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Perché Orvieto è amministrata da forestieri?

di Dante Freddi Se provenissimo da lontano e non conoscessimo nulla della città, ci incuriosirebbe sapere perché l'amministrazione di Orvieto è in mano, dalla cassa alle cose, a dignitosissimi e generosi forestieri, bella gente che lavora gratis et amore Concina...

foto di copertina

Qualche tempo fa un prezioso amico mi ricordava lo straordinario valore  di riferimento che assumono le opere di misericordia per tentare di comportarsi dignitosamente nei rapporti con il prossimo.
La pazienza è opera di misericordia spirituale poco esercitata e ad essa richiamiamo il nostro sindaco Còncina, anche quando ci sono persone moleste come noi che incalzano, che non si accontentano di vaghi propositi e di approssimativi accenni sulle cose della città e del territorio e vogliono  capire per  raccontare.

Iniziamo questa serie di brevi interventi di stimolo da un'occhiata agli amministratori a cui è affidato il governo di Orvieto e dalle domande che ne derivano. 

Se provenissimo da lontano e non conoscessimo nulla della città, ci incuriosirebbe sapere perché l'amministrazione di Orvieto è in mano, dalla cassa alle cose, a dignitosissimi e generosi forestieri, bella gente che lavora gratis et amore Concina.  L'ultimo arrivato è il professor Claudio Margottini, che si aggiunge al manager Maurizio Romiti e al sindaco dalmata voluto dal popolo. Lasciamo da parte Còncina, che ormai conosciamo, ma Margottini e Romiti non hanno neppure uno straccio di casale restaurato qui intorno, sono del tutto estranei alla città e la loro disponibilità nei confronti di Orvieto è un caso straordinario di amore non richiesto.
Romiti, ormai lo sappiamo, è assente, tanto da aver un consigliere delegato per svolgere la normale attività di gestione del traballante bilancio. Avrà le sue attività da svolgere, ci mancherebbe, ma non comprendiamo allora perché sia stato oberato anche del peso della delega al Patrimonio e quindi del pensiero di dover piazzare sul mercato la ex caserma Piave e l'ex ospedale, quest'ultimo una volta acquistato dalla Regione.
Né comprendiamo perché l'assessore Tardani sia stata privata della delega all'Ambiente in favore di Margottini, dopo aver seguito le delicatissime ed ancora aperte questioni del rapporto con Acea e della discussa  costruzione di una nuova discarica di fronte alla Rupe.

Domanda: non era adatta all'uopo? meglio Margottini? perché?

Il sindaco ha poi sfilato la delega allo sviluppo economico, altro settore legato ovviamente al patrimonio e alla discarica, all'assessore Barberani e s'è preso lui stesso il fardello. A Barberani è andato però un nuovo àmbito operativo, i "grandi eventi", che sono tra cultura e turismo, cosicché l'avvocato possa lavorare tranquillo insieme a Sciarra sulla promozione turistica e culturale della città, roba da autoctoni.
Domanda: perché?  Barberani  non ce la fa a sopportare il peso anche dello sviluppo economico? e Sciarra non è in grado di reggere anche "i grandi eventi"?

Domande semplici che richiedono risposte semplici, perché altrimenti gli orvietani non comprendono, favoleggiano, immaginano e quando la mente vaga non si sa dove vada a parare.
Campanilismo becero, dirà qualche illuminato.
Può essere, ma basterebbe spiegare con un po' di logica e tutti capirebbero, anche i più provinciali di noi.

L'aspetto che ci sembra più preoccupante dell'andazzo comunale è però l'apparente mancanza di un disegno che tenga unite le azioni a cui si appresterebbe l'Amministrazione.
Piave, cosa vorrebbe lì l'amministrazione? perché a Còncina piace l'albergo nell'ex ospedale senza sapere cosa si farà alla e Piave? che disegno è? e il palazzo della Ceramica e la galleria dei Sette? e la viabilità? e le idee per lo sviluppo del commercio e del turismo, il lavoro? il rapporto con gli altri comuni e le altre istituzioni amministrative? Etc
Saranno i temi delle nostre prossime domande, convinti che il sindaco è esercitato per mestiere ad "insegnare agli ignoranti" e  a  "sopportare pazientemente le persone moleste", opere di misericordia spirituale numero nove e tredici.

Pubblicato il: 21/01/2011

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