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Parco dei calanchi e discarica. Di nuovo un rinvio

Atteggiamenti politicanti hanno pervaso l'assemblea cittadina e indicano l'irreversibile andazzo della vita amministrativa orvietana...Sui rifiuti il sindaco non ha le idee chiare. Nota del Pd

foto di copertina

Il Consiglio comunale di lunedì scorso è stato emblematico di atteggiamenti politicanti che hanno pervaso l'assemblea cittadina e che indicano l'irreversibile andazzo della vita amministrativa: evitare decisioni, procrastinare, dibattere per ore stupidaggini e rimandare i grandi temi. Mentre il Consiglio gioca alla politica e si esercita in furbizie infantili, che tutti comprendono, la Piave è lì, silenziosamente occupata da scuole, l'ex ospedale è uscito dal dibattito, la discarica è in attesa del colpo gobbo di qualcuno che ci regalerà un altro decennio di mondezza, il Comune non disegna un suo ruolo che unifichi il nostro territorio ma addirittura si isola stizzosamente dagli altri comuni dell'Orvietano.
Il sindaco aveva assunto l'impegno, tre settimane fa, di presentarsi in Consiglio a discutere la mozione di Leoni con in mano un progetto generale sulla gestione dei rifiuti da sottoporre al Consiglio.
Ma lunedì Còncina si è scoperto impegnato in affari "istituzionali" e i consiglieri hanno deciso di rimandare la discussione sulla istituzione del Parco dei calanchi che avrebbe potuto sottrarre quella zona di fronte alla rupe ad una altra nuova discarica, la terza.
E' stato detto che se non c'era il sindaco la discussione sarebbe stata monca. Ma c'era l'assessore all'ambiente Tardani e il dibattito avrebbe potuto affrontare almeno uno dei temi: l'apertura o no di un'altra discarica e quindi se si ritiene di rispettare la legge regionale che tutela i calanchi.
"Ma questo è soltanto parte del ragionamento", ha detto qualcuno, "ci vuole una visione complessiva" e via avanti in furbate consunte espresse in politichese nostrano, con sorrisetti e ammiccamenti soddisfatti quando l'argomento è stato rimandato a lunedì prossimo. Leoni soltanto ha votato contro i rinvio, per segnalare il disagio suo e anche degli altri consiglieri firmatari, che pure hanno accettato di parlarne la prossima settimana  come deciso dai gruppi consiliari.

Di seguito la mozione presentata dal consigliere Leoni che sarà discussa lunedì 20.

 

La mozione sulla protezione dei calanchi, da me redatta e per la quale sette consiglieri hanno chiesto la convocazione del consiglio, non è un gioco.

Io non intendo scherzare. Intendo chiedere ai miei colleghi consiglieri comunali - non al sindaco e agli assessori - ma ai consiglieri comunali, chi è disposto ad adoperare tutte le armi lecite perché le decisioni che riguardano il nostro territorio non passino sopra le teste degli Orvietani.

 

Il consiglio comunale ha il potere di adottare piani regolatori e relative varianti. La giunta regionale può permettersi (deliberazione n° 1370 del 5 ottobre 2010) di prevedere - testualmente - la promozione, la salvaguardia e la messa in valore dei paesaggi collinari calanchivi tra Orvieto e Ficulle. Il consiglio comunale di Orvieto non può permettersi di chiedere la redazione di una variante urbanistica adoperando gli stessi criteri?

 

C'è chi dice che tale variante sarebbe illegittima. Ammesso e non concesso che cozzi contro qualche comma di legge regionale, vi ricordo che la mozione ha valore di indirizzo politico. Le eventuali illegittimità saranno verificate e - se necessario e possibile - saranno rimosse nel corso del procedimento di variante.

 

C'è chi dice che il consiglio comunale non ha l'ultima parola in materia di pianificazione urbanistica. E con questo? È un buon motivo per rinunciare anche alla prima parola?

 

Quando m'affaccio al muro della Confaloniera per guardare, verso settentrione, il vasto e luminoso panorama, mi vergogno. Mi vergogno per non aver fatto abbastanza per evitare lo scempio di un paesaggio sul quale prospetta una città che ha tremila anni di storia.

 

Non voglio continuare a vergognarmi. Qualcuno mi ha mandato a occupare questa sedia di consigliere comunale. E io questa sedia la uso per dire e per insistere, anche se dovessi rimanere solo a parlare e a perseverare, che lo scempio dei calanchi deve finire.

 

L'arma della variante è spuntata? Io adopero l'arma che ho. Vi invito ad adoperare l'arma che abbiamo. L'arma della variante è un'arma inutile? Non la pensano così tutti quelli che hanno cercato di dissuadermi dal presentarla e di persuadermi a ritirarla.

 

Sono convinto invece che la mozione sia un'arma molto utile. Utile a individuare, da una parte, chi si barcamena, chi traccheggia, chi ha paura delle ombre, chi spacca il capello in quattro, chi vuol apparire più astuto di quello che è;  e, dall'altra, chi vuole chiaramente annunciare all'opinione pubblica e agli organi provinciali e regionali  che Orvieto, forse per leggerezza, forse per debolezza, forse anche per avidità, insomma per quello che volete, ha già dato e non  vuole dare più, anzi si sente in credito nei confronti della collettività regionale.

 

Ringrazio il Covip per avermi aiutato e incoraggiato. Ringrazio le associazioni ambientaliste per essermi state vicine. Anche gli ambientalisti hanno le loro armi;  e le stanno adoperando senza se e senza ma. Hanno affrontato il freddo e la stanchezza per raccogliere migliaia di firme. E non stanno scherzando. Vogliamo deluderli qui dentro, comodamente seduti al caldo dei termosifoni comunali?

 

Ringrazio tutti voi della vostra pazienza.

 

 

Pubblicato il: 15/12/2010

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