Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: NOTIZIE
NOTIZIE CORSIVI

Veleni nella Curia

Da subito Scanavino ha parlato ai giovani, si è subito aperto al dialogo con le parti più vive della città, iniziando a cambiare le cose e anche certi meccanismi di potere. La vicenda del diacono è diventata il "casus belli" di uno scontro già in atto. E c'è una poesia, amorosa e minacciosa. Una copia dei versi in questione ora è anche all'attenzione della polizia

foto di copertina

(Ste.Tom.) - ORVIETO - Veleni nella Curia. La triste vicenda del diacono Luca Sedita, scomparso suicida a dicembre scorso all'età di 26 anni, dopo il "no" del Vaticano alla sua ordinazione sacerdotale, non è che la punta emersa di un iceberg. Lo dimostra chiaramente il clima di tensione e di veleni di questi giorni quando, alla vigilia dell'annuncio ufficiale della decisione del Santo Padre sulle sorti del vescovo Scanavino e di fronte alle tante manifestazioni di solidarietà nei confronti del presule, si registra una temperie di scontri, di sospetti, di tradimenti e la sensazione di una fine, ormai, imminente. La fine di cosa? La fine di un confronto che, a tratti, in questi ultimi anni è stato anche feroce e che vede oggi la diocesi spaccata. Un taglio verticale, molto spesso generazionale.

L'arrivo di padre Giovanni Scanavino, a dicembre del 2003, ha smosso le acque stagnanti della diocesi guidata da quasi trent'anni dal vescovo Decio Lucio Grandoni. Da subito Scanavino ha parlato ai giovani, si è subito aperto al dialogo con le parti più vive della città, iniziando a cambiare le cose e anche certi meccanismi di potere. Basti pensare agli assetti dell'Opera del Duomo. Il tutto con una spiccata attitudine all'ascolto, con la semplicità e la profondità del messaggio evangelico autentico di cui è testimone e con la vicinanza alla gente. Tanta gente, la più varia: al punto che c'è anche chi gli ha rimproverato qualche frequentazione. Un vescovo amatissimo da tanti, scomodissimo per altri. Un vescovo che ora ha tirato fuori anche l'idea del Duomo Santuario eucaristico, un'altra partita attorno alla quale ruotano tanti interessi.

Ed ecco che la vicenda del diacono è diventata il "casus belli". Scanavino punito per averlo ordinato diacono senza il benestare del Vaticano. Obbediente nel momento in cui alla fine ha rinunciato ad ordinarlo sacerdote, probabilmente il presule pagherà comunque a caro prezzo adesso la decisione che coraggiosamente aveva assunto di dare un'opportunità a quel giovane.

Al punto che ora è fin troppo facile gettargli addosso la croce e rimettersi alle decisioni del Vaticano. Eppure in città c'è chi racconta un'altra storia. O almeno ha provato a farlo, ieri mattina, con una poesia anonima apparsa su alcune bacheche cittadine e poi subito fatta sparire. Il titolo è "A Padre Giovanni". "Sei giunto tra noi, padre Giovanni, ignaro che questa è terra di inganni - recitano i versi - e ad ogni don di una triste campana sacrificata è la persona più umana. Chi meglio di te ora può ben capire, quando il serpente stringe le spire, quando vorrebbero lasciarti solo a farti sbranare sull'italo suolo". La poesia conclude dicendo: "Che, in tuo luogo, venga punito quello che ha ordito la trama più nera". Una copia dei versi in questione ora è anche all'attenzione della polizia.

Secondo molti, in ogni caso, tutte queste reazioni "non fanno bene a Scanavino" come viene spesso ripetuto, non si sa con quanta onestà. In fondo, comunque, questo è anche quello che è stato detto domenica scorsa in tante chiese orvietane, pure sulla spinta delle dichiarazioni del vescovo che in maniera insolitamente dura si è dissociato dalle iniziative di solidarietà nei suoi confronti. Bene, proprio su quelle dichiarazioni adesso si è scatenato un autentico giallo. Dichiarazioni troppo dure per essere uscite dalla bocca del presule e che hanno dato adito ad una serie di illazioni sulla loro autenticità. C'è chi sarebbe addirittura pronto a giurare che Scanavino non solo non avrebbe pronunciato quelle parole, ma non avrebbe neanche avuto intenzione di fare dichiarazioni. Stizzito, l'ufficio stampa risponde sottolineando il suo ruolo di "porta parola del vescovo". "Pertanto - afferma il responsabile, Antonio Colasanto - ogni dichiarazione dell'ufficio stampa è condivisa dal vescovo. Nello specifico la nota (di sabato, ndr) è stata dettata e autorizzata dal nostro pastore". Nessuna smentita ufficiale, in ogni caso, è giunta in alcuna forma da Scanavino.

Pubblicato il: 01/03/2011

Torna alle notizie...