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Quintina Cataldo, mamma di Luca Seidita, scrive al Santo Padre. Una lettera bellissima e commovente

di Quintina Cataldo, mamma di Luca Seidita

Santo Padre,
sono la mamma del diacono Luca Seidita, tragicamente scomparso ad Orvieto nel novembre scorso.
Dopo il drammatico gesto di mio figlio, al quale è stato indotto da freddo legalitarismo, mi sono ritrovata a rifugiarmi nel vangelo, ogni giorno, per cercarvi una risposta alla mia disperazione. mi sono imbattuta così in un brano che chissà quante volte ho ascoltato senza darvi troppo peso.
"Gesù andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia. Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: "Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini".
Ma lei gli replicò: "Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola, va': il demonio è uscito da tua figlia". Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata su letto e il demonio se ne era andato."
Ebbene, Santità, questo brano mi ha dato speranza, ed ho deciso di rivolgermi a Lei, Padre e Pastore, come la disperata donna che si rivolse a Gesù. Santità, anche i cagnolini mangiano le briciole dei figli, voglia almeno considerarmi alla stessa stregua, e mi ascolti, e mi risponda.
Sapendo che è difficile che questa mia arrivi personalmente a Lei (chissà quanti uffici e quanti filtri per una lettera a Lei indirizzata), ho deciso di affidarla ai mezzi della comunicazione sociale, che tante volte la Chiesa ha esaltato come mezzi di evangelizzazione. E creda, questo mi costa tanto, perché sono costretta a mettere in piazza i miei sentimenti più intimi: perché il gesto di mio figlio, che voleva farsi prete perché si sentiva chiamato? Chi ne ha la responsabilità, almeno quella morale?
Ho sentito parlare di lettere scritte a Lei per bloccarne l'ordinazione: chi le ha scritte e che cosa contenevano di tanto grave? Tra coloro che hanno accompagnato Luca nel suo cammino verso il Sacerdozio, accanto a quelli che lo hanno giudicato inadatto, ci sono stati tanti preti che lo hanno incoraggiato, e sopratutto tanti laici che lo hanno conosciuto ed apprezzato, e che oggi me ne danno testimonianza. C'é stato infine anche il vescovo Giovanni Scanavino, che lo ha amato come un figlio, l'ha guidato, l'ha corretto, l'ha indirizzato proprio come il pastore evangelico che porta gli agnellini sul petto. Era un agnellino, mio figlio, ed è stato sacrificato:perché?
Proprio in questi giorni sono tornata ad Orvieto, per ripercorrere i passi di mio figlio per cercare di capire, per pregare con lui, e ho scoperto una città in subbuglio, perché il vescovo, si dice, è rimosso dalla Santa Sede. Cioé da Lei? Perché? C'entra qualcosa anche in questo mio figlio?
Ho il cuore a pezzi e non ho più lacrime:anche Dio può volermi abbandonare? E' questa la mia supplica, Santo Padre: chiarisca i miei dubbi. Mi dica che la Chiesa mi sta accanto, con carità ma in verità (come Lei ha scritto tanto bene). Porti alla luce del sole che è Cristo, l'intera vicenda, so che Lei può averne il coraggio.
E, infine, riporti pace in questa terra orvietana, sede del miracolo eucaristico, perché il miracolo si rinnovi sotto la guida di un pastore buono, mite, umile di cuore come Gesù: qual é, come l'ho conosciuto, Padre Giovanni. Santo Padre, si fidi di Dio e del suo popolo, prima ancora che della burocrazia ecclesiastica. Sappia il Signore, che Lei rappresenta, ricompensarla per aver ascoltato l'improntitudine di una povera vedova.

Pubblicato il: 02/03/2011

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