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NOTIZIE CORSIVI

Orvieto. E ci risiamo con la finanza creativa

di Massimo Gnagnarini  "Siamo al cospetto di una vera bufala.

Una bufala però che non sarebbe priva di conseguenza poiché, di fatto, quel che è certo è che si procrastinano ancora di più i tempi per un contenzioso con la RBS. e quindi la cessazione dei pagamenti alla medesima. Contenzioso che non è mai iniziato e chissà quando e se iniziarà mai da parte di questa Amministrazione"

foto di copertina

Invece di fare causa per truffa alla RBS e di sospendere cautelativamente i pagamenti ora il Comune tenta un accordo con i banchieri inglesi che, stando alla delibera di Giunta n. 154 assunta il 25 novembre u.s. e integralmente pubblicata sul sito del Comune, non si capisce dove vada a parare né  spiega l'utilità che ne conseguirebbe. Anzi, tenuto conto del quadro normativo che regola la materia, il deliberato appare dannoso oltre che del tutto irrealizzabile. Di sicuro impegnerà del tempo. Ma il tempo, negli Swap, equivale al denaro. Nel nostro caso 3000 euro al giorno che gli orvietani pagano a sua Maestà la Regina d'Inghilterra dopo che la Royal Bank of Scotland nel 2008 è stata nazionalizzata a causa del suo fallimento.

Non basta che la Procura della Corte dei Conti abbia aperto una procedura  per danno erariale in relazione alle passate operazioni di finanza derivata, adesso questa Amministrazione ci riprova ad avventurarsi su quel terreno minato e lo fa incurante pure delle più recenti raccomandazioni dettategli il 26 ottobre dalla Corte dei Conti circa l'istituzione di un apposito capitolo di bilancio dove iscrivere la valorizzazione (Mark to Market) dei contratti derivati in essere e che ammonta a circa 8 ML di euro.

 

I precedenti

Nel  dicembre 2007 il Comune stipulò con la RBS i disgraziati contratti  di finanza derivata.

A gennaio del 2009 , in una conferenza stampa organizzata dal centrodestra, resi noto un mio studio sulle irregolarità nei contratti e l'enorme buco che questi avrebbero provocato alla stabilità finanziaria del comune indicando, nel contempo,  l'opportunità di promuovere una immediata azione legale per l'annullamento dei medesimi e la sospensione cautelativa dei pagamenti.

Nel giugno dello stesso 2009 la questione entrò tra i temi principali della campagna elettorale per l'elezione di Toni Concina che, ovviamente, si impegnò a intraprendere tutte le iniziative necessarie. Tuttavia dovettero trascorrere ben otto mesi dalla sua elezione a Sindaco, prima che si producesse un solo, miserello, atto propedeutico per avviare una qualunque  azione di autotutela e in effetti solo dopo varie e insistenti sollecitazioni mediatiche, il 4 febbraio del 2010, la Giunta si decise, con la delibera  n.13 del 2010,  a prendere atto del problema e a dare mandato al dirigente del Settore Finanza di individuare, in tempi ristretti , un legale qualificato a cui affidare la vertenza.

Il 18 marzo con il D.D. n. 290 il Dirigente del Comune si limitò, come gli era stato richiesto, a individuare non uno ma ben cinque avvocati specialisti della materia che, peraltro, si sono messi a fare ricorsi e liti giudiziarie tra di loro per l'assegnazione dell'incarico e che ancora risultano pendenti al TAR. Ciò ha contribuito a far perdere altri mesi di tempo, e qui il tempo scorre al ritmo di 90.000 euro al mese,  ed è del tutto singolare osservare che il ricorso degli avvocati sia stato rigettato in prima istanza perché " privo di qualunque fondamento". Ba!

Comunque sia,  trascorsi ulteriormente altri otto mesi,  apprendemmo dalle dichiarazioni dell'assessore Romiti rilasciate lo scorso ottobre  testualmente : " Stiamo affrontando i derivati. In questa partita ci assiste uno studio, l'unico che in Italia ha già vinto una causa su questo argomento per il comune di Rimini, e questo ci fa ben sperare " .

Romiti si riferiva allo studio legale associato Cedrini Urbinati Zamagni che attraverso l'Avv. Luca Zamagni patrocinante il comune di Rimini ha vinto lo scorso 12 ottobre la causa sui derivati contro Unicredit.  Vittoria peraltro raggiunta attraverso l'accoglimento da parte del Tribunale di Rimini di motivazioni di illegittimità e di gravi irregolarità dei contratti  del tutto simili a quelle che,  nel corso di questi due anni,  ho descritto e richiamato nei miei interventi e per di più confermati dai  risultati dello studio svolto dalla Brady Italia srl alla quale il sindaco Mocio commissionò l'incarico e che poi sono stati acquisiti formalmente,   in gravissimo ritardo,  dall'attuale Amministrazione.

 

L'attualità

Con delibera n. 154 del 25/11/2010 la Giunta innesta l'ennesima marcia indietro rispetto all'auspicata causa giudiziaria contro la RBS e dà mandato ai dirigenti,  assistiti dal collegio degli avvocati,  di esperire un "tentativo" volto a "ridimensionare" il valore del contratto dello Swap attraverso "l'abbattimento" del suo sottostante  costituito dai 30ML di debito dell'emissione obbligazionaria effettuata dal Comune di Orvieto nel  2005.

In questo modo , par di capire, si vorrebbe proporre a RBS,  di concerto alla diminuzione del sottostante, di rinegoziare lo Swap  in modo da pagare minori importi sui flussi di scambio che si generano semestralmente.

Sarebbe bello se non fosse che per abbattere il sottostante ovvero il vecchio prestito obbligazionario servono i soldi e soldi freschi : circa 25 ML di euro a cui bisogna aggiungere  altri 8 ML di "Market to Market"  negativo del contratto derivato in essere. 

Cosa tentiamo di vendere stavolta.  Il Duomo ?

Ora , a parte tutte le complicazioni e i divieti che la legge impone agli enti locali su questa materia e che appresso puntualmente vengono citati, non si può non rimane basiti dall'ingenuità o dalla totale ignoranza di cultura finanziaria mostrata dalla Giunta comunale nella circostanza , ad eccezione del Dott. Romiti,  non perché si sia opposto ma perché era assente alla seduta e naturalmente del collega bancario Pizzo che come Consigliere delegato del Sindaco al bilancio non delibera.

Una regola aurea in finanza è che i debiti non si possono ridurre o annullare ma si possono solo trasferire ( ad altri)  oppure dilazionare nel tempo. Scartiamo l'ipotesi che qualcuno voglia accollarsi quelli del Comune di Orvieto non rimane che dilazionarli cioè scaricarli sui posteri, ma in questo caso stiamo parlando di esposizioni la cui duration (scadenza) è già oltre i 25 anni. Oltre non si va.

Ma torniamo alla delibera di Giunta del 25 novembre e al mandato in essa contenuto per la rinegoziazione ( rimborso ) del prestito obbligazionario posto alla base della rinegoziazione dello Swap con RBS e controlliamo quel che la legge dice in proposito :

 

Il rimborso dei titoli obbligazionari

La delibera di emissione delle obbligazioni deve prevedere anche le modalità di rimborso del prestito. Esistono al riguardo varie alternative:
rimborso a scadenza;
rimborso anticipato;
riacquisto.

La modalità ordinaria di rimborso è rappresentata da quello a scadenza. Può anche essere disposto il rimborso anticipato, se ciò sia stabilito nella delibera di emissione. Questa modalità di rimborso può essere effettuata soltanto con fondi provenienti dalla dismissione di cespiti patrimoniali disponibili. Il riacquisto dei titoli, infine, può essere effettuato esclusivamente ricorrendo all'utilizzo di economie di bilancio.

Circa poi gli 8 Ml di euro del valore negativo del "Market to Market" sono i soldi che servono per uscire dal contratto e ricadrebbero comunque negativamente sulla eventuale rinegoziazione dello Swap o di un nuovo contratto scontando la scommessa precedente che rimane  staccata e indipendente dall'evoluzione reale dell'attività di debito che era stata posta a suo nominale, e dunque questi 8 milioni verrebbero riassorbiti spalmati in migliori condizioni per la banca o attraverso un prolungamento dell'esposizione nel tempo. Come risultato finale si avrà un debito maggiore e gravato delle copiosissime commissioni anche implicite che simili operazioni comportano.

 

Come volevasi dimostrare per procedere nella direzione di questa "scaltrissima"  e "sofisticatissima" operazione di fantafinanza, suggerita alla Giunta da chi sa quale mente eccelsa e pure a pagamento, servono una trentina di milioni di euro sull'unghia e anche rinnovare una nuova quanto azzardata scommessa peraltro ormai vietatissima dalle leggi che regolano la finanza degli enti locali. 

In altre parole siamo al cospetto di una vera bufala.

Una bufala però che non sarebbe priva di conseguenza poiché, di fatto, quel che è certo è che si procrastinano ancora di più i tempi per un contenzioso con la RBS. e quindi la cessazione dei pagamenti alla medesima.

Contenzioso che non è mai iniziato e chissà quando e se iniziarà mai da parte di questa Amministrazione.

 

Pubblicato il: 09/12/2010

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