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Class action del Codacons per l'arsenico nell'acqua

Dopo la bocciatura da parte della Commissione Europea della richiesta di deroga ai limiti di legge sulla concentrazione di arsenico nell'acqua potabile. In realtà, come noto e come ribadito più volte dal Servizio idrico integrato di Terni, la situazione nell'Orvietano è nella norma

ORVIETO - Dopo la bocciatura da parte della Commissione Europea della richiesta di deroga ai limiti di legge sulla concentrazione di arsenico nell'acqua potabile, il Codacons annuncia l'avvio di una azione collettiva per ottenere il risarcimento dei danni. Una class action con cui, secondo le stime del Coordinamento delle associazioni per la difesa dell'ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori, ogni famiglia potrebbe ottenere un risarcimento di circa seicento euro. Per fornite tutte le informazioni sull'iniziativa il Codacons ha già attivato un numero verde (800.120.444 attivo dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 17). All'azione (che sarà diretta contro lo Stato e le Regioni) possono partecipare anche le amministrazioni comunali interessate. Il 28 ottobre scorso, come noto, la commissione europea ha bocciato la richiesta di deroga ai limiti di legge inoltrata dall'Italia per la concentrazione di arsenico presente nell'acqua destinata ad uso potabile. Oltre 128 i Comuni italiani coinvolti: in testa il Lazio, con 91 città e borghi (tra le provincie di Roma, Latina e Viterbo). In Umbria sono citati da Bruxelles i Comuni di Orvieto, Porano, Castel Giorgio e Castel Viscardo, in tutto una popolazione di 26mila abitanti, per un totale di circa 750mila cittadini italiani coinvolti. "L'acqua che esce dai rubinetti di questi comuni - spiega il Codacons - contiene, infatti, arsenico oltre la soglia di 10 microgrammi per litro, nonostante la legge preveda limiti di cinque - sei volte inferiori. Il rischio per i cittadini di gravi danni alla salute è altissimo: l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e il Comitato scientifico europeo, parlano addirittura di alcune forme di cancro". In realtà, come noto e come ribadito più volte dal Servizio idrico integrato di Terni, la situazione nell'Orvietano è nella norma, con l'arsenico che è tenuto sotto i parametri di legge grazie ai potabilizzatori. "La società - è stato infatti chiarito dal Sii - ha investito ingenti risorse proprie per realizzare impianti di potabilizzazione e abbattimento in grado di ripristinare situazioni di normalità ancora prima della scadenza delle proroghe dell'Unione europea prevista per il 31 dicembre prossimo. Le continue analisi e i costanti monitoraggi compiuti dalla Sii evidenziano concentrazioni "naturali" di arsenico al di sotto dei 10 mcg/l. Tali dati sono ampiamente nei limiti stabiliti per la potabilità delle acque dalla normativa europea e configurano un quadro complessivo di assoluta sicurezza per la popolazione. In quei pochi casi in cui il valore naturale si mostri leggermente al di sopra della soglia, la Sii è in grado di garantire in distribuzione il rispetto dei limiti di potabilità mediante l'utilizzo di impianti di potabilizzazione". In questi giorni inoltre, proprio in vista della scadenza del 31 dicembre per l'adeguamento ai termini di legge, la Regione Umbria ha stanziato 7 milioni 875mila euro per interventi relativi agli impianti di potabilizzazione nei Comuni di Orvieto, Castel Giorgio, Castel Viscardo e Porano, e per la rete acquedottistica di Orvieto. Due milioni 500mila euro servono a finanziare la realizzazione di sette impianti di potabilizzazione per l'arsenico e l'alluminio e la cifra rimanente, 5 milioni 375mila euro, andrà a finanziare, nel rispetto delle previsioni del piano regionale degli acquedotti, lavori per l'estensione della rete acquedottistica del sistema orvietano. "Ad eccezione di questi Comuni - che si approvvigionano d'acqua per l'utilizzo potabile dall'acquifero vulcanico Vulsino che, per una particolare caratteristica geologica delle rocce che lo costituiscono, rilascia nelle acque sotterrane contenuti superiori ai limiti di potabilità di arsenico e alluminio, sempre compensati miscelando acque di provenienze diverse - ha precisato l'assessore alla Sanità Rometti - negli altri Comuni umbri non è mai stato registrato nessun problema e, in generale, rientrano tutti nei limiti stabiliti dalla Comunità Europea".

Pubblicato il: 28/12/2010

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