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Monacelli (UDC) chierde alla Regione qundo saranno pagati ad Orvieto i rifiuti campani

Monacelli ricorda, inoltre, le vicende giudiziarie relative a "Le Crete" e lancia l'allarme sul "rischio Mafia"

 Il capogruppo regionale dell'Udc, Sandra Monacelli, con una interrogazione alla presidente della Giunta regionale chiede di conoscere "quali azioni si intendano intraprendere per la  riscossione delle spettanze dovute per lo smaltimento, nella discarica 'Le Crete' di Orvieto, dei rifiuti provenienti dalla Campania nelle precedenti emergenze (dal 2001 al 2004)". L'esponente dell'Udc, vuole inoltre sapere come la Giunta regionale intenda ", mettere in atto la
disponibilità manifestata di accogliere ulteriori rifiuti dalla Campania, qualora se ne riconfermi la richiesta, senza compromettere il già difficile smaltimento dei propri".

"L'Umbria - sottolinea Monacelli - non è un'isola felice, dove la politica di solidarietà nazionale può soverchiare o mettere in secondo piano una politica che prima di tutto deve ispirarsi alla solidarietà territoriale. Le discariche umbre - spiega - sono sature, quindi non in grado di accogliere ulteriori rifiuti da smaltire, in particolare Orvieto si dibatte in maniera sempre più aspra sull'ampliamento della discarica, con valutazioni divergenti in merito alla residua potenzialità dell'impianto tra il gestore attuale e la Giunta Regionale. Non si può dimenticare come la drammatica gestione degli anni precedenti abbia trasformato il settore rifiuti in affare personale, come le inchieste della magistratura dimostrano impietosamente".

Monacelli ricostruisce i contorni della vicenda "Le Crete" e sottolinea come l'emergenza rifiuti della Campania "si protrae da tempo e va imputata ad una carenza strutturale di quel sistema regionale dello smaltimento dei rifiuti", una carenza, sottolinea il capogruppo Udc, "che l'Umbria nel corso degli anni, ha cercato di arginare e supportare accogliendo tonnellate di rifiuti, smaltiti nella discarica orvietana 'Le Crete': la grande pattumiera dell'Umbria, un cratere artificiale di 84 mila metri quadrati, aperto nei calanchi di argilla che chiudono la riva sinistra del fiume Paglia".

"Già dal 2001 - aggiunge Monacelli - un accordo tra Regione Umbria e Campania consentiva lo smaltimento di 20mila tonnellate di immondizia presso questa discarica, ma la 'mano tesa' di Orvieto a Napoli si è protratta negli anni. 'Le Crete', infatti, ha rappresentato la boa di salvezza campana anche nel 2003, ma in questo caso i conti non tornarono: infatti nei formulari che accompagnavano i rifiuti risultarono finiti in discarica anche quelli che, per tipo e per quantità, non erano mai stati caricati sui tir provenienti da Napoli".

L'esponente dell'Udc prosegue nella sua ricostruzione e ricorda che nel 2004 "vennero apposti i sigilli della magistratura alla discarica orvietana, e si aprì un procedimento penale a carico di 11 imputati, con l'accusa di abuso d'ufficio, falso e violazione del decreto 'Ronchi'.
Emerse che la logistica ed il trasporto Napoli-Orvieto erano stati subappaltati a due società nell'orbita della camorra e che i rifiuti trasferiti alle Crete risultarono essere di 130mila tonnellate invece che di 20mila. L'inchiesta - spiega Monacelli - è ancora in corso e presenta scenari niente affatto rassicuranti, che hanno portato il Comune di Orvieto alla crisi per il mancato pagamento delle spettanze dovute per lo smaltimento
di quei rifiuti. Le Crete - aggiunge Monacelli - è stata riclassificata da discarica di Prima Categoria 2A per rifiuti solidi urbani a discarica di tipo 2B per rifiuti speciali non pericolosi".

Monacelli rileva che l'Umbria, "secondo il rapporto dei servizi di sicurezza 2010, si colloca al quinto posto per la presenza di clan mafiosi e camorristici, incentivati anche dalla detenzione nelle carceri umbre di esponenti di primo piano sottoposti al 41 bis, che ha dato vita a strutture familiari e di supporto. La nostra regione, come dimostra la vicenda della discarica 'Le Crete' è stata 'investita' dal traffico illecito dei rifiuti e viene collocata in 16esima posizione per le illegalità ambientali.
E la serie di irregolarità strane e concomitanti, oggetto dell'inchiesta sulla discarica orvietana - aggiunge -, non appartiene al passato: un'indagine dei carabinieri del Noe nel febbraio 2009 svolta a Terni aveva fatto emergere un'organizzazione dedita al traffico illecito di rifiuti speciali, in particolare veicoli fuori uso e rottami ferrosi. La storia dell'Umbria - conclude Monacelli - non appartiene di certo alla mafia, ma è pur vero che i mafiosi ci sono ed agiscono mimetizzandosi in quella parte sana e pulita della società che ha voglia di reagire e di non essere soggiogata dalle intimidazioni di questo sistema".

Pubblicato il: 11/12/2010

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