Pallido oggetto del desiderio
In scena domenica al Mancinelli lo spettacolo fuori abbonamento 'Pallido oggetto del desiderio' di Renè Ceccatty. Triangolo di sesso, amore, morte
Cultura
PALLIDO OGGETTO DEL DESIDERIO
di René de Ceccatty
dal romanzo La femme et le pantin
di Pierre Louys
adattamento teatrale di René de Ceccatty e Alfredo Arias
con
PINO MICOL
DANIELA GIOVANETTI
con la partecipazione di
Francesca Benedetti
regia di
Alfredo Arias
scene Francesco Calcagnini
costumi Alessandro Lai
musiche Arturo Annecchino
luci Jacques Rouveyrollis
Marina di Pietrasanta - Il mondo del music-hall e il teatro del melodramma. Un triangolo perverso - lui, lei e l'altro - dove uno dei due uomini è persona matura, zio del secondo, e la donna una allarmante ballerina di cabaret. Uno strano meccanismo psicologico, fatto di desiderio, attrazione per la morte, rifiuto, passione dell'impossibile. Tutto avviene sul vagone di un treno dove zio e nipote parlano della femmina che li divide: Anita. La quale, evocata dalla rivalità psicologica e sensuale dei suoi amanti, prende corpo e poteri nell'angusto interno, trasformandolo, via via, in ambienti diversi. Si tratta Pallido oggetto del desiderio di Renè de Ceccatty, dal romanzo La femme et le pantin (1898) di Pierre Louys. Alfredo Arias, assieme allo stesso de Ceccatty, ha adattato per il teatro la celebre materia, già ispiratrice di Joseph von Sternberg per il film The Davil is a Woman, con Marlene Dietrich, e Quell'oscuro oggetto del desiderio di Luis Buñuel, in cui il ruolo della donna fatale passa da una star all'altra. Anche Brigitte Bardot, in ogni caso, è stata Anita, a dimostrazione che nessuna grande dello spettacolo sfugge al fascino del personaggio. La messa in scena di Arias ha debuttato ieri sera in "prima nazionale" al festival La Versiliana, a Marina di Pietrasanta (è una produzione del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, diretto da Antonio Calenda). Un cast di qualità - Pino Micol, Daniela Giovaneti, Francesca Benedetti, Daniele Petruccioli e Sebastian Mazza - per rappresentare senza cedimenti la "pericolosa" fantasticheria del regista, fra amore e morte. Dice Arias: "Anita, oggetto del desiderio, non può amare se circondata da attenzioni e tenerezza. Corrisponde solo alla passione di chi le usa violenza. Questo, assieme alla sua costante ricerca di autonomia e libertà, la avvicina enormemente a Carmen, l'eroina di Merimèe e Bizet. Un personaggio quasi impossibile, che qui risolviamo in quadri surreali, situazioni simboliche, evocazioni, deformazioni, protesi, maschere... Il romanzo e anche l'adattamento comportavano varie scene erotiche. Visto che Anita rifiuta il proprio amante, ho deciso di rendere il corpo della protagonista assente. Una assenza radicale rappresentata da ostacoli materiali che lei inventa per negarsi: un velo sul viso, delle apparecchiature che sostituiscono le membra, una bambola che la incarna, un cancello che divide spietatamente gli amanti, la cintura di castità (trovata crudelmente geniale di Pierre Louys) un modo poetico e stilizzato di rendere rifiuto e gioco masochistico di Anita. Anzi, non si tratta di un gioco, ma di una sfida terribile. Il sesso è il mezzo che lei sceglie per affrontare, in realtà, la morte".
Pubblicato il: 22/11/2003