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Fabro. Raccolte trecento firme per far dimettere Berlusconi

Il partito democratico di Fabro esprime un sincero apprezzamento per il supporto di tutte le democratiche ed i democratici

di ufficio stampa PD di Fabro

Grande risultato per l'iniziativa di raccolta firme per "Berlusconi dimettiti". In una sola giornata sono state raccolte oltre 300 firme di cittadini indignati e sdegnati dalla politica del presidente del consiglio. Il partito democratico di Fabro esprime un sincero apprezzamento per il supporto di tutte le democratiche ed i democratici che si sono adoperati per contribuire alla buona riuscita dell'iniziativa. Significativa la presenza della senatrice Anna Rita Fioroni, che si è contraddistinta per la disponibilità e la cortesia con la quale si è intrattenuta con i tanti cittadini, ai quali ha saputo infondere coraggio e dare risposte vere e concrete sulle strategie di governo che il PD nazionale sta attivando per reagire alla minuziosa incompetenza del governo berlusconiano.

 Presenti le più alte cariche cittadine: il sindaco Terzino ed il consigliere provinciale Garillo.

 Il PD di Fabro prosegue nella sua lotta contro la degenerazione berlusconiana non allontanandosi dalla gente ma continuando ad essere supporto per la gente, perché l'opera nazionale sia ramificata e promossa anche nei piccoli centri come il nostro.

Un governo che ha portato la disoccupazione ai massimi livelli, che ha disatteso anche la parte imprenditoriale del paese, abbagliata dai miraggi della riduzione delle tasse, che ha concepito il progetto federalista per dividere il paese tra regioni ricche e povere e per mettere in ginocchio i comuni invece di mirare all'Europa, che ha minato le radici culturali e sociali del nostro sistema d'istruzione, ipotizzando un apparato aziendale per i due più grandi contenitori sociali: la scuola e la sanità, come se l'educazione e il diritto ad essere curati fossero non dei diritti fondamentali ma una mera voce di bilancio che può essere depennata in qualsiasi momento.

 Un governo-non governo come questo capace solo di far lievitare gli stipendi della cricca e degli interessi più vicini al presidente del consiglio, che ha ideato e facilitato la divisione dei sindacati per consentire a Marchionne di non esportare i diritti dei lavori italiani all'estero ma di importare i non-diritti dei paesi più poveri nella nostra economia. Un governo così deve essere mandato a casa perché ci possa ancora essere quel minimo di tempo per recuperare sul piano economico ed internazionale, il prestigio e la forza del paese Italia.

Pubblicato il: 15/02/2011

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