Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: NOTIZIE
NOTIZIE CORSIVI

Cimicchi, con uno sguardo al passato e l'attenzione al futuro

Stefano Cimicchi ricorda il processo per arrivare al restauro del teatro Mancinelli, che rischiavamo addirittura di perdere nelle sue peculiarità. Ricordi da cui emerge la soddisfazione per quanto è stato fatto ad Orvieto e la certezza di un futuro positivo già avviato

Approfondimento

"Dieci anni fa - afferma il sindaco di Orvieto, Stefano Cimicchi - c'era la novità della riapertura del teatro, oggi c'è l'interesse per una istituzione divenuta prestigiosa. Tante volte in questi anni ci siamo domandati se la nuova vita del Teatro poteva essere considerata all'altezza della sua storia. Ricordiamo ancora l'emozione durante i primi spettacoli e i primi concerti. Eravamo rimasti colpiti dalla partecipazione con cui i cittadini si erano voluti reimpossessare del loro Teatro. Intere famiglie ai primi spettacoli, anziani con l'abito 'buono' e tanti, tanti, giovani. Un 'sogno' che avevamo cercato con tutte le forze da quando, nel 1991, erano ripresi i lavori dopo una sosta forzata e paradossalmente 'fortunata' (a buona ragione, si può dire che il Mancinelli sia stato salvato dalla mancanza di fondi del F.I.O. perché la prima parte del consolidamento e restauro aveva procurato danni gravissimi che sono stati recuperati con il successivo intervento!) e nessuno avrebbe giurato su una durata dei lavori di appena due anni".
"Ciò è avvenuto - prosegue - da un fatto principale: il desiderio fortissimo di ri-avere il teatro in funzione ed il clima conseguente creato intorno alla direzione dei lavori e alle imprese. In Giunta municipale parlavamo di 'shock positivo' che si riteneva necessario e possibile con la riapertura del Teatro contro le cassandre de 'la città che muore'. Il Consiglio Comunale si recò diverse volte in visita al cantiere, abitudine che conserviamo tuttora e che utilizzammo molto per far sentire ai protagonisti di allora nella gestione dei cantieri, il 'fiato sul collo'!, e si può dire a ben ragione che riuscimmo a contagiare tutti con la nostra 'fame' di riavere il gioiello dei 'luoghi della cultura' di Orvieto. Quanto questo abbia pesato sul 'sistema' saranno gli storici a dirlo, certo è che è stato un decennio di successi e di soddisfazioni e mentre è stata soddisfatta una 'sete' di cultura vecchia di almeno un decennio è stato possibile andare oltre con un altissimo tasso di innovazione nelle modalità di gestione e nella proposta e produzione degli eventi".
"A guardare indietro - aggiunge Cimicchi - ci sono momenti che ogni orvietano avrà per sempre stampati nella propria mente, dai successi di Umbria Jazz Winter ai saggi e le 'operette'messe in scena dai nostri appassionati , dalle scuole orvietane e del comprensorio. Ma anche le polemiche vanno ricordate, come quelle sui costi. Non dobbiamo avere paura a parlarne perché ciò ci dà la possibilità di mettere in chiaro alcune cose importanti. Innanzi tutto il ruolo della Associazione Te.Ma., che fondammo in pochi e che ora conta centinaia di soci. L'associazione ha assunto, man mano, un ruolo sempre più importante nella strategia della 'città degli eventi' costruendo una serie impressionante di successi, dalla bigliettazione molto elevata, alla cura di eventi commissionati da altri enti, alla gestione in proprio di produzioni artistiche!, e facendosi carico della gestione e ricerca di finanziamenti per sostenere il ciclo delle attività che una volta varate le sono state assegnate. Sicuramente la continuità della direzione artistica e della gestione effettuata dal Consiglio di Amministrazione ha contribuito molto, il sostegno dell'Amministrazione Comunale, della Cassa di Risparmio di Orvieto e di tutti gli altri enti e sostenitori ha permesso alla Associazione Te.Ma. di tenere un livello forse addirittura al di sopra delle reali possibilità della nostra città.

Nel suo complesso è, sicuramente, una struttura che molti ci invidiano nella nostra regione e oltre. Cosa sarebbe oggi Orvieto senza il suo Teatro? Bisogna di sicuro allargare la cerchia dei sostenitori ma deve essere sempre garantito un adeguato sostegno perché il 'sistema Orvieto' non può rinunciare ad una componente così essenziale e integrata, bene primario come tutti gli altri 'tasselli' del mosaico".
"Ripercorrendo la storia e ritornando al 1995 quando Caterina Bon Valsassina (storico dell'arte che curò la Direzione Lavori Opere d'Arte del Teatro Mancinelli) affermò che 'il rifacimento del teatro comunale di Orvieto si inserisce nel generale clima di rinnovamento artistico ed urbanistico dell'Italia risorgimentale' - conclude il sindaco - viene da pensare cosa è accaduto ad Orvieto tra il 1977 ed il 2003 quando ci ritroviamo a ricordare i dieci anni dalla ripresa delle attività del Teatro comunale. Dal Progetto Orvieto passando per la Città Sistema per approdare alla Città del Buon Vivere! Un sommovimento di coscienze e di consapevolezze, una progettualità alta ed insistita che si trasforma, come poche altre volte accade, in risorse. Capacità di Governo dei processi e visione di largo respiro. Un luogo della cultura come il Mancinelli non poteva nascere in un altro posto. Orvieto è orgogliosa di averlo all'interno del suo 'mosaico' e si impegna a farlo crescere ancora, coerentemente con il disegno generale che gli ha dato vita. In questi giorni di festeggiamenti per il decennale del Teatro Mancinelli sappiamo che Orvieto risponderà con lo stesso entusiasmo con il quale, in questi dieci anni, ha fatto crescere il suo teatro e la sua città".


Pubblicato il: 01/12/2003

Torna alle notizie...