La furia dei cinghiali devasta i campi
Vigneti, oliveti, mais, grano ed orzo. Gli animali ungulati non lasciano nulla al loro passaggio. Preoccupati gli agricoltori, a rischio 750 ettari di coltivazioni nelle campagne intorno ad Orvieto. Polemiche anche sulle stime dei danni da parte della Provincia
Cronaca
di Simona Coccimiglio
Vigneti, oliveti, e poi colture di mais, grano, orzo, erba medica. Oltre 750 ettari di terreno nella Riserva del Poggente rischia di essere seriamente danneggiato dai cinghiali, con conseguenze gravissime per i futuri raccolti.
I proprietari agricoli e gli agricoltori che coltivano le terre nella zona compresa tra la Padella, San Bartolomeo e Pallarete lanciano l'allarme e si dicono preoccupati non solo per le quantità di raccolto che andranno irreparabilmente perdute a causa del passaggio dei cinghiali.
Battono il pugno anche per il risarcimento, dovuto per legge, a tutti quegli agricoltori e aziende agricole che hanno avuto le colture rovinate dalla presenza di animali selvatici. "Un risarcimento - dice un agricoltore di San Bartolomeo - che anche stavolta verrà ridotto, se non addirittura negato, a causa di una valutazione dei danni che ogni volta non tiene conto della loro reale gravità e che puntualmente ci penalizza dal punto di vista economico ".
Suonano la carica gli agricoltori della Riserva del Poggente contro i periti incaricati dalla Provincia per effettuare nell'Orvietano i sopralluoghi, nelle terre, nelle colture e nelle coltivazioni che hanno subito dei danni a causa degli animali selvatici, per appurare e quantificare il danno così da stabilirne il risarcimento.
Niente da dire sulla procedura adottata dai periti di nomina provinciale "che intervengono anche in modo abbastanza sollecito - continua il proprietario agricolo di San Bartolomeo che si fa portavoce unico delle istanze di tutti. Quello che non va è l'assoluta tendenza di qualche perito a minimizzare i danni, la cui grave entità e invece sotto gli occhi di tutti. Basti pensare che una stesso incaricato della Provincia a realizzare il sopralluogo ha quantificato un danno serio a coltivazioni di mais, grano duro ed orzo del 70% a meno del 50%".
Da alcuni anni i cinghiali sono soggetti, anche in periodi di caccia vietata, al cosiddetto "abbattimento selettivo" ad opera di persone autorizzate. Con tale attività si è cercato di ridurre il numero dei capi circolanti e, di conseguenza, i rischi per le coltivazioni. Il problema, tuttavia, in alcune zone sembra comunque permanere.
Pubblicato il: 03/12/2003