Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: NOTIZIE
NOTIZIE CORSIVI

Approvato il Documento annuale di programmazione per il 2011.

Il documento approvato che regolerà la vita regionale

L'assemblea regionale ha approvato con 20 sì e 10 no (Pdl, Lega nord e Udc) il Dap 2011,  predisposto dalla Giunta ed integrato in Prima Commissione, il 22 febbraio. Di seguito il documento e la discussione precedente l'approvazione.

Documento annuale di programmazione (qui il testo
integrale
 http://www.consiglio.regione.umbria.it/sites/www.consiglio.regione.umbria.it/files/pdf-atti/2010/N44128.PDF)

Nella sua relazione FAUSTO GALANELLO ha spiegato che "il Dap 2011-2013 si colloca in un contesto economico e sociale ed in un quadro istituzionale denso di incertezze e criticità, causate dalla profonda crisi economica e dalla debole ed insufficiente risposta del Governo nazionale. Il Fondo sociale europeo è stato in gran parte distolto dalla propria funzione di supporto alle politiche di sviluppo, attraverso politiche attive del lavoro, e destinato al finanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga e alla soluzione dei problemi aperti sul versante dei precari a causa di una poco meditata riforma nazionale della scuola, scaricando il peso della salvaguardia dei conti pubblici sui soggetti più deboli. La stessa cosa è avvenuta per il Fondo per le aree sottoutilizzate (Fas), con la gran parte delle risorse spostate dalla finalità originaria di finanziamento degli investimenti e delle misure per lo sviluppo per le aree più deboli del Paese, per far fronte a interventi di tutt'altra natura, frammentati sul territorio, nella logica dell'emergenza e dell'intervento "spot" (emergenza rifiuti, problemi di bilancio del Comune di Catania, Roma,.).
Senza contare che, contravvenendo agli accordi presi con le regioni, il Governo ha di fatto congelato le possibilità di utilizzo del Fas in tutte le regioni, anche da noi in Umbria, con conseguenze negative sull'intera strategia di sviluppo finanziata dalla risorse comunitarie e nazionali. A questo quadro va aggiunta la manovra di luglio (Legge 122/2010) che ha scaricato sulla finanza regionale e locale l'onere del controllo della spesa pubblica, con un taglio complessivo di 4 miliardi di euro, che per l'Umbria sarà di circa 100 milioni di euro. In questo quadro la Regione Umbria tenta con questo Dap di impostare un coraggioso percorso di riforma, che vede i propri punti cardine proprio nei settori trascurati dal governo
nazionale: investimento sul capitale umano, ricerca di nuovi sentieri di crescita economia, attenzione al sistema di welfare, indispensabile in una fase difficile come quella attuale. Un percorso da intraprendere nella consapevolezza dei ristretti gradi di libertà alla luce dei pochi margini di manovra che emergono dal quadro incerto e preoccupante appena descritto, ma anche dei punti di forza e delle criticità in termini di performance sociali ed economiche. Proprio in questi termini va sottolineato come l'Umbria stia tenendo rispetto alla crisi meglio di altre regioni, anche se il prolungarsi delle difficoltà in termini di occupazione cominciano a farsi sentire, soprattutto in termini di consumi. Questo Dap segna il cambio di passo perché sceglie il percorso da compiere, un percorso che, malgrado le criticità sopra esposte, malgrado i forti tagli operati dal governo tiene dritta la barra su due principi: sostenere famiglie e imprese nella crisi e soprattutto investire per la ripresa strutturale. Il Dap sceglie di puntare su energia, sostenibilità ambientale, green economy, innovazione, ricerca e formazione. E su questi temi investe, nonostante il peso dei tagli operati dal governo, risorse, energie, politiche. L'Umbria investe sull'istruzione e sulla formazione, sulle borse di studio, sulla ricerca, sulla mobilità dei giovani ricercatori, sul sostegno ai percorsi di formazione tecnica che possono offrire importanti opportunità di lavoro ai nostri giovani. Cerca nel tema dell'economia verde o green economy un'opportunità di sviluppo e di crescita sostenibile e compatibile con
l'ambiente e la "vocazione" verde della nostra regione. Si tratta di un tema che comprende una pluralità di settori e un gran numero di imprese: dall'innovazione tecnologica al risparmio energetico, alle fonti rinnovabili, dal settore dell'edilizia a quello dei trasporti, dagli elettrodomestici al turismo, all'agricoltura di qualità, dall'high-tech al riciclo dei rifiuti al ciclo dell'acqua, dalla diffusione di prodotti e di processi produttivi innovativi ed efficienti alla creazione di nuova occupazione qualificata, in una forte spinta all'esportazione di processi e prodotti eco-efficienti. Una scelta che aprirà nuove opportunità per i giovani dell'Umbria e per le nostre imprese a favore delle quali, malgrado le difficoltà più volte evidenziate, si esaminerà la possibilità di una riduzione dell'Irap per quelle che assumeranno (anche mediante stabilizzazione di rapporti a termine) dipendenti a tempo indeterminato, con particolare attenzione ai disoccupati di lunga durata e all'occupazione femminile. Ancora per le imprese, il Dap non tralascia il tema della semplificazione amministrativa, interventi a costo zero per la Regione ma molto rilevanti in quanto possono rappresentare un importante elemento di competitività per il sistema regione. La sfida, per quanto riguarda il welfare, è di ottimizzare l'utilizzo delle risorse per realizzare interventi più efficaci e dunque verranno ampliati gli interventi finalizzati ad assicurare l'appropriatezza della spesa, l'uniformità su scala regionale dei criteri per l'accesso alle prestazioni e la
partecipazione alle spese. Resterà centrale l'attenzione per il tema della non-autosufficienza, soprattutto attraverso servizi di prossimità e sostegno alle reti primarie (familiari/comunitarie). L'ambito sociale è stato fortemente colpito dalle scelte operate a livello nazionale e per il quale resta una forte criticità per gli anni successivi al 2011, soprattutto in una regione come la nostra caratterizzata dalla presenza di un elevato numero di cittadini anziani. Un aspetto questo che incide fortemente anche sul sistema sanitario regionale per il quale il 2011 sarà un anno essenziale, soprattutto per l'applicazione delle norme relative al federalismo fiscale.
L'impegno dell'Umbria è invece di mantenere la natura universalistica del sistema sanitario, coniugando la sostenibilità in termini economici con l'appropriatezza che è sinonimo di qualità ed efficacia assistenziale.
La qualità della sanità umbra è riconosciuta anche a livello centrale: l'Umbria è una delle regioni di riferimento (regioni benchmark) per il federalismo in sanità e risulta tra le migliori anche in termini di qualità delle prestazioni erogate. Per il 2011 si prevede di agire sui programmi di prevenzione soprattutto attraverso il potenziamento dei programmi di screening. Per quanto riguarda l'assistenza territoriale e l'offerta di cure intermedie, si investirà sulle cure domiciliari, perché un cittadino malato ha una qualità della vita migliore se può rimanere nel proprio "ambiente", sulla realizzazione di nuove residenze sanitarie assistite a degenza breve e di centri semiresidenziali diurni (alzheimer, sindrome autistica). Si lavorerà sulla rete ospedaliera puntando ad un'ulteriore riduzione di posti letto per acuti a fronte di un aumento posti letto per post-acuzie, riabilitazione, lungo-degenze. E soprattutto si lavorerà in maniera decisa per la definitiva soluzione il tema delle riduzione delle liste d'attesa, con l'attivazione del Centro unico di prenotazione integrato regionale".

Negative le valutazioni sul Dap espresse da ANDREA LIGNANI MARCHESANI (Pdl), secondo cui "si persevera, acuendo i toni ed aumentando nel testo le inutili sottolineature, in un approccio che continua ad essere di tipo ideologico, con una visione manichea che individua esclusivamente meriti e virtuosismi all'Esecutivo regionale e confina nel solo Governo nazionale demeriti, scelte errate e tagli indiscriminati. Un approccio che non fa onore a chi lo formula, puerile e privo di concrete prospettive di risoluzione di una crisi che, nonostante i segnali di ripresa che si possono intravedere all'orizzonte almeno in un contesto di prospettiva globale internazionale e nazionale, è ben lungi dall'essere superata. L'Umbria ha al suo interno capacità e risorse legate alla filiera turismo-ambiente-cultura, che possono provare a resistere alla tempesta economica e rilanciare un contesto economico sociale che segna pesantemente il passo sia dal punto di vista della coesione comunitaria, sia per quanto concerne la tenuta dei bilanci delle imprese e delle famiglie. I principali indicatori economici si posizionano su valori inferiori alla media italiana e non possiamo dimenticare la sempre più pesante presenza di una 'pseudoricchezza' proveniente da infiltrazioni malavitose e da traffici illegali, a fronte di ciò non si intravedono atti finalizzati all'omogeneizzazione delle Polizie amministrative. Il Dap in discussione risente del ritardo nella presentazione e nella discussione, ingiustificabile alla luce di semplici considerazioni che prescindono dalla data ormai sempre più teorica del 31 luglio prevista dal dettato normativo. Il ritardo nella presentazione del DAP, (oltre un mese rispetto al 2010) avrebbe forse avuto una giustificazione se si fosse discostato significativamente dal programma di governo discusso lo scorso giugno, se la nuova e sedicente Alleanza per l'Umbria fosse un qualche cosa di sostanzialmente diverso dal defunto Patto per lo Sviluppo o almeno avesse marcato una chiara discontinuità rispetto ai passati Documenti. L'Umbria continua ad oscillare tra la volontà di agganciarsi alle Regioni del Nord e la possibilità drammaticamente presente di essere risucchiata verso Sud.
Analizzando infatti il quinto rapporto Ruics l'Umbria cresce meno della media nazionale, si posiziona al decimo posto con un tasso di crescita inferiore alle Marche e alla Toscana. Nel raggiungimento degli obiettivi di Lisbona l'Umbria si trova in una fascia intermedia del 50/60 per cento rispetto ad un dato medio europeo del 68,7 per cento. I due filoni con cui in questi primi mesi di legislatura si vuole dare una risposta alla crisi e dimostrare agli umbri impegno e risultati appaiono francamente deboli e poco significativi: l'Alleanza per l'Umbria è stata sottoscritta in pratica dagli stessi attori del Patto per lo sviluppo, scompaiono i Tavoli territoriali a testimonianza del fallimento dei vecchi ATI della ormai passata riforma endoregionale del 2007, vengono tagliati i 10 progetti caratterizzanti. Assistiamo in sostanza alla messa in soffitta del concetto fallito di Umbria a rete tanto caro alla vecchia Governatrice senza però prefigurare alcun modello alternativo. La promessa semplificazione amministrativa si basa su due disegni di legge: quello sull'Ater (assolutamente limitato e privo di coraggio rispetto alla proposta presentata dal Centrodestra) e quello sulle Comunità montane (pletorico e privo di sbocchi armonici e razionali in un contesto ancora confuso di interazione tra norme nazionali, riforma endoregionale vigente, sua applicazione nel contesto del Piano sociale regionale e soprattutto privo di un disegno certo riguardo la gestione all'interno di nuove forme aggregative dei servizi fondamentali di acqua e rifiuti). E' quanto si evince dai due Disegni di Legge relativi alla semplificazione amministrativa ad oggi partoriti dalla Giunta regionale il primo riguardante gli ATER approvato lo scorso luglio, il secondo riguardante le competenze delle Comunità Montane e un nuovo ambizioso progetto di riforma endoregionale fermo in Commissione in attesa della fine della sessione di bilancio. Il primo assolutamente limitato e privo di coraggio rispetto alla proposta presentata dal Centrodestra, il secondo pletorico e privo di sbocchi armonici e razionali in un contesto ancora confuso di interazione tra norme nazionali, riforma endoregionale vigente, sua applicazione nel contesto del Piano sociale regionale e soprattutto privo di un disegno certo riguardo la gestione all'interno di nuove forme aggregative dei servizi fondamentali di acqua e rifiuti. La nuova Legge di Riforma rischia di essere un nuovo mostro giuridico quale quello del 2007, privo di condivisione di base negli Enti locali e che rischia di insabbiarsi nei meandri dei veti incrociati e della normativa nazionale ancora in itinere. Una dimostrazione evidente di come la preannunciata grande stagione di riforme e di semplificazione amministrativa possa essere derubricata alla mera stagione degli annunci mentre la Comunità regionale, ancor oggi priva di un'identità definita, identità che non può essere data da aggregazioni istituzionali estemporanee , annega in criticità di natura sociale quale la piaga della droga e la ancora irrisolta questione delle morti bianche. Una Regione che invecchia e che dovrà affrontare problematiche inerenti l'età media dei propri residenti con politiche preventive di lungo periodo volte a favorire la natalità sia con provvedimenti di più corto respiro inerenti assegni di cura ed assistenza domiciliare. Non si deve andare alla ricerca di risorse tese a sostituire i tagli ma selezionare interventi in base al merito, allo stato di bisogno e alla qualità degli interventi modulati secondo i criteri del nuovo welfare individuato dal ministero del lavoro, privilegiando interventi diretti invece di una gestione insostenibile ed elefantiaca della spesa assistenziale . Il Dap dovrebbe provare a volare alto mentre invece rimane un capolavoro di compromesso che scadono in un
confronto di sotto politica: le problematiche infrastrutturali rimodulate al millimetro non danno chiaro il messaggio di una nuova stagione di scelte ma perpetuano lo schema di una Regione fatta di comprensori in lotta campanilistica tra loro; il compromesso in materia di rifiuti sposta in avanti la costruzione e l'individuazione del sito per l'impianto di chiusura del ciclo, a causa di differenti ed inconciliabili visioni politiche.
Quest'anno l'opposizione di centrodestra ha preferito incardinare la discussione sul Dap diversificando compiti, argomenti e proposte. Mi limito a sottolineare come la rigidità del bilancio regionale preveda la disponibilità di meno di 400 milioni di euro da destinare a scelte di natura politica ma che di queste, nonostante gli sforzi compiuti, oltre il 40 per cento vada nelle spese per il personale e per il funzionamento elefantiaco della Regione. Uno sforzo concreto teso ad eliminare sprechi, consulenze inutili, favori agli amici, contratti di favore non adeguatamente supportati dalle norme vigenti deve essere fatto se si vuole coinvolgere la comunità regionale in un corretto sforzo di risanamento. L'aiuto alle imprese, il cui stato di salute non buono è certificato dalla diminuzione in essere del gettito Irap ha necessità anche di interventi di natura simbolica, ma al tempo stesso concreta nella rimodulazione appunto delle aliquote Irap.
Crediamo che questo Dap debba essere ritirato, rivisto e ridefinito in modo non ideologico, cercando veramente di affrontare la sfida di un'Umbria che marci unita nelle sfide del futuro".

SCHEDA SINTETICA: IL DAP 2011
Il Dap non prevede interventi fiscali su tributi ed entrate regionali, sia come scelta politica che come effetto del blocco dell'autonomia impositiva.
Verrà potenziato il controllo sul pagamento della tassa automobilistica e si punterà sulla valorizzazione del patrimonio regionale, da cui dovrebbero arrivare 10 milioni di euro in tre anni. Per ridurre le spese della Regione si procederà a dismettere o accorpare alcune sedi, procedendo dove possibile
all'acquisto, per eliminare gli oneri degli affitti passivi. Verrà poi
ridotto il ricorso al mercato, mantenuto finora a 56 milioni di euro, pur procedendo con alcuni investimenti chiave previsti per il 2010. Sei sono "i progetti per il futuro", gli ambiti su cui puntare per andare oltre la crisi e cogliere nuove opportunità. 1) Green economy: mettere in campo azioni fortemente innovative, orientate a diffondere l'interesse e l'attenzione per le opportunità di nuovi business derivanti dalla ricerca,
dalla sua applicazione e dalla combinazione delle diverse tecnologie verdi.
Elaborare una strategia regionale per l'energia, puntando sulle energie rinnovabili e sull'efficienza energetica. Migliorare la sostenibilità ambientale delle produzioni sostenendo lo sviluppo di prodotti da materie prime rinnovabili (chimica bio based). Avviare il sostegno ai processi di riconversione verde del sistema produttivo, il sostegno alla nascita di imprese orientate alla green economy, e la reindustrializzazione del polo chimico ternano. Sarà inoltre importante sviluppare i materiali speciali, la meccanica avanzata e la meccatronica, puntando su ricerca e innovazione.
Anche l'agricoltura dovrà essere interessata, creando un più stretto raccordo con la ricerca, sviluppando processi e tecniche produttive e favorendo l'agroenergia. 2) Sviluppo economico e sistema delle imprese: entro il 2011 verrà approvato un Documento quadro di indirizzo con le misure immediate e di medio periodo a favore della competitività e dell'occupazione
in Umbria. Ad esso seguiranno il Documento di indirizzo triennale per le politiche industriali e il Piano triennale per le politiche attive del lavoro. Per il sostegno alle imprese si procederà con riduzioni dell'Irap; implementazione dei fondi rotativi (a partire da quello a sostegno della cooperazione); creazione del portale internet dello Sportello unico,
revisione delle norme sulla creazione d'impresa; sostegno alla domanda di servizi qualificati da parte delle piccole medie imprese; creazione di strumenti per l'interazione con la governance delle multinazionali; semplificazioni e supporti per le piccole imprese (in particolare per quelle artigiane). Sarà attuato il programma del Centro estero per l'Umbria e
promossi progetti per l'innovazione della rete della piccola distribuzione nei centri storici. Tutti gli interventi nel settore partono da una riorganizzazione delle Agenzie regionali per lo sviluppo intorno ad un unico soggetto 'in house'. 3) Turismo-ambiente-cultura: Il turismo viene individuato come secondo motore dello sviluppo dell'Umbria. La filiera turismo, ambiente, cultura viene ampliata per diventare turismo, commercio,
ambiente, cultura, agricoltura di qualità. Nel 2011 proseguirà l'attuazione del Piano triennale per la qualità: verranno verificati i 1200 agriturismi umbri e nel 2012 si procederà con la verifica delle altre strutture extra alberghiere. È prevista la realizzazione di un evento annuale dedicato
all'accoglienza turistica e sarà realizzata la riforma normativa relativa ai requisiti e alla classificazione degli agriturismi. Il bando Tac 2 si baserà sull'integrazione dei diversi attrattori territoriali, sulla qualificazione turistica e su efficaci forme di comunicazione. La cornice di tali attività è rappresentata da una strategia unitaria di comunicazione e promozione
dell'Umbria che ne rafforzi l'immagine di terra di sensazioni ed esperienze, di luogo dell'arte di vivere, di qualità dell'ambiente e anche terra di innovazione. Sarà dunque centrale la definizione del Piano regionale di comunicazione, per consolidare il posizionamento dell'Umbria e sperimentare
nuove vie di comunicazione, definendo una strategia di marketing e comunicazione che si rivolga anche ad una platea più ampia e diffusa, puntando ad aumentare il numero di 'contatti', soprattutto attraverso nuove
forme di comunicazione. Il web, i social network, i forum tematici sono elementi di grande potenzialità per un turismo che difficilmente passa per i grandi tour operator. Azioni per il coordinamento dell'immagine dell'Umbria riguarderanno la riqualificazione dei 12 uffici di informazione e assistenza
turistica (Iat), la presenza degli stand della Regione nelle principali manifestazioni di settore e l'ulteriore sviluppo della linea d'immagine coordinata relativa ai beni culturali e ambientali. Sarà attuato un Piano di organizzazione di contenuti per lo sviluppo del Portale "Girandolumbria.it' che accompagni la domanda di turismo scolastico che viene
sia dalle scuole della nostra regione che dagli altri territori nazionali.
Nell'ambito culturale si punterà su biblioteche, musei, arte contemporanea, editoria, e cinema (prevista una legge regionale apposita), spettacoli dal vivo e attività rivolte alle famiglie con bambini. 4) Agricoltura e sviluppo rurale: l'aumento della competitività delle imprese sarà perseguito con la
riorganizzazione del sistema (aggregazione delle filiere che ricomprendano anche la ristorazione), messa in rete delle imprese, rafforzamento degli strumenti per l'internazionalizzazione, potenziamento del capitale fisico e
umano, promozione e comunicazione dei prodotti e della filiera. Nel 2011 l'attuazione delle misure del Piano di sviluppo rurale 2007/2013 sarà incentrata sui temi delle filiere, dell'imprenditoria giovanile e della qualità. A ciò si aggiungerà un canale di valorizzazione dei prodotti agroalimentari incentrato su iniziative integrate per promuovere il
patrimonio culturale e i prodotti tipici. Sarà sviluppato un programma di comunicazione e promozione contenete anche progetti innovativi di partenariato pubblico-privato. In ambito venatorio verranno potenziati l'osservatorio faunistico regionale e le misure per la riduzione dei danni all'agricoltura ed è prevista una conferenza interregionale (tra le Regioni
dell'Italia centrale) sulle normative regionali relative all'attività
faunistico venatoria. 5) Sistema formativo, alta formazione, politiche per il lavoro: Uno dei principali aspetti della riforma della scuola è rappresentato dal nuovo dimensionamento scolastico: la ridefinizione dell'offerta formativa e della rete scolastica regionale proseguiranno anche nel 2011, secondo le indicazioni dettate dal Consiglio regionale con la
Deliberazione n. 12/2010. Entro dicembre 2011, la Regione approverà il Piano regionale dell'offerta formativa e della programmazione della rete scolastica che definirà il nuovo assetto ordinamentale, organizzativo e didattico del
sistema scolastico regionale con l'obiettivo di superare situazioni di frammentazione, dispersione o duplicazione dell'offerta formativa nei territori. Ci sarà un potenziamento del sistema dei servizi di istruzione gravemente colpiti dalla riforma Gelmini, anche nel 2011 la Regione metterà
a disposizione delle scuole risorse aggiuntive per progetti innovativi e di eccellenza che coinvolgano prioritariamente il personale "precario" escluso dall'insegnamento per via della forte riduzione di organico che caratterizzerà anche il 2011. Particolare attenzione verrà posta all'istruzione tecnico-professionale, strettamente collegata con il mondo del
lavoro per la formazione tecnica superiore - i percorsi di specializzazione post-diploma - il 2011 si caratterizzerà per il monitoraggio dei percorsi attivati con i bandi per Percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore. Per quanto riguarda invece l'Istruzione e formazione professionale, la Regione definirà una normativa specifica, anche di recepimento dei Livelli essenziali delle prestazioni. Con l'obiettivo di
rispondere al fenomeno particolarmente rilevante della dispersione scolastica la Regione definirà l'attuazione dell'offerta sussidiaria degli Istituti professionali per il rilascio delle qualifiche triennali regionali che consentono di assolvere l'obbligo di istruzione (frequentare la scuola fino ai 16 anni di età) e il diritto/dovere all'istruzione e formazione (conseguire un diploma o una qualifica professionale entro i 18 anni). Nel
2011 proseguirà lo sviluppo del sistema regionale integrato
dell'orientamento, dal punto di vista operativo saranno realizzati gli interventi previsti dal POR Fse 2007-2013 per il sostegno finanziario ad azioni che migliorino la percezione delle professionalità tecnico-scientifiche e favoriscano il rafforzamento delle conoscenze, degli stili di pensiero e di apprendimento propedeutici all'ingresso nei percorsi
di istruzione e formazione tecnica e scientifica. Sarà convocata la prima Conferenza del Sistema formativo integrato, per definire i criteri e gli indirizzi per l'impostazione del Piano triennale per il diritto allo studio 201/2013, mirato al sostegno alle famiglie e agli studenti, alla programmazione degli interventi volti a facilitare l'integrazione degli alunni in condizioni di svantaggio, alla promozione di attività volte a favorire la qualificazione del sistema scolastico e dell'integrazione con il sistema formativo. Nel corso del 2011 sarà inoltre realizzata la revisione del sistema di accreditamento delle attività formative per garantire una
più forte integrazione tra norme di programmazione e controllo e norme di accreditamento. Sarà adottato il l° Piano regionale triennale che, ponendo al centro dell'attenzione i giovani in formazione, dovrà definire le strategie regionali del settore in coordinamento con il più ampio contesto delle politiche di sviluppo regionale. Momento centrale di questo percorso
sarà la costituzione della Conferenza Regione-Università, strumento per definire in forma concertata linee ed indirizzi per la programmazione regionale in materia. Qualità della didattica, potenziamento della ricerca scientifica e tenuta dell'offerta di servizi di diritto allo studio costituiscono terreni di condivisione strategica tra autonomia delle istituzioni universitarie e territorio, Regione, Autonomie Locali e
istituzioni finanziarie, temi che saranno oggetto di confronto anche nel corso del 2011. È prevista l'adozione del Piano del sistema integrato dei servizi all'infanzia e sarà avviata la sperimentazione dei 'Nidi familiari', un'esperienza molto diffusa nell'Europa del nord, che consente alle cosiddette 'mamme di giorno' di fare della propria casa un servizio per
l'intera comunità e una fonte di guadagno per la propria famiglia. Verrà infine attuato il progetto relativo alla realizzazione di una banca dati che fornisca informazioni su trasporti, edilizia scolastica, sicurezza degli edifici, razionalizzazione delle spese, assolvimento dei diversi doveri (scolastico, di istruzione e formativo) nonché un monitoraggio
dell'abbandono scolastico degli studenti. Le Politiche attive del lavoro saranno definite nel Programma triennale per le politiche del lavoro. Nel corso del 2011 verranno fortemente condizionate dall'evoluzione dell'accordo col Governo in materia di ammortizzatori in deroga. AI momento l'ipotesi più
probabile è quella della prosecuzione delle attività avviate nel corso del 2010 fino all'esaurimento degli impegni assunti ai sensi dell'accordo iniziale sugli ammortizzatori in deroga. Ad integrazione delle politiche attive rivolte ai percettori di ammortizzatori in deroga, inoltre, sarà sperimentato un intervento a favore di cassintegrati e soggetti in mobilità
rivolto a far compiere un'esperienza di lavoro, di apprendimento sul lavoro e di integrazione al reddito presso gli Uffici giudiziari dell'Umbria. Nel corso del 2011, sarà reso disponibile un primo nucleo di risorse da utilizzare per accompagnare l'utilizzo dei contratti di solidarietà nelle
imprese non rientranti nel campo di applicazione della cassa integrazione.
Un'azione importante sarà la riproposizione degli interventi già
sperimentati per favorire la stabilizzazione di precari appartenenti alle diverse categorie di contratto atipico (parasubordinati, tempo determinato e così via). Analoga finalità sarà perseguita attraverso il progetto Welfare
to work da realizzare secondo le modalità previste da uno specifico programma nazionale e che verrà gestito dal punto di vista operativo dalle Amministrazioni Provinciali. Sarà anche attivata un'azione per favorire il reingresso nel mondo del lavoro per soggetti over-45. Due azioni distinte e convergenti saranno realizzate a favore di diplomati e laureati: da un lato
se ne favorirà l'inserimento lavorativo attraverso percorsi integrati di formazione e di work-experience presso aziende innovative. Sarà effettuata una valutazione di fattibilità ed eventualmente una prima sperimentazione di un sistema di rapporti on-line tra domanda ed offerta di lavoro che preveda
un mix di orientamento e formazione personalizzata a favore di
professionalità specificatamente richieste dal lato delle imprese sulla base delle migliori esperienze internazionali di riferimento. 6) Qualità ambientale e sviluppo del territorio: Nel corso del 2011 si procederà alla definizione del Piano Paesaggistico regionale mentre, per quanto riguarda il
Piano Urbanistico Strategico Territoriale verrà messa a punto la proposta del documento preliminare ai fini della sua adozione e del successivo percorso di copianificazione, previsto dalla legge regionale. In materia di edilizia e urbanistica occorre intervenire su due fronti: il quadro normativo e la semplificazione e maggior trasparenza dei procedimenti in capo alle amministrazioni pubbliche. Verranno riviste le leggi regionali 11/2005 -
Norme in materia di governo del territorio e 13/2009 - Norme per il governo del territorio e la pianificazione e per il rilancio dell'economia attraverso la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, Infine, per completare il quadro normativo regionale in materia di urbanistica e garantire la piena
attuazione di specifiche normative di settore, verrà approvata una legge regionale sui meccanismi di perequazione urbanistica, compensazione e premialità. Per la semplificazione amministrativa, entro il 2011 si interverrà essenzialmente sugli aspetti autorizzativi/concessori. Si tratta di un'operazione delicata in quanto si cala su un assetto normativo regionale
di recente emanazione e in un quadro di norme nazionali - anch'esse di recente emanazione - caotiche, non coordinate e non sempre derogabili. Ci sarà un rafforzamento delle reti infrastrutturali, materiali ed immateriali: il "disegno" per l'Umbria vede la realizzazione di un sistema a pettine che
vede: sull'asse Nord-Sud la E45 (con la realizzazione prioritaria del Nodo di Perugia, a cominciare dal tratto Madonna del Piano - Corciano) da trasformare in autostrada, sull'asse Est-Ovest il Quadrilatero Umbria-Marche, la E 78, la Tre Valli, la Orte - Civitavecchia, i collegamenti ferroviari con l'Alta
Capacità (Foligno-Terontola e Orte-Falconara) e le connessioni della linea Fcu con la rete nazionale ad Arezzo, ed infine, come ulteriore punto strategico, l'aeroporto di Sant'Egidio. Per la logistica, i nodi di questo sistema saranno le tre Piastre logistiche di Terni, Foligno e Città di Castello. Il nuovo scenario normativo e la nuova articolazione organizzativa del trasporto pubblico locale richiede che nel corso del 2011 si apra una
nuova fase programmatica con l'approvazione della modifica della legge regionale di settore, la legge regionale 37/98 - che dovrà indirizzarsi verso una visione del territorio regionale come un bacino unico, in coerenza con l'assetto organizzativo che vede al centro del sistema l'Azienda unica
regionale dei trasporti e del nuovo Piano regionale dei trasporti che punti sulla centralità dei trasporti ferroviari e sull'inserimento della mobilità alternativa nel sistema di trasporto pubblico regionale.
L'infrastrutturazione del territorio riguarda anche la realizzazione di infrastrutture immateriali ed in particolare di reti di comunicazione a banda larga che diventano essenziali in un territorio come quello dell'Umbria caratterizzato da una morfologia prevalentemente collinare e montana e dalla
presenza diffusa di piccoli centri urbani. Dato che tutela del territorio è anche prevenzione dei rischi e messa in sicurezza, azioni di grande rilievo in un territorio come quello umbro caratterizzato da un'elevata incidenza di aree soggette a rischio idrogeologico e a rischio sismico. In materia di
acque, con l'approvazione del Piano di tutela delle acque e del Piano regolatore degli acquedotti si dispone di un quadro conoscitivo e normativo di rilievo per tutelare e programmare l'uso delle risorse idriche regionali.
In tale ambito verrà affrontato il tema dell'equilibrio tra agricoltura e ambiente. Nel corso del 2011, dovranno anche essere individuate soluzioni definitive ai recenti fenomeni di inquinamento delle falde acquifere registrati nelle aree di Marsciano e di Bettona. Sempre in tema di acque, e
in particolare di utilizzo della circolazione delle acque in profondità, si lavorerà per mettere in atto azioni per lo sfruttamento della risorsa geotermica profonda. Tutta la zona occidentale del territorio regionale, indicativamente ad ovest del corso del fiume Tevere, presenta buone
possibilità di sfruttamento geotermico a fini energetici. Un tema di grande interesse e di grande attualità è quello della produzione e dello smaltimento di rifiuti. Il Piano rifiuti, che ha scelto di spingere sulla raccolta differenziata e in particolare sui sistemi di raccolta porta a
porta, prevede che entro il 2012 la percentuale di rifiuti differenziati in Umbria raggiunga il 65 per cento. Nel corso del 2011 sarà comunque inevitabile ampliare le discariche di Belladanza, Borgo Giglione e Le Crete, un'operazione indispensabile a causa dell'esaurimento delle capacità residue
autorizzate, e della prossima chiusura di quelle di Pietramelina e S. Orsola, (Colognola è previsto che possano essere conferiti solo rifiuti speciali).
Nel corso del 2011 verrà definita la nuova edizione del Piano della qualità dell'aria, che svolgerà un ruolo importante proprio negli ambiti urbani. Un tema per il quale occorre che la Regione intervenga, sia finanziariamente che con la messa a punto di alcuni aspetti normativi, perché i Comuni generalizzino le forme di premialità ed incentivazione urbanistica previste dalla legge regionale 17/2008 - Norme in materia di sostenibilità ambientale degli interventi urbanistici ed edilizi - per gli interventi di riqualificazione edilizia. In materia di cave e attività estrattive verrà approvata una nuova normativa regionale che ridisegni l'architettura del sistema di autorizzazione all'attività di cava, ponendo questa funzione in
capo alle Province.

DAP 2011: LE INTEGRAZIONI PREVISTE NELLA RISOLUZIONE DI MAGGIORANZA La risoluzione presentata dai gruppi del centrosinistra modifica ed integra il Dap in base alle indicazioni avanzate dai gruppi consiliari dell'Idv, del Pd e del Prc, a quelle emerse durante la partecipazione con le categorie
sociali ed economiche e durante il confronto tra Esecutivo e gruppi di maggioranza. Sono quindi previsti ulteriori interventi in materia di: riforma del sistema endoregionale, semplificazione amministrativa e sussidiarietà, accesso al credito, green economy, fonti energetiche rinnovabili
(fotovoltaico, biogas, eolico, biomasse, idroelettrico), acquisti pubblici ecologici, agricoltura biologica, regolamentazione degli organismi geneticamente modificati, Piani urbani complessi (Città di Castello e Marsciano), candidatura di Perugia - Assisi a capitale europea della cultura, promozione dei prodotti tipici umbri come volano turistico, redazione del Piano zootecnico regionale (filiera suinicola e disciplina del trattamento dei reflui), attuazione del 'Piano Casa', rispetto del 'Piano
paesaggistico regionale, interventi infrastrutturali (E45, Quadrilatero, E78, Tre Valli, Orte - Civitavecchia, Fcu, Alta capacità ferroviaria, Aeroporto di S.Egidio), orario integrato dei trasporti pubblici, servizi informatici per la Pubblica amministrazione, ricostruzione post sisma del 1997 e 2000
(Narni), coinvolgimento di cittadini e associazioni nella valutazione dei servizi pubblici locali, nomine e valutazioni dei direttori delle aziende sanitarie, sperimentazione delle cure intermedie, accreditamento dei servizi veterinari delle Asl. E ancora: servizi per gli anziani non autosufficienti e
assistenza domiciliare, interventi per la famiglia, sostegno al commercio equo e solidale, riduzione dell'Irap (per le imprese che assumono disoccupati di lunga durata e donne), sostegno al marchio del mobile in stile, inserimento di webcam e previsioni meteo nei portali turistici regionali, interventi in favore della informazione periodica locale, realizzazione dei
caselli autostradali di Orte e Orvieto nord. Per quanto riguarda i rifiuti, è prevista l'attuazione del Piano regionale, l'implementazione della raccolta differenziata, l'attivazione del trattamento termico solo al raggiungimento della soglia del 50 percento di riciclaggio, la differenziazione tra gestore della raccolta e gestore dell'impianto di termovalorizzazione, l'implementazione della filiera del riuso e del riciclo
dei materiali provenienti dalla raccolta differenziata e l'ampliamento della discarica Le Crete di Orvieto con la sola sopraelevazione del secondo calanco".

Pubblicato il: 21/02/2011

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