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Ora che tutto è compiuto

di Giancarlo Giacomini "E' finita la sofferenza, il dolore per le continue offese da parte degli avversari di Mons. Scanavino che hanno vinto. Una tela di misericordia è calata sulla scena. Non ci sono più fardelli da portare, dolori da patire, tormenti da sopportare.."

Ora che tutto è compiuto

"È compiuto": vorrei soffermarmi sulle ultime parole di Gesù prima di morire inchiodato su una croce e riportate dal vangelo secondo Giovanni. Gesù disse qualcosa che potremmo semplicemente tradurre "E' finita!".

Sembra persino qualcosa di patetico e banale, come la parola "fine" al termine di un film, ma nel frattempo ci appare un grido molto umano di debolezza e di sconfitta.

 

Che cosa è finita?

 

E' finita la sofferenza, il dolore per le continue offese da parte degli avversari di Mons. Scanavino che hanno vinto. Una tela di misericordia è calata sulla scena. Non ci sono più fardelli da portare, dolori da patire, tormenti da sopportare. Le forze del male hanno compiuto la loro maggior prodezza, e nulla di più è loro possibile. E' finita. Sì, sono finiti i sogni e le speranze che un tempo non molto lontano ci avevano affascinato e entusiasmato.

Per tentare di comprendere la vita travagliata della nostra Chiesa particolare è necessario ricordare e ripercorrere la strada dal 1986, anno in cui l'Autorità gerarchica istituì la nuova Diocesi di Orvieto-Todi.

 

«Già dal 1972 le Diocesi di Orvieto e di Todi avevano un unico Vescovo; poi venne la decisione finale; abolizione delle due Diocesi e creazione della nuova Diocesi. E' chiaro che questo ha creato una nuova strutturazione della Diocesi". (rosatelli mons. eraldo, "Orvieto religiosa e civile dopo l'unità d'Italia - Le Diocesi di Orvieto, di Todi e di Orvieto-Todi - I miei quattro Vescovi» - Tipografia Tuderte - Todi, 2000).

 

Come i più ricorderanno, era compito difficile per la nuova e recente diocesi di Orvieto-Todi stare al passo con la storia gloriosa delle due città e dei loro territori, e quindi dopo la morte di Mons. Dondeo occorreva un nuovo Pastore che sapesse fronteggiare con intelligenza e sapienza, con equilibrio e fortezza d'animo, le complesse e difficili situazioni che erano sorte. Il 12 dicembre 1974 venne nominato Vescovo della Diocesi di Orvieto-Todi Mons. Decio Lucio Grandoni. L'impegno del servizio episcopale di Grandoni, nonostante avesse scelto nel suo stemma le parole della Lettera ai Corinti dell'apostolo Paolo "UNUM CORPUS MULTI SUMUS", non si caratterizzò nella frase "noi siamo molti, ma un solo corpo" e la Chiesa di Orvieto-Todi ha faticato tanto nel sentirsi unica realtà diocesana. Dopo l'accorpamento delle due realtà di Orvieto e di Todi, ancora oggi, non si sente una unica diocesi. Infatti, le due città di Orvieto e di Todi svolgevano e tuttora svolgono la loro vita diocesana quasi indipendentemente, a volte anche svilite nelle loro manifestazioni religiose più importanti. Ciò si desumeva principalmente dal popolo che non sembrava motivato nello spirito. Non si parlava di entusiasmo o di altro aspetto di tipo emotivo, ma di qualcosa di più sostanziale. Era come se non ci fosse una guida pastorale sufficientemente incisiva. Sembrava che si fosse lavorato per allontanare queste due realtà con inutili e dannosi confronti. Sicuramente molto era dovuto al fatto che la città di Orvieto non percepiva di avere il Vescovo, o meglio, sapeva di averlo a part-time e la nomina di un Vicario Episcopale per il laicato nella Diocesi di Orvieto non fu una scelta tanto felice. Per ciò che risultava, a Todi, le cose non sembravano essere tanto migliori, visto che, dopo l'accorpamento a Orvieto, la città di Todi  non era del tutto uscita da una forma di "mortificazione" dovuta a un non digerito "declassamento". In tale situazione Mons. Scanavino iniziò nel dicembre 2003 la sua missione pastorale e anche Lui con impresso sullo stemma il motto: Un pane, uno spirito, un corpo, il che stava a significare che anch'egli riteneva che "l'unità di tutti i fedeli, sacerdoti e laici, a lui affidati, doveva costituire il precipuo impegno del suo servizio pastorale".

La storia recente la conosciamo tutti; la storia ci riconsegna un clero diviso, e visti gli ultimi avvenimenti ci fa meglio comprendere in quale arduo compito, tanto per usare un eufemismo e non un altro termine più specifico al caso, fosse "caduto" Mons. Scanavino sette anni orsono!

 

Desiderio di cambiamento

 

Oggi però per tutti noi, è un giorno del tutto speciale, perché proprio dopo la manifestazione di solidarietà di venerdì sera, (tanto tempo fa, di venerdì, anche il Signore Gesù stava morendo con terribili sofferenze, inchiodato su una croce) e l'invito dello stesso vescovo a proseguire sulla strada da Egli tracciata ci deve far riflettere.

C'è chi pensa di costruire il futuro basandosi sul passato; c'è chi del passato vorrebbe devastare le fondamenta: "Rifondazione" o "Riforma" della Chiesa? E' possibile chiedere una comunità adeguata ai nostri tempi?

La Chiesa di Orvieto-Todi oggi è comunque ricca di fermenti e di iniziative alle quali andrebbe data una nuova spinta a uscir fuori. Non un semplice incoraggiamento, ma una nuova energia che può ripartire da Mons. Scanavino e unicamente dal Vangelo annunziato e vissuto, come ci ha testimoniato nel suo breve episcopato e come lui stesso ci indica nella lettera redatta al termine della visita pastorale dal titolo: Si può ricominciare: "nulla è impossibile a Dio".

 

A noi non ci rimane che il ricordo riconoscente, la sua eredità, la traccia dell'amore o dell'amicizia che a questa persona ci lega.

 

Con infiniti ringraziamenti

Giancarlo Giacomini

Pubblicato il: 07/03/2011

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