vescovo Giovanni Scanavino. ""Questa città - scrive tra l'altro Concina - sta vivendo sulla sua pelle una storia incredibile di arroganza e cattiveria. Una lunga storia di dissapori e contrasti con alcune istituzioni regionali e diocesane. A me spetta solo di entrare nel merito delle funzioni che per sette anni il vescovo ha svolto nella diocesi Orvieto-Todi e dei rapporti che ha intrattenuto con tutte le realtà cittadine e del territorio..."

foto di copertina

Il sindaco Antonio Concina ha affidato alle pagine de "Il Foglio" un appello al Santo Padre affinché restituisca alla diocesi di Orvieto-Todi Mons. Giovanni Scanavino, che ne è stato vescovo fino a sabato 5 marzo scorso, data in cui è stato reso noto il suo allontanamento in attesa che giunga l'amministratore apostolico monsignor  Giovanni Marra.

L'appello del sindaco - pubblicato oggi dalla testata diretta da Giuliano Ferrara, insieme ad un'altra testimonianza della scrittrice orvietana Rosa Matteucci - è semplice e accorato.

"Questa città - scrive tra l'altro Concina - sta vivendo sulla sua pelle una storia incredibile di arroganza e cattiveria. Una lunga storia di dissapori e contrasti con alcune istituzioni regionali e diocesane. A me spetta solo di entrare nel merito delle funzioni che per sette anni il vescovo ha svolto nella diocesi Orvieto-Todi e dei rapporti che ha intrattenuto con tutte le realtà cittadine e del territorio. Ebbene, per la mia esperienza personale, non ho mai, dico mai, incontrato un pastore più degno della sua carica e del suo ruolo".

Cita Guareschi, il sindaco, e le "tenere storie della Bassa, protagonisti don Peppone e Camillo".

Cita l'episodio dell'esilio di don Camillo "in una chiesetta di montagna, lontano dal suo amato paesello che insorge, unito e solidale in difesa del suo parroco e alla fine il vecchio e saggio vescovo decise con amore: 'tenetevelo il vostro don Camillo ma poi non venite più a protestare contro di lui! E tutti vissero felici e contenti, democristiani dell'epoca, comunisti di Peppone e anziani liberali".

"La speranza - prosegue - è che il vecchio Santo Padre, certamente più saggio del vescovo di Guareschi, nel suo indiscutibile discernimento, possa ascoltare la voce di migliaia di fedeli che gli chiedono di modificare una decisione nefasta. Perché non ascoltare questa voce che parla 'in favore' del suo pastore, uomo intelligente, colto, affettuoso, disponibile, con l'unico difetto ai miei occhi di essere tifoso della Juventus? Non ci si rivolge così al Santo Padre, lo so. Ma utilizzo i sentimenti più veri che posseggo. Ho incontrato altissimi prelati, che gentilmente ma altrettanto mellifluamente mi hanno ascoltato, fatto parlare, senza la minima intenzione di ascoltarmi davvero e di affrontare il problema".

"Ricordo forse male un antico Papa - riprende il sindaco - che non amava particolarmente San Francesco, probabilmente perché perfidamente informato dai suoi collaboratori, e perciò lo teneva lontano. Una notte però sognò il frate, che gli si presentò con tutta la semplicità e la purezza del suo animo. Al risveglio il Papa volle riceverlo e rendergli grazia. Il sindaco di Orvieto prega Sua Santità di fare (si parva licet) un sogno simile. Sua Santità può modificare ogni decisione già presa, soprattutto se si riesca a fargli arrivare una supplica sincera e accorata. Sua santità farebbe il più grande regalo alla diocesi e particolarmente a Orvieto, che conserva in Duomo la più alta testimonianza del miracolo Eucaristico. Grazie Santità".  

Pubblicato il: 08/03/2011

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