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SUL BILANCIO CONTERA' IL LORO PARERE

di Massimo Gnagnarini Sono Dino Bronzo, Giovanni Fulci, Fausto Sciamanna e Anna Gribaudo, ragioniere e revisori dei conti del Comune di Orvieto. Ma a me sembra realistico, al punto in cui siamo, solo un piano di risanamento triennale conseguente alla dichiarazione del dissesto da parte del Consiglio o del commissario

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Il bilancio è il prodotto finito di decisioni politiche.

La sua approvazione dipende da due condizioni:

-  Deve esserci una maggioranza di consiglieri comunali che esprima un voto favorevole.

-  Gli organi tecnici e di controllo preposti devono esprimere un parere favorevole sulla legittimità delle cose iscritte in bilancio e sulla veridicità degli effetti economici che ne potranno derivare  ai fini, sostanzialmente, del pareggio tra le entrate e le uscite.

Questa certificazione del bilancio del Comune di Orvieto spetta al dott. Dino Bronzo in qualità di dirigente della ragioneria; al dott. Giovanni Fulci, dott. Fausto Sciamanna e dott.ssa Anna Gribaudo in qualità di revisori dei conti in sinergia con la sezione umbra della Corte dei conti e in osservanza delle specifiche pronuncie da essa adottate.

La prossima sessione di bilancio entro il 31 marzo prossimo impegnerà di nuovo queste persone a dire la loro su un documento dalla cui approvazione dipenderà o meno la prosecuzione di questa consiliatura. 

E' doveroso attendere di conoscere la stesura definitiva del bilancio, ma se l'impianto sarà quello già previsto nel documento di programmazione pluriennale licenziato lo scorso mese di ottobre, dubito,  che da essi, per le rispettive competenze, potrà venire un viatico positivo per andare avanti.

Sarà questa anche l'occasione per fare il punto sul pregresso in relazione al risanamento del deficit 2009 e al riequilibrio del 2010 alla luce dei risultati conseguiti e in relazione a quanto precedentemente già detto, suggerito e osservato nel merito dagli stessi organi tecnici e di controllo.

 

Le vendite fallite.

"Tutto ruota principalmente intorno alla vendita del patrimonio che costituendo l'unica possibilità di ripianare il disavanzo va curata con estrema rapida attenzione."

Così si conclude a pag. 18 il pronunciamento n. 72/2010  dello scorso 26 ottobre della Corte dei conti, Sezione regionale di controllo per l'Umbria composta dai  magistrati: Pres. Dott. Benito Caruso, Cons. Dott. Romano Di Giacomo, Cons. Dott.ssa Paola Cosa indirizzato al Presidente del Consiglio Comunale di Orvieto.

Il fatto che tutte le operazioni a cui si riferisce la Corte dei conti e fin qui effettuate dal Comune per vendere il patrimonio e affidare le concessioni sui parcheggi siano fallite è certamente un dato di fatto.  Non è dipeso da difficoltà formali o di diritto che si sono frapposte, forse la burocrazia comunale che se n'è dovuta occupare poteva fare meglio nella predisposizione dei bandi, ma di più hanno pesato negativamente errate previsioni di mercato e l'inerzia dell' Amministrazione comunale che ha omesso di varare una serie di provvedimenti volti a valorizzare l'offerta e accompagnarla nel suo iter. Non si poteva, per fare una caso,  contare di vendere le concessioni dei posti macchina senza, nel contempo,  perseguire la sosta selvaggia dei veicoli.

 

Le concessioni fallite.

In data 29 novembre e a poche ore dal voto sul riequilibrio del bilancio 2010, il dirigente, Dott. Bronzo scrive  "nel caso in cui le alienazioni preventivate non si realizzino entro il 31/12, l'ammontare delle mancate vendite concorrerà in senso negativo alla determinazione del risultato di amministrazione 2010. Si sottolinea con forza la necessità che gli organi preposti seguano con la massima attenzione la procedura per l'affidamento in concessione del servizio di gestione dei parcheggi e degli impianti di mobilità alternativa al fine di garantirne la concreta realizzazione, accertamento di entrata, entro il 31/12/2010. Ciò in particolar modo per i riflessi che il mancato accertamento di un importo così rilevante avrebbe sugli equilibri del bilancio 2010".

 

Patto di stabilità interno.

Bronzo sottolinea inoltre che " il mancato buon fine degli interventi programmati entro il 31 dicembre 2010 comporterebbe il mancato rispetto del patto di stabilità."  Quest'ultima affermazione che con il senno di poi si è rivelata lungimirante nella premessa ma smentita nelle conseguenze ipotizzate suggerisce un approfondimento delle operazioni, successive al pronunciamento del dirigente,  che hanno consentito il conseguimento del rispetto del patto di stabilità interna per il 2010 senza, nel contempo, dare luogo a forme di elusione dei vincoli del Patto.

Tra queste la mera posticipazione al 2011 della rata dello Swap in scadenza il 31 dicembre 2010 ; il mancato accantonamento, come richiesto dalla Corte dei conti,  di un equo stanziamento a copertura del market to market negativo del medesimo SWAP ; il mantenimento a copertura del bilancio 2010 del defunto macrocanone  di 2.800.000 euro,  relativo alla mancata assegnazione della concessione della gestione dei parcheggi, senza che nessuna gara o trattativa sia ancora in corso di validità e in presenza  delle numerose proroghe concesse all'ATC attuale gestore per tutto il 2010 e ancora per questi primi mesi del 2011, nonché alla luce di alcune  dichiarazioni del sindaco dove non veniva escluso il ritorno alla gestione diretta dei medesimi parcheggi. Va tenuto conto che anche l'utilizzo per la spesa corrente  dei i fondi incassati per l'opera della "complanare" rimane un fatto del tutto straordinario che ha concorso surrettiziamente al rispetto dei vincoli del patto di stabilità.

Anche il Collegio dei revisori, nella stessa occasione, rileva che "La posta d'entrata relativa al processo di esternalizzazione pari per il 2010 ad euro 2.800.000 viene mantenuta in bilancio solo ed esclusivamente sulla base della nota del direttore generale, corredata dalla generica manifestazione d'interesse inviata dalla ditta interessata. Si precisa tra l'altro  che tale ditta aveva in precedenza manifestato interesse al processo di esternalizzazione, a cui però non ha mai dato seguito con una concreta formalizzazione. Il Collegio rileva che in merito all'attendibilità di tale proposta, l'importo mantenuto sia di difficile accertabilità entro il 31/12/2010. Per i motivi sopra elencati sulla scorta di quanto già espresso nel proprio verbale del 19/10/2010, all'unanimità dei presenti esprime forti perplessità sul mantenimento degli equilibri e sull'attendibilità delle previsioni di entrata sulla base degli accertamenti realizzabili nell'esercizio in corso".

In conclusione è assai arduo poter immaginare come, per la parte di copertura del deficit 2009 e dei mancati accertamenti del 2010, possano essere reiterate le medesime previsioni che la realtà si è già incaricata di dimostrare come  impraticabili alle condizioni e nei tempi necessari.  

La realtà ha confermato tutti i dubbi  e le precedenti riserve espresse dagli organi di controllo così che gli stessi non potranno non tenerne conto all'appuntamento del 31 marzo.

 

Il riequilibrio strutturale.

In anticipazione di giudizio sulle soluzioni che l'Amministrazione comunale avrebbe in serbo per correggere le previsioni, fin qui  del tutto aleatorie, per il riequilibrio del bilancio 2011, si può osservare che in merito ai rumors su probabili decisioni draconiane di tagli alla spesa sociale

andrebbe tenuto nel dovuto conto quanto in proposito ha già anticipato la Corte dei conti :

" le valutazioni e quindi la realizzazione delle misure correttive che incidono sulle spese di carattere sociale vanno considerate con estrema attenzione tenendo in debito conto quelle che sono le necessità degli utenti; " (Pag. 16).

D'altra parte va pure detto che in sede di preventivo, l'eccesso di spese correnti può essere bilanciato solo con taglio di spese correnti e/o aumento di entrate correnti, non con alienazioni patrimoniali; a meno che queste non siano fatte per ridurre l'indebitamento, con influenza positiva sulla spesa corrente, ma ciò potrebbe avvenire per i bilanci futuri e non, verosimilmente, attraverso una positiva  ricaduta  sul bilancio 2011.

commissario. Per questo a me sembra realistico, al punto in cui siamo, solo un piano di risanamento triennale conseguente alla dichiarazione del dissesto da parte del consiglio o del commissario.

 

Pubblicato il: 15/02/2011

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