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Regioni, province e comuni motori della nuova Umbria

Il Consiglio provinciale di Terni approva un documento all'unanimità

"Regioni, Province e Comuni motori della nuova Umbria". Lo dice il Consiglio provinciale di Terni che ha approvato ieri all'unanimità un documento sulle riforme endoregionali condiviso da tutte le forze politiche e redatto da un gruppo di lavoro che in Commissione aveva elaborato in precedenza i testi di mozioni e ordini del giorno presentati da vari gruppi consiliari. Nel documento prende a riferimento "La nuova riforma dell'Umbria", presentata dalla presidente Catiuscia Marini al Consiglio regionale il 9 giugno 2010. Nel testo si chiede alla giunta regionale "di avviare un percorso di confronto con le province e i comuni, mediante l'istituzione di uno specifico tavolo che entri nel merito del nuovo modello organizzativo della pubblica amministrazione nella nostra regione al fine di realizzare un sistema di funzioni e servizi che confermi il ruolo centrale delle istituzioni elettive, per ottenere servizi efficienti ed economici in funzione di maggiore chiarezza nei rapporti tra cittadini e istituzioni. E' su questa prospettiva - prosegue il testo - che l'Umbria dovrà misurarsi. Il sistema istituzionale Regione-province-comuni, rappresenta l'ossatura su cui plasmare l'architettura dei servizi regionali. Fare a meno di questo modello, significa tornare indietro verso un centralismo che si riteneva superato. Quando si parla di ambiti, di servizi a rete sul territorio, di tutela ambientale, di programmazione e di pianificazione, viene subito in mente il ruolo che può e deve svolgere la Provincia. Nonostante gli sforzi per ridefinire le funzioni e i ruoli degli enti locali, anche a livello centrale, si veda la Carta delle Autonomie Locali (Disegno di Legge Calderoli ), nell'immaginario collettivo riemerge spesso il concetto della ridondanza e qualche volta dell'inutilità di "parti" della p.a. Per arginare concretamente questo fenomeno è necessario mettere le istituzioni elettive al centro dello sviluppo locale, ridefinendo un sistema di funzioni esclusive sui diversi livelli. Solo attraverso questo percorso saremo in grado di raccogliere la sfida dell'efficienza e quella del rapporto tra cittadini e istituzioni, temi vitali per il nostro futuro. La nuova alleanza per lo sviluppo sottoscritta il 13 ottobre 2010 dai soggetti che rappresentano "le forze migliori della regione", sostiene il metodo della condivisione superando la semplice formalità della concertazione; questa adesione, quest'impegno alla collaborazione, non può ridursi ad un semplice enunciato di principio, ma deve manifestarsi su un terreno concreto di confronto, dove si mettono a sistema le risorse strutturali, materiali ed immateriali presenti sul territorio".

Alla luce di quanto accaduto in occasione della preadozione di recenti atti da parte della giunta regionale - conclude il documento - l'impressione che si ricava è quella di essere di fronte a processi che non sono legati da un progetto unitario e partecipato, pur condividendo la riforma endoregionale della pubblica amministrazione e gli obiettivi della Regione orientata a superare alcune criticità, anche attraverso la semplificazione dei procedimenti amministrativi, quali la duplicazione di ruoli e funzioni".

Pubblicato il: 27/01/2011

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