Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: NOTIZIE
NOTIZIE CORSIVI

Il Palazzone lancia 'Lowine'

Se berlo non ti basta più, allora producilo. È questa la sfida che lancia Palazzone con un progetto che permette agli eno-appassionati di produrre il proprio vino, utilizzando un vigneto messo a disposizione ad hoc dell'azienda orvietana

ORVIETO - Se berlo non ti basta più, allora producilo. È questa la sfida che lancia Palazzone con "Lowine", un progetto che permette agli eno-appassionati di produrre il proprio vino, utilizzando un vigneto messo a disposizione ad hoc dell'azienda orvietana.

Come? Tramite un blog: lowine.palazzone.com. Chi si iscriverà potrà seguire tutte le fasi della coltivazione e della produzione, interagire direttamente con l'enologo, fare domande o chiedere spiegazioni sulle tecniche produttive, ottenere informazioni sui principali aspetti della viticoltura e dell'enologia, ma anche vedere video e foto scattate direttamente in azienda che documentano in diretta il lavoro. E alla fine, ovviamente, i lowiners potranno portarsi a casa il frutto di tante fatiche. Ogni appassionato che partecipa al progetto, con il suo contributo, infatti, acquista un quantitativo definito dei vini prodotti. E potrà andare a ritirare il vino in azienda o riceverlo direttamente a casa, sfuso o imbottigliato su misura:  tappo a vite o sughero ed etichetta personalizzata.

L'intuizione di avvicinare il consumatore finale al produttore, in un viaggio appassionante alla scoperta di tutti i segreti della bottiglia è di Giovanni Dubini. "Il progetto è partito un paio di anni fa - premette il titolare di Palazzone - l'abbiamo sperimentato per un anno con un gruppo ristretto di amici e appassionati e ora, opportunamente collaudato, è pronto per essere proposto su scala più ampia e in maniera seria. Lowine - spiega Dubini - nasce dall'esperienza delle visite in cantina, tra quanti vengono a trovarci al Palazzone. Negli ultimi tempi, infatti, abbiamo notato che l'interesse dell'appassionato è sempre più legato alla vigna, al territorio. È una tendenza questa ormai affermata, a differenza di 10 -15 anni fa quando l'interesse si limitava più che altro alle etichette. Oggi il vero appassionato cerca di scoprire l'origine del vino, la sua coltivazione, le tecniche di produzione. Di qui il nostro messaggio, che è anche una provocazione: farsi il vino da soli". 

In realtà questo la legge italiana non lo consente, ma Palazzone, tramite Lowine, ha messo a punto una formula che si ispira a questa filosofia e, nei fatti, intercetta il desiderio del consumatore di accorciare e partecipare attivamente alla filiera produttiva di ciò che poi metterà nel bicchiere. Il primo passo è stato individuare due vigneti: uno interamente a Grechetto e uno interamente a Sangiovese: "L'idea - spiega Dubini - è quella di legare il progetto a vitigni territoriali".  Poi la creazione del blog. Il percorso inizierà in questi giorni con la potatura invernale, per continuare con tutte le migliori tecniche colturali per la conduzione del vigneto, fino ad arrivare alla vendemmia e alla vinificazione. Tutto questo lavoro sarà documentato sul blog Lowine seguito direttamente dal lowinemaker, figura dietro alla quale si cela lo stesso Giovanni Dubini. "Un percorso interattivo - spiega il titolare di Palazzone - per tenere sempre viva la discussione e partecipare attivamente con domande ed interventi ad ogni fase del progetto. Inoltre Palazzone organizzerà periodicamente incontri in azienda con i lowiners per dare modo a tutti di seguire direttamente dal vivo le fasi principali di produzione".

Infine una curiosità: perchè Lowine? Il nome, nato un paio di anni fa, dunque prima che Slow Food coniasse il fortunato marchio Slowine, nasce da un mix di giochi di parole che alludono alla filosofia del progetto: Low Cost Wine e naturalmente Love Wine.

 

Pubblicato il: 23/01/2011

Torna alle notizie...