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L'associazione L'Albero di Antonia aderisce alla giornata di mobilitazione ' Se non ora quando'

Per la mobilitazione delle donne del 13 febbraio ad Orvieto l'Associazione di volontariato "L'Albero di Antonia" aderisce alle motivazioni dell'appello nazionale "se non ora quando", e partecipa in piazza per testimoniare e ricordare alle donne e agli uomini l'inaccettabile primato dell'Italia del Femminicidio di genere, il massacro volontario delle donne in quanto donne.

L'Albero di Antonia è quindi in piazza soprattutto per queste donne.

L'associazione ha inoltre scelto di sfilare in corteo nella mobilitazione di Roma ed aderire alle iniziative di Viterbo, dove il Centro Antiviolenza Erinne è a rischio di chiusura per il taglio dei finanziamenti provinciali.

 

Nonostante la scarsa azione dei governi a favore delle donne, delle famiglie, dei giovani, degli anziani, dei diversamente abili ed altre categorie sociali troppo poco tutelati, oggi più di ieri è possibile costruire una diversa cultura delle relazioni tra uomini e donne, lavorando con gli insegnanti tra i bambini delle scuole, ed una migliore rete di sostegno per le donne ed i loro figli, sviluppando il confronto con le istituzioni ed i servizi pubblici.

I Centri Antiviolenza, come quello di Ascolto di Orvieto, accolgono, orientano ed affiancano tutte le donne che decidono di uscire dalla violenza. In Italia ed in Umbria, nonostante le difficoltà, c'è uno sviluppo progressivo di tali centri. Sui Centri Antiviolenza vogliamo andare avanti, insieme a tutti coloro che perseguono il valore della dignità negli uomini, donne e bambini, e contrastano la mercificazione e lo sfruttamento a favore di malavitosi e potenti senza principi etici.

 

Oggi, più di alcuni anni fa, si possono prevenire e contrastare i reati di violenza, spesso lesivi dei diritti umani fondamentali, secondo quando specificato dalle convenzioni internazionali, e dei diritti di uguaglianza Costituzionale.

Le donne da tempo si sono accorte che la società italiana è cambiata e la vita delle donne è sempre più compressa tra il lavoro dentro e fuori casa, tra i lesivi stereotipi culturali e le ingiustizie sociali, in un dilagante, degradante, pericoloso ed arrogante modello del femminile.

La rappresentazione irreale ed antistorica delle donne da 20 anni sta condizionando i modelli e l'immaginario delle generazioni presenti e future.

La violenza di genere sulle donne si alimenta di tali modelli e si rafforza nella tolleranza e nel torpore sociale ed istituzionale. Le donne da oggi in poi dicono basta !

 

L'Albero di Antonia, insieme alle altre associazioni locali di donne, in questi ultimi anni ha partecipato ed organizzato molte, tante iniziative pubbliche per stimolare, informare, riflettere insieme e rafforzare l'impegno personale e collettivo a non tollerare e a non rimanere in silenzio di fronte al femminicidio ed alla violenza, perché il silenzio ci costringe a rimanere in situazioni disumane o ci rende complici.

 

Lo slogan "Se non ora quando" è un richiamo alla responsabilità individuale e collettiva, civile e politica delle donne e degli uomini che lavorano nei mezzi di comunicazione e nella pubblicità, nelle pubbliche amministrazioni e nei servizi, nei tribunali e negli organi di polizia, nelle istituzioni, nelle organizzazioni politiche, sindacali, sociali.

La mobilitazione e la partecipazione deve esplicarsi nei fatti, tutti i giorni, e nei luoghi e negli atti della responsabilità civile e politica, nelle leggi nazionali di supporto alla donna, alla famiglia, agli anziani e nelle situazioni di disagio, nella proposta di legge della Regione Umbria di prevenzione e contrasto alla violenza di genere, nei finanziamenti pubblici ai Centri Antiviolenza ed ai Consultori laici, nel rifinanziamento governativo del "pubblico patrocinio" per l'assistenza legale alle donne che non lavorano e vogliono sottrarsi alla violenza domestica; la lista delle richieste è lunghissima ma oggi ad Orvieto, vogliamo il cambiamento sollecitato dalla mobilitazione di piazza e sviluppato dai lavori dei Tavoli istituzionali locali delle Pari Opportunità ed Antiviolenza.

 

Se non ora quando, perché l'Italia ha il primato europeo delle molestie sessuali sul lavoro (fonte Istat, 2009): 10 milioni e 485 mila donne italiane che hanno subito molestie fisiche, molestie verbali, pedinamenti, atti di esibizionismo, telefonate oscene, o ricatti sessuali nei loro luoghi di lavoro.

Se non ora quando, perché in Italia il tasso di inattività femminile è del 48,9% nel 2009, il secondo nell'Unione Europea, inferiore solo a quello di Malta, ed una donna su due ha rinunciato a cercare lavoro. (Istat, 2010)

Se non ora quando, perché nel "Programma Italia 2020 di inclusione delle donne nel mercato del lavoro", del 2010, co-firmato dalla Ministra Carfagna e dal Ministro Sacconi, ai problemi delle madri lavoratrici il governo in carica ha risposto consigliando di "usare" le nonne.

Se non ora quando, perché i rifugi e i centri antiviolenza in Italia sono costretti a chiudere per la mancanza di fondi: quelli che il governo delle "riforme" aveva promesso e non ha mai dato.

 

Se non ora quando ? Donne, tutto questo ci riguarda personalmente ed allora le donne prendano parola nelle piazze e dovunque; con la loro creatività si mobilitino indossando una sciarpa bianca o esponendo un lenzuolo bianco dalle finestre delle proprie case.

Lo sviluppo dell'Italia è bloccato anche da questa cultura; c'è necessità di una reale politica delle donne e per le donne, un forte bisogno di liberarci degli stereotipi sociali di genere, di rispetto, di valorizzazione delle differenze di genere, anche da parte degli uomini.

Uomini amici delle donne, il movimento femminista degli ultimi 40 anni e la mobilitazione di oggi sono un'occasione da cogliere. Se non ora quando ?

 

 

Pubblicato il: 11/02/2011

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