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Con due coinvolgenti spettacoli innovativi andati in scena nei giorni scorsi il Mancinelli saluta il 2010

Spazio ora ai concerti di Umbria Jazz Winter # 18, la Stagione Teatrale riprende l'8 gennaio con "Tango"

Il sipario del Mancinelli si è chiuso nel week-end sull'ultimo degli spettacoli proposti dal cartellone per il 2010, KVETCH (dall'ebraico "piagnistei"), vincitore del Premio Nuove Sensibilità 2008/2009. In programma per venerdì 17 dicembre, lo spettacolo è stato posticipato, per maltempo, al giorno successivo (sabato 18).
Scritto da Steven Berkoff (autore, attore e regista, tra i protagonisti della scena inglese contemporanea) e diretto dal giovane Tiziano Panici con il contributo della sua compagnia, Kvetch porta in scena i percorsi psicologici di personaggi pavidi e insicuri, quel che la gente pensa ma non dice, un universo parallelo in grado di sdoppiare ognuno di noi creando alter ego antitetici e contrari. In una scena minimalista ma assolutamente funzionale si muovono i quattro giovani interpreti (Ivan Zerbinati, Laura Bussani, Federico Giani e Simone Luglio), molto bravi a destreggiarsi su due opposti registri, quello palese e quello interiore. Restituendo le sfumature delle diverse identità grazie a dialetti, atteggiamenti, linguaggi del corpo, nevrosi, danno vita ad una serie di dialoghi "pour parler", riflesso di quotidianità insulse o pressochè inesistenti, che spingono all'ossessiva ricerca del "qualcosa da dire", che puntualmente è la cosa sbagliata. Un insieme di stanchezze, di tentativi di fuga, di rabbie apocalittiche che deflagrano solo nell'intimo dei pensieri inespressi.
Una commedia dalla leggerezza comica volta in chiave noir per far riflettere ed emozionare. Davvero uno spettacolo che vale la pena di vedere quello del giovane Tiziano, che non tradisce le aspettative che pesano sulle spalle di un nome, certo noto, come quello del padre.

L'altro spettacolo giovane ed innovativo nel cartellone del Mancinellli
, nonché nuova produzione della TeMa, è stato portato in scena qualche giorno prima di Kvetch da Giovanna Mori e Jacob Olesen.  Liberamente tratto da due romanzi degli autori scandinavi Jan Fridegard e Arto Paasilinna, OIBO' SONO MORTO affronta la tematica del cruciale passaggio all'aldilà. E lo fa con una prosa nuda e cruda, come talvolta può essere la vita di alcuni individui e come è, quasi sempre, la morte. I due spiriti si ritrovano a muoversi in una specie di non-luogo dove le necessità primarie, essendo privi di corpo, vengono annullate, ma dove è ancora possibile provare passioni e sentimenti. Nel loro tenero ritrovarsi, le due anime esprimono il desiderio dei vivi: quel bisogno struggente di far durare per sempre le emozioni, di portare con sé, anche dopo la morte, quei frammenti di gioia, spesso nascosti e dimenticati, che hanno reso migliore la nostra esistenza e quella degli altri. Lo spettacolo si chiude, non a caso, con una sorta di tripudio alla vita, seppure un po' grottesco: indossando una maschera che li fa apparire vecchi, ma allo stesso tempo senza età, i due protagonisti improvvisano un balletto sulle note di un famoso brano degli Abba.
La programmazione della Stagione Teatrale 2010/2011, che riprenderà l'8 gennaio con lo spettacolo "Tango", s'interrompe momentaneamente per dare spazio agli attesissimi appuntamenti di Umbria Jazz Winter # 18, che vedrà come primo appuntamento al Mancinelli il concerto del duo Chick Corea & Stefano Bollani, in palcoscenico il 29 dicembre alle ore 21.

Pubblicato il: 21/12/2010

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