Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: NOTIZIE
NOTIZIE CORSIVI

'Il futuro del nostro Territorio è quello della qualità integrale'

Il progetto per un distretto delle carni di qualità presentato dal sindaco di Montegabbione Andrea Ricci

foto di copertina

Intervista ad Andrea Ricci, sindaco di Montegabbione.

 

 

Il maiale rappresentava un tempo la soglia di sopravvivenza e di ricchezza di una famiglia contadina. Oggi, al di là della festa paesana che culmina con il "braciere umbro", l'incontro di Montegabbione, Il maiale in carne ed ossa 14-15-16 gennaio,  può contribuire allo sviluppo economico del territorio comunale e provinciale?

 

È uno dei temi che si è data la nostra amministrazione con il "Progetto 100 mestieri" che racchiude al proprio interno le tematiche di sviluppo territoriale "L'economia del Bosco", "Il Paesaggio della Pietra" e per l'appunto "Ager-Cultura" di cui la ricostituzione del distretto delle carni di qualità è la punta di diamante. Per il Comune di Montegabbione e il Territorio dell'Alto Orvietano questa manifestazione rappresenta un punto fermo nella strategia di sviluppo produttivo e turistico, improntato alla ricostruzione del distretto alimentare facente capo all'ex salumificio "Vergari" e alla strategia di sviluppo turistico, basata sull'accoglienza di turisti colti e consapevoli delle bellezze storiche, ambientali e gastronomiche del Territorio.

 

 

Nel comune di Montegabbione il rapporto tra residenti e alberi è di un abitante a diecimila piante. Siete, quindi, innanzitutto dei produttori di aria e di spazio. Quali potrebbero essere le attività legate al bosco capaci di salvaguardare sia l'una che l'altro?

 

 

È stato il professore Luciano Giacché della facoltà di Agraria dell'Università di Perugia, nel corso della precedente rassegna, a suggerire l'approccio più interessante, individuando nell'allevamento semibrado di suini di razza cinturello umbro una possibilità concreta ed immediata a tutto vantaggio del prodotto finale, cresciuto a ghiande, tuberi e prodotti del nostro sottobosco. Con la sua sagacia, il professore definì "già condito" un porcellino che si trovasse a razzolare dalle nostre parti, libero di gozzovigliare per i nostri boschi a base di tartufi, ghiande di quercia,asparagi selvatici!

L'idea, che ha radici nel nostro passato, si è fatta strada e insieme al professore Francesco Panella, sempre della facoltà di Agraria di Perugia, stiamo studiando l'impatto ecologico sul territorio.

 

A che punto sono le ricerche sul cinturello umbro?

 

In Valnerina, l'Università di Perugia è già riuscita ad isolare la razza cinturello umbro, mentre ad Orvieto l'azienda agricola Urbevetus alleva il "cinturello orvietano".

 

 A Montegabbione esiste una importante tradizione norcina che fino a qualche tempo fa aveva come punto di riferimento e di formazione professionale il salumificio Vergari.

È qui, tra l'altro, che è nata la corallina. Ci sono stati contatti per la sua riapertura?

 

È una delle strategie fondamentali, tempo fa durante una visita con un potenziale investitore del settore è stato emozionante scoprire una realtà che sarebbe in grado di risorgere immediatamente, dove sono ancora presenti i profumi legati alle muffe e ai lieviti che marchiavano indelebilmente la qualità dei prodotti del salumificio "Vergari".Che dire poi dei locali destinati al riposo dei maiali dopo il trasporto, altri tempi in cui il benessere dell'animale era comunque dovuto per scelta culturale e dove il sacrificio a cui veniva chiamato attinge a radici di civiltà ben profonde. Mi viene in mente quello scritto giocoso il Testamentun porcelli in cui l'animale si preoccupa, in un immaginario testamento, di regalare  "..a' fanciulli la mia vescica da giocar a palla".

L'altro aspetto che testimonia il legame profondo con il territorio è la raffigurazione del "Cinturello Umbro", a fianco di S. Antonio Abate in almeno 30 affreschi nella sola Umbria, di cui forse il più rappresentativo all'interno del Duomo di Orvieto. I nostri Avi non disdegnavano di effigiare il porco cinturello all'interno delle nostre chiese, e perdipiù in compagnia dei Santi a cui un gioco legato al salto di scala evitava un accostamento giudicabile non troppo ortodosso.

 

Quali sono le maggiori difficoltà e quali i vantaggi per un eventuale acquirente?

 

Fino ad ora, le difficoltà riscontrate sono soprattutto legate alla congiuntura economica e all'elaborazione delle risposte da parte delle istituzioni provinciali e regionali, obbligate alla massima ponderatezza, vista la generale difficoltà di bilancio. Per quanto riguarda, invece, la messa a norma degli impianti sono in corso dei contatti per dividere i vari aspetti della lavorazione delle carni dalla macellazione in modo da coinvolgere anche altre realtà a livello regionale.

I principali vantaggi si scoprono visitando il luogo, accolti dalla visone a trecentosessanta gradi dei nostri boschi e dalla brezza costante proveniente dalla valle del fiume Sorre che, prima di arrivare al salumificio, lambisce i vigneti della Tenuta Corini dove la scommessa di impiantare del Pinot nero ha dato dei sorprendenti risultati.

 

Recentemente, in una guida gastronomica, è stato citato un particolare tipo di prosciutto, prodotto proprio a Montegabbione. Che prospettiva avrebbe se potesse contare su un allevamento in loco?

 

Riccardo Lagorio, allievo del grande Veronelli, durante una piccola degustazione, ha voluto mettere il naso nella particolare lavorazione del prosciutto ed è giunto ad una affascinante ipotesi legata alla storia naturale e sociale della Valdichiana.

Per quanto riguarda l'ipotesi di utilizzare maiali allevati in loco, posso dire che la lavorazione tradizionale funziona bene già con esemplari di suini in stabulazione fissa.

Non oso sperare cosa potrebbe succedere se riuscissimo a reintrodurre l'allevamento brado, con una importante risposta anche a livello della sicurezza alimentare teatro dei fatti di cronaca in Germania proprio in questi giorni, dove gli esemplari di cinturello umbro potrebbero nutrirsi naturalmente di ghiande, ricche di acido oleico, la stessa sostanza chimica presente nelle olive, che incide notevolmente nel gusto del prodotto come dimostra, tanto per fare un esempio, il Pata negra spagnolo.

 

 

 

 

 

 

 

 

Pubblicato il: 12/01/2011

Torna alle notizie...