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Padre Giovanni ha lasciato il sio testamento spirituale

Lo ha consegnato sabato sera durante la messa in Duomo. "Portare avanti il progetto della Cattedrale come centro eucaristico, progetto che per l'ex vescovo "deve continuare se vogliamo essere fedeli alla nostra storia". Ma padre Giovanni ha chiesto anche di realizzare la casa famiglia, il "nido dei bambini e delle mamme che hanno bisogno di essere accolti"

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ORVIETO - È tornato a spiegare i motivi per cui deve lasciare la diocesi, ha pregato per l'unità della Chiesa orvietana, per monsignor Giovani Marra perché riesca nell'"operazione chirurgica dello spirito" che gli è stata affidata, e ha voluto lasciare anche un testamento spirituale raccomandando alla comunità gli impegni che più gli stanno a cuore. Padre Giovanni Scanavino, nel ritrovato abito da monaco agostiniano, ha salutato così la sua gente sabato sera.

Lo ha fatto in una Cattedrale gremita, accolto, nella commozione generale, da oltre cinque minuti di interminabile applauso. "Il mio è il primo passo verso la guarigione - ha detto Scanavino tornando sulla metafora della spaccatura della Chiesa locale intesa, come una malattia da estirpare - Tutto quello che di bene avete testimoniato sarà il motivo iniziale per aiutare questa Chiesa a diventare sempre più viva. Questa Cattedrale - ostensorio ci chiede di continuare con coraggio e fiducia".

Con toni sempre di comunione, a tratti intimi, Scanavino ha pregato per i sacerdoti "perché capiscano - ha detto tra gli applausi - quanto è bello vivere nell'unità, nella comprensione e nell'amore", per l'amministratore apostolico inviato da Vaticano perché sia sostenuto da "coraggio, serenità e disponibilità" e "accolto con amore e benevolenza". Ma il suo primo pensiero è stato "per quella comunità - ha detto - che vive nella carità, che è stata spesso bersagliata e non sempre capita".

Ai fedeli e non, riuniti in Cattedrale padre Giovanni ha poi lasciato il suo testamento spirituale: portare avanti il progetto della Cattedrale come centro eucaristico, progetto che per l'ex vescovo "deve continuare se vogliamo essere fedeli alla nostra storia". Ma padre Giovanni ha chiesto anche di realizzare la casa famiglia, il "nido dei bambini e delle mamme che hanno bisogno di essere accolti". In cassa, ha voluto specificare Scanavino, ci sono 54mila euro, "frutto della generosità di tanti giovani che si stanno tassando. Questa opera - ha detto - deve continuare ad essere segno della carità di questo popolo" .

Ma ai presenti, Scanavino ha voluto regalare anche alcune sue riflessioni, appunti, file ritrovati sul suo computer e riletti in questi ultimi giorni in cui tanto ha riflettuto. Vale la pena ricordare un pensiero, il più intimo, per capire ancora una volta - se ce ne fosse ancora bisogno - lo spirito di Padre Giovanni.

Di ritorno dal campo Caritas in Kosovo padre Giovanni qualche tempo fa scriveva: "Ho sbagliato tutto, inseguendo la tentazione di poter fare di più. Con le burocrazie ho perso un sacco di energie. Come vescovo peggio che andar di notte. Quando si lavora con i poveri non bisogna tradirli, per ampliare il proprio orizzonte, per le proprie ambizioni. Che il Signore mi perdoni".

Pubblicato il: 07/03/2011

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