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Un messaggio di pace e di jazz

E' stato il jazz la colonna sonora del Capodanno in Umbria. A Orvieto, come succede da 10 anni, Umbria Jazz Winter ha infatti portato migliaia di persone a cenoni e concerti notturni che hanno iunvaso la città della rupe.

Cronaca

di Redazione
Le feste per dare l'addio al 2002 sono cominciate alle 21 con tre cenoni, e sono continuate, dopo la mezzanotte con quattro spettacoli: dovunque si è registrato il tutto esaurito. Ad allietare turisti e orvietani c'erano tutti i gruppi più spettacolari e coinvolgenti del cartellone, dal gospel di Bobby Jones al r&b di Johnny Nocturne e al soul di Gary Brown, fino alle band jive di Ray Gelato e Sam Butera e alla scatenata jam session dei Jazz at the Philarmonic. Per i meno fortunati che non hanno trovato spazio all'interno delle sale, la splendida cornice di Piazza della Repubblica dove Emergency e Protezione civile hanno preparato prima una cena e poi Vin Brulé per attendere il nuovo anno insieme alla brass band.

Ad Umbria Jazz, per continuare con il "resoconto dell'edizione" consistente e di classe anche la rappresentanza italiana, con i senatori Nicola Arigliano e Renato Sellani, e i gruppi di Giovanni Tommaso e Daniele Scannapieco.

Nel pomeriggio la tradizionale messa, accompagnata dai cori gospel, celebrata in uno stracolmo duomo di Orvieto ha di fatto concluso l'edizione di quest'anno di Umbria jazz winter. Un appuntamento dedicato alla pace e nel corso del quale il vescovo orvietano, monsignor Decio Lucio Grandoni, ha lanciato un appello contro la guerra in Iraq. ''Un eventuale conflitto - ha detto monsignor Grandoni - dipende dagli uomini che non hanno buona volontà, Saddam e i governanti occidentali''.

Il vescovo si è quindi augurato che il Signore intervenga su di loro per evitare lo scontro. La messa è stata caratterizzata anche dai canti del coro The Nashville superchoir. Tanti quelli che non hanno trovato posto nel duomo e sono stati cosi' costretti ad assistere alla celebrazione dal sagrato grazie al sistema di amplificazione. Una folla che ha letteralmente invaso oggi le strade orvietane, mandando in tilt anche il traffico. Intanto gli organizzatori hanno diffuso i dati del festival, che testimoniano della tenuta di Umbria Jazz pur in un contesto nazionale che ha registrato un calo di spostamenti e di turismo. Dei 64 concerti a pagamento (con 165 artisti) 42 sono stati esauriti, con oltre 9 mila spettatori ed un incasso di 190 mila Euro.

Le presenze in città sono stimate complessivamente in circa 40 mila visitatori. Insomma,è cominciato bene l'anno delle celebrazioni di Umbria Jazz, che, archiviato il decimo anniversario del festival orvietano, culminerà nel trentesimo anniversario della manifestazione estiva, in programma a Perugia dall'11 al 20 luglio. Per l'occasione gli organizzatori stanno allestendo un cartellone di grandi firme, di cui sono per ora ufficiali Sonny Rollins e Keith Jarrett.

Ma ad Orvieto, nella cornice di Umbria Jazz, si è chiesto anche più spazio alle voci critiche sulla guerra. Proprio dalla nostra città è stato lanciato un appello al presidente della Rai, Antonio Baldassarre, dall'associazione 'Articolo 21. Liberi di'. ''L'informazione non vada alla guerra'': con questo slogan Articolo 21 ha lanciato da Orvieto due iniziative, un osservatorio sul rapporto tra guerra e informazione e una petizione popolare al presidente Rai per chiedere spazio alle voci e ai giornalisti critici con la guerra. Articolo 21 insieme ad Emergency hanno raccolto, ad Orvieto, firme e appelli contro la guerra. In due giorni sono state oltre mille le firme raccolte per chiedere che l'Italia non partecipi ad un eventuale azione militare.

Articolo 21 ha lanciato inoltre una nuova petizione nella quale chiede al presidente della Rai Antonio Baldassarre che ''la televisione pubblica dia spazio a tutte le voci critiche, in forte crescita nel paese e che vengano rimesse in onda trasmissioni come 'Sciuscia'' e 'Il Fatto' che della guerra hanno sempre raccontato o trasmesso, in modo non banale i retroscena nascosti, approfondendone le vere ragioni economiche e politiche, dando voce alle motivazioni, alle preoccupazioni e al dissenso delle donne e degli uomini contrari alla guerra''.

Articolo 21 sta lavorando alla realizzazione di un osservatorio, raccogliendo pareri, appelli e contributi di giornalisti, intellettuali, uomini politici (sul sito internet www.articolo21liberidi.org si possono già ascoltare i contributi di Padre Alex Zanotelli, Fabio Fazio, Nando Dalla Chiesa, Ennio Remondino, Vincenzo Vita, Giuseppe Giulietti).

Pubblicato il: 02/01/2003

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