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Stampa e politica. Lasciateci lavorare

di Dante Freddi Il continuo tentativo di richiamare tutti a non infastidire chi lavora, a non intralciare, a non discutere, comincia a rompere. Ad Orvieto c'è una stampa ricca, onesta ed obiettiva, quanto è possibile, molto più che quella nazionale, molto migliore del mondo che racconta

foto di copertina

Il Consiglio comunale di Orvieto ha approvato la scorsa settimana l'assestamento del bilancio 2010. E' stato un passaggio difficile, di rottura definitiva tra maggioranza e minoranza. Il Consiglio comunale è risultato ulteriormente ferito, anche se di striscio. Il sindaco ha esternato la sua tristezza per il comportamento del Pd, che ha rifiutato di collaborare ed ha addirittura diffidato tutti ad agire contro il regolamento, Tonelli si è detto "in lutto" per come è diventata la politica orvietana e si è ritirato in una semplice dichiarazione di voto.  Il centrodestra ha tuonato contro Pd e Rifondazione che si sono sfilati dall'approvazione dell'assestamento, il sindaco ha stigmatizzato la fine di "quello spirito di collaborazione impostato nei numerosi tavoli ecumenici su tematiche importanti di grande interesse per la città. In questi lunghi mesi abbiamo messo pezze a disastri grandi che non abbiamo causato noi, oggi il risultato è questo".
Nel frattempo la Belcapo ha inviato al prefetto la segnalazione di irregolarità. Germani, stufo di un anno e mezzo di equilibrismi su una fune in continuo movimento, ha lasciato la direzione del suo gruppo, che dirigerà Mariani. Così, se qualche consigliere indisciplinato lo volesse, con un colpo solo fredderebbe  capogruppo e segretario.

A me sembra che il clima generale sia davvero irrespirabile e rilevo almeno un paio di aspetti da stigmatizzare.

Il primo. Ogni volta che qualcuno si oppone, è considerato dalla maggioranza, ormai tra l'altro numericamente autonoma, come un reietto, un ingrato, uno che lavora contro la città. E non va bene, perché il diritto di discutere e anche di opporsi va esercitato nelle forme che ciascuno ritiene opportune, senza dover sopportare i continui piagnistei sulla irresponsabilità e sui danni del passato, che ormai tutti conosciamo ed a cui la maggioranza ha scelto di porre rimedio. Se non è capace, perché è difficile o impossibile, si dimetta.
Il secondo. Le questioni cittadine sono oggetto di un appassionato dibattito che coinvolge associazioni, singoli   cittadini, stampa. Il continuo tentativo di richiamare tutti a non infastidire chi lavora, a non intralciare, a non discutere, comincia a rompere.

C'è un'atmosfera politica che soffre di una insopportabile ossessione berlusconiana, in cui le osservazioni politiche sono scambiate per personali, le prese di posizione della stampa per azioni di militanza politica, la visione diversa una visione sbagliata.
La stampa web, che è aperta a tanti contributi diversi e non controllabili, sembra essere divenuta un luogo nefando, dove trovano spazio perfino l'insopportabile Gnagnarini, che ha sempre da sostenere qualcosa contro l'amministrazione e altri seccatori  che non amano la città, come quegli ambientalisti che continuano a pretendere che le Crete non debbano essere più una discarica e pretendono di inserirsi nel "delicato processo che deve mediare interessi di bilancio con quelli ambientali", addirittura proponendo alternative. Anche la sinistra ha opinionisti che le dànno fastidio e la pubblicazione dei corsivi di Tiberi e Borrello sui fatti del PD è stata sempre accolta in quel partito come un cazzotto nel ventre e mal sopportato. Per non dire dei corsivi di Guido Turreni, l'unico promotore della libertà che frequenta il web nostrano, sempre colorito, sempre sicuro, sempre identico.
Poi c'è lo stillicidio di idee moleste che ogni lunedì Franco Raimondo Barbabella e Pier Luigi Leoni distribuiscono su "A Destra e a Manca" e che disturbano qualcuno, non sempre lo stesso.

Per definizione, la stampa è fastidiosa e dovrebbe essere anche incontrollata, psicologicamente ed economicamente . Ad Orvieto, a parte i riflessi evidenti e leggibili delle simpatie politiche  e personali di ciascuno di noi, c'è una stampa ricca, onesta ed obiettiva, quanto è possibile, molto più che quella nazionale, molto migliore del mondo che racconta.
A proposito, lasciateci lavorare.

Pubblicato il: 09/12/2010

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