ASSESSORE (VIRTUALE) PER DUE SETTIMANE
" A Destra e a Manca" 73#. Lettera mai scritta di Barbabella al sindaco Còncina: "In realtà un'idea impossibile. Infatti, è bastato un articolo di giornale per far capire a te quale aria tiri nello schieramento che ti sostiene; sono bastate poche verifiche e alcuni fatti per far capire a me che nessun passo può essere compiuto in quella direzione sul piano solo personale" Contributo di Fabrizio Trequattrini
Caro Pier,
come sai, sono stato assessore per due settimane, seppure solo in senso virtuale. Ti confesso che la proposta fattami dal sindaco ormai tre settimane fa mi ha sorpreso, sia perché non me l'aspettavo proprio, sia perché immediatamente non ne ho capito il senso: a che cosa poteva servire un mio ingresso in giunta in una situazione come quella attuale, così compromessa, con una maggioranza che perde pezzi, con una situazione finanziaria incamminata a tappe forzate verso il dissesto, per di più in un quadro generale tutt'altro che favorevole?
Altra cosa sarebbe stata la stessa proposta se fatta lo scorso mese di ottobre, non perché la situazione fosse allora più facile, ma perché allora sarebbe stato possibile, se ci fossero stati la lucidità e il coraggio necessari di tutte le parti coinvolte, adottare una soluzione strategica per uscire dalla crisi senza le ossa rotte: un patto temporaneo di alto profilo progettuale sostenuto da una maggioranza trasversale di salute pubblica e da un esecutivo tecnico. Ma quella soluzione fu fatta fallire, e i frutti si sono incominciati a vedere settimana dopo settimana, mese dopo mese. Altri e più indigesti purtroppo se ne vedranno presto.
Pur avendo ben presente che il quadro di riferimento sostanziale non era diverso da quello di ottobre e che quindi ben difficilmente si sarebbe potuti tornare alla soluzione strategica allora elaborata, subito dopo il colloquio con il sindaco il mio pensiero prevalente è stato di verificare se la proposta potesse avere una qualche utilità per la città, e così ne ho discusso con te e con gli altri amici, e ho fatto poi verifiche più ampie, in altri ambienti politici e istituzionali. Però, mentre io agivo in questo modo e con questi intenti, altri facevano altro: ad alcuni, come s'è visto, sono scoppiati terribili mal di pancia; ad altri è andato il sangue al cervello e questi hanno solo pensato a quale potesse essere il momento opportuno per gridare al tradimento; altri, fuori da Orvieto, si sono allarmati perché hanno pensato che si potessero incrinare delicati e fragili equilibri più generali; altri ancora si sono defilati e basta.
Che spettacolo, caro Pier! Solo noi (per la verità insieme anche ad alcuni in provincia e in regione) abbiamo preso questa come occasione per una riflessione sul da farsi per far uscire Orvieto dalla crisi e ricollocarla nei contesti più generali. Però la realtà è quella che è, e forse conviene ripetere con il massimo poeta « [...] Caron, non ti crucciare:/Vuolsi così colà dove si puote/ ciò che si vuole, e più non dimandare » (Inf. III 95-96). Dunque guardiamo oltre.
Ti voglio solo dire che avevo pensato di scrivere una lettera indirizzata a Toni Concina, lettera che poi però non ho più scritto perché la situazione si è chiarita in un colloquio diretto alla fine della scorsa settimana. Mi sembra giusto che tu la conosca. Ecco dunque la lettera.
Lettera a Toni Concina che non ho scritto
"Caro Toni,
dati i nostri amichevoli rapporti, mi permetto di rivolgermi a te in una modalità del tutto confidenziale.
Ti ringrazio anzitutto di aver pensato a me per rivestire la carica di assessore nell'esecutivo da te guidato. Ti do anche atto della correttezza con cui mi hai descritto la situazione e hai chiesto la mia disponibilità. E naturalmente spero che da parte tua ci sia nei miei confronti un pari riconoscimento di schiettezza e di onestà intellettuale.
Debbo dire che sono rimasto sorpreso e non ti ho potuto dire subito di sì, data anche la mia propensione a vedere delle cose che accadono i pro e i contro. Però non ti ho detto subito nemmeno di no: ti ho manifestato apprezzamento sul piano personale, perché la tua proposta era appunto di tipo personale e non politico, ma ti ho anche fatto rilevare che la questione non poteva non esser politica, data la mia storia e il mio impegno mai rinnegato e cessato nel quadro della cultura e della schieramento della sinistra. Uno schieramento in cui tuttavia mi colloco con una indipendenza di pensiero che cerco sempre di testimoniare e con una disponibilità alla collaborazione su ciò che può essere utile alla città che ho sempre manifestato a chiunque, a partire ovviamente dal sindaco stesso, indipendentemente dalle appartenenze politiche. Sai bene anche tu che trovo deleterie le rigide posizioni di schieramento e auspicabili le iniziative tendenti ad andare oltre le contrapposizioni pregiudiziali purtroppo ancora così amate anche dalle nostre parti.
Dunque, nonostante mi fossero chiare le difficoltà per rendere transitabile la proposta, ho fatto le necessarie verifiche per non dire un no preconcetto e superficiale. L'idea che mi ha animato è semplice. È stata la stessa dello scorso mese di ottobre, quando si trattò di decidere sul riequilibrio di bilancio: il centrosinistra, che ha la massima responsabilità della situazione di squilibrio finanziario del comune, avrebbe il dovere di collaborare al suo risanamento e nel contempo di agire in sintonia con il centrodestra per riprendere la via del rilancio della città e del territorio. Collaborazione temporanea, naturalmente, per superare l'attuale fase di drammatiche difficoltà.
Sai quanto allora mi sono speso, ma non c'è stato niente da fare: non era pronta la sinistra, e non era pronta la destra. Ognuno ha preferito far finta di essere forte e autonomo. Invece erano solo due debolezze. Oggi, dopo alcuni mesi, credo che tu abbia pensato che un individuo, a titolo personale e simbolico, potesse rappresentare quell'allargamento di responsabilità che allora non era riuscito e si era tradotto solo in un cambiamento nei rapporti di forza in Consiglio e in un rovesciamento di maggioranza e minoranza. Si potrebbe dire un'idea generosa giunta in ritardo.
In realtà un'idea impossibile. Infatti, è bastato un articolo di giornale per far capire a te quale aria tiri nello schieramento che ti sostiene; sono bastate poche verifiche e alcuni fatti per far capire a me che nessun passo può essere compiuto in quella direzione sul piano solo personale.
D'altronde te lo avevo anticipato quando ti ho chiesto tempo per darti una risposta: non sarei potuto entrare da solo, né al di fuori di un ambizioso e serio progetto da attuare in sintonia con gli altri livelli istituzionali. Tu non sei stato immediatamente contrario, e l'ho apprezzato perché indica la tua consapevolezza delle difficoltà in cui ci muoviamo.
Ora sappiamo che questa ipotesi è tramontata. Restano però le difficoltà finanziarie e politiche, sempre più grandi. Non so che cosa deciderai. Non hai certo bisogno dei miei consigli, se non altro perché sei circondato da uno stuolo di consiglieri. Però mi permetto almeno di dirti di far presto, e di farlo con quella chiarezza che è assolutamente necessaria, anche se in questa nostra città l'esercizio della responsabilità e della chiarezza è stato ed è arte davvero difficile e pochissimo praticata.
Sinceramente, auguri.
Franco"
Mi interesserebbe molto conoscere, caro Pier, il tuo parere su questa vicenda, per alcuni versi strana, per altri mi pare invece chiarissima.
Tuo Franco
Caro Franco,
la manifestazione del pensiero è libera, secondo la nostra Costituzione. Ma si tratta di una sciocchezza solenne impressa sulla carta fondamentale di ogni Stato moderno. C'era pure nella costituzione dell'ex Unione Sovietica. In realtà vi sono vari contesti nei quali si manifesta il pensiero, e ciascuno ha le sue regole. Ciò che si può dire agli intimi è molto diverso da ciò che si può dire al bar. E ciò che si dice al bar è molto diverso da ciò che si può scrivere senza sapere chi leggerà. Ogni situazione ha il suo registro. Perciò nel risponderti non posso dimenticare che non posso insultare nessuno; non perché non ne avrei voglia, ma perché vi sono in Orvieto 120 avvocati pronti a scrivere querele. Né posso dimenticare di sedere in consiglio comunale, sui banchi di una maggioranza che sostiene il sindaco e i relativi assessori. Stavo dimenticando che sono anche iscritto a un partito. Quindi dico ciò che posso dire. Quando mi hai informato della proposta del sindaco, lì per lì ho pensato alla Monaca di Monza e ho temuto per un istante che tu potessi essere tentato di accettare. "La sventurata rispose", commenta il Manzoni. Ma subito mi sono vergognato, perché so bene che tu non hai nulla a che vedere con Gertrude né Toni Concina è paragonabile a Egidio. Infatti la tua passione per Orvieto è lucida e l'onestà di Concina è fuori discussione. In effetti, il sindaco deve aver pensato che il tuo coinvolgimento avrebbe potenziato la giunta e avrebbe ulteriormente allargato la maggioranza a sinistra. Né deve essersi troppo preoccupato dei mal di pancia in seno al centrodestra, che, almeno al livello di gruppi consiliari, ha dimostrato di saper soffrire abbastanza in silenzio.
Invece l'organo che ha dimostrato fragilità è la giunta comunale, dalla quale se ne sono andati due assessori che non se la sono sentita di bruciarsi in operazioni dolorose di riduzione dei servizi. Evidentemente si erano convinti che l'esperienza di Concina fosse vicina al capolinea e che la conclusione del viaggio sarebbe stata disastrosa per il centrodestra.
Ma non sembra essere questa l'idea che il sindaco si è fatta dei pericoli che corre la sua amministrazione. A mio modo di vedere, Concina non ha perso la speranza di varare un bilancio in pareggio tagliando drasticamente i servizi non indispensabili, aumentando la tassa rifiuti, ritoccando ancora le tariffe dei servizi scolastici, spingendo sulle contravvenzioni stradali e sul recupero dell'evasione tributaria, salvo altri accorgimenti che sono allo studio.
Tifano per lui, cioè per un bilancio che eviti la dichiarazione di dissesto, i dirigenti comunali, qualcuno dei quali rischia il posto, e gli altri dipendenti, ognuno dei quali rischia di finire nel gruppo dei trenta che andrebbero in mobilità. Ma tifano per lui, almeno credo, anche le minoranze di centrosinistra. Infatti il dissesto comporterebbe la messa sotto accusa degli amministratori che lo hanno provocato. E basterebbe che fossero condannati in primo grado per diventare incompatibili per cinque anni con qualsiasi carica amministrativa. Poiché il centrosinistra fu in carica fino al 2009, e poiché le responsabilità contabili si prescrivono in cinque anni, ecco perché il centrosinistra ha bisogno che Concina duri fino al 2014, cioè concluda la consiliatura.
Ma non bastano la pressione del personale e la condiscendenza del centrosinistra a garantire il risanamento e il rilancio di cui la nostra città ha bisogno. Ci vuole un salto di qualità nelle idee e nel coraggio che ancora non è avvenuto. Credo sia doveroso lavorare perché al tempo del rancore, della furbizia e dello smarrimento subentri quello della progettazione, dell'entusiasmo e dell'impegno. La tua breve avventura di assessore virtuale ha messo ancora più in evidenza ciò per cui vale la pena di impegnarsi. E il luogo adatto per un impegno del genere è fuori della giunta e dei partiti. Anche se non è contro di loro.
Tuo Pier
da Fabrizio Trequattrini
Non ti nascondo , caro Franco, che avrei sperato in "rivelazioni"più mistiche, che potessero elevare lo spirito umano, ma questa settimana siamo stati investiti da "confessioni" più o meno forti, sulle quali bisogna riflettere. Non mi era, mai, successo di assistere alle dimissioni di un Vescovo ed ammetto che il mio poco interesse alle cause religiose non mi dà la certezza che questo non sia, già, avvenuto ma, di sicuro, è la prima volta che vedo qualcuno non accettare un incarico politico in questa città!........che si stia materializzando quella tanto agognata rivoluzione che, da troppo tempo, molti di noi auspicavano ??? Magari !!!.....ma sappiamo che non è così, anzi, si percepisce fin troppo che questi avvenimenti, non casualmente collegati, fanno parte di un normale trabocco di quel malessere che invade questa città da tempo e che solo una insana ipocrisia fa di tutto per tenerlo sotto la cenere della nostra storia cittadina. Certo, le dimissioni del Vescovo e le sue rivelazioni dei giorni scorsi hanno un po' messo in secondo piano i fatti che ti riguardano personalmente, avresti potuto accettarle quelle cariche, allora sì che si sarebbe scatenato un putiferio. Già immagino fiaccolate di persone che avrebbero gridato "mai un incarico a chi ha sperperato soldi pubblici" ( R.P.O.)...molti non sanno di che cosa parlano ma questo è quel che avrebbero detto, questo è quel che hanno fatto negli ultimi anni per coprire le insipienze amministrative e che vedono quel progetto, di fatto, ormai cancellato. Di rivelazioni parliamo, di racconti lanciati nell'auditorium cittadino dove non si può che costatare una spaccatura sociale, endemica, ormai dichiarata, un malessere che arriva fino all'animo più profondo degli orvietani.....mi è capitato di leggere le dichiarazioni pubbliche sulle pagine di facebook di alcuni che irridevano alle dimissioni del Vescovo ed esternavano la volontà di fare fiaccolate per dimostrare la propria soddisfazione attribuendo al suo operato chissà quali colpe. E' forse questo il cancro da estirpare chirurgicamente al quale si riferisce Padre Giovanni ?....è questo il male profondo di questa città, sempre più affollata di "accidiosi" che, ormai, operano trasversalmente in tutti i settori della nostra comunità? Non me ne volere, Franco, ma solo chi non ti conosce poteva pensare che avresti accettato di diventare Assessore o Vice Sindaco entrando in una Giunta che non fosse allineata ad una politica diversa da quella più utile per la collettività, solo a chi non appartiene la coerenza poteva credere che lo avresti fatto "a titolo personale", non c'è notizia nella tua "rivelazione"! C'è qualcosa di nuovo nella nostra società, ci sono Laici che non accettano stravolgimenti incomprensibili e che, finalmente, reagiscono.......è come se dicessero basta, basta con decisioni che ci penalizzano, che ci tolgono speranza, autonomia e lo hanno manifestato nel modo con il quale si iniziano i grandi movimenti di pensiero, con un corteo e non importa quanti fossero i veri cattolici, credenti e praticanti.....ciò che dà speranza è che qualcosa si è mossa! Questa è la vera idea di "rivoluzione", con questo spirito si può e si dovrebbe ripartire in ogni settore della nostra provata comunità....senza nuovi incarichi pubblici e senza Vescovi "commissari" pro tempore !!!
La rubrica di Orvietosì "A Destra e a Manca" è alla settantatreesima puntata. La rubrica è animata da Pier Luigi Leoni e Franco Raimondo Barbabella, la destra e la sinistra delle "cose".
Vorremmo attrarre i lettori nel ragionamento aperto da Leoni e Barbabella, non con i commenti, che in questa rubrica sono disattivi, ma con contributi firmati e spediti per e-mail a dantefreddi@orvietosi.it , specificando nell'oggetto la rubrica "A destra e a manca".
La rubrica esce ogni lunedì.
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Pubblicato il: 07/03/2011