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Sanità in Umbria. Il Pdci chiede di uscire dalla fase di 'galleggiamento'

La nota diffusa dal Partito dei comunisti italiani umbro

 Riceviamo e pubblichiamo la nota diffusa dal Pdci umbro.                            

"Da alcuni mesi si è aperta un'inchiesta in Umbria mettendo in luce alcuni aspetti della Sanità, in particolare per quanto riguarda gli acquisti e le assunzioni.

Gli avvenimenti di questi ultimi giorni, con il ritrovamento nel giardino di uno dei protagonisti riguardanti l'inchiesta, così come riportato dai giornali con cronaca regionale, della testa tagliata di un cane, un gesto intimidatorio di chiara marca mafiosa, ci pone di fronte ad uno scenario inquietante.

 

I Comunisti umbri chiedono alla Magistratura tempi brevi e chiarezza nella conclusione dell'inchiesta per dare piena trasparenza all'opinione pubblica.

 

Questo è l'ultimo atto, in precedenza ci sono state le dimissioni dell'assessore alla Sanità Riommi, la rimozione di Gigliola Rosignoli, direttrice dell'ASL n.3 dell'Agenzia Umbria Sanità, e le dimissioni di Luca Barberini dalla VUS.

 

I Comunisti Italiani dell'Umbria ritengono che si sia aperta una vera e propria "Questione Sanità".

 

In primo luogo la politica deve assumersi le proprie responsabilità, deve uscire da questa situazione stagnante ed operare assumendo decisioni per il bene del popolo, con atti da parte degli organi istituzionali, Giunta e Consiglio Regionale.

I Comunisti Italiani sono convinti che una fase della Sanità Umbria sia conclusa anche se in questi anni ha fornito delle prestazioni molto innovative, facendo si che l'Umbria sia una delle regioni al'avanguardia in Italia.

Ma nonostante questi successi, sono convinti che si debba aprire una fase nuova.

A partire dall'assetto istituzionale e quindi ridisegnare il numero e le funzioni delle ASL e delle Aziende ospedaliere.

Contemporaneamente si deve lavorare per valorizzare sempre di più la prevenzione e quindi dobbiamo dare peso e funzioni nuove ai Distretti ed ai Centri Salute avvicinando la medicina al territorio e ai cittadini.

 

Il Presidente e la Giunta Regionale devono operare concretamente per cancellare le odiose liste d'attesa che in questo momento portano ritardi anche di mesi per visite specialistiche ed esami diagnostici.

 

Fino ad ora ci sono state molte buone intenzioni a cui sono seguiti pochi fatti.

I tempi medi di attesa per visite mediche e prestazioni sanitarie per vari esami sono superiori ai 100 giorni, per arrivare anche a oltre 300 nelle quattro Sedi ASL dell'Umbria.

La Giunta Regionale deve impegnarsi a rispettare la legge e prendere delle decisioni immediate, infatti la legge 431 del 2006 prevede 30 giorni per le visite specialistiche 60 per la diagnostica strumentale.

 

La Ragione deve garantire tempi dignitosi per le prestazioni nella Sanità pubblica.

 

I Comunisti Italiani dell'Umbria sono dalla parte dei cittadini umbri che subiscono un grande disagio.

Con il federalismo fiscale ci si impongono delle scelte chiare per rendere ancora  più efficiente il Sistema Sanitario Regionale.

Dobbiamo uscire dal burocratismo ed avvicinare la sanità ai cittadini.

Le prestazioni sanitarie non sono un favore ma un Diritto.

 

I Comunisti Italiani chiedono di uscire dall'attuale stato di "galleggiamento" ed aprire una stagione di riforme per la sanità in Umbria attraverso una grande fase di partecipazione e la presentazione di un disegno di legge su questi temi.

Bisogna chiudere la stagione delle "praticucce" ed aprire una nuova pagina ricca di entusiasmo e di progettualità, e sperimentando la Regione Laboratorio degli anni 2000.

I Comunisti Italiani, nell'intento di contribuire alla definizione delle problematiche della Sanità, chiamano tutte le altre forze della Sinistra ad una iniziativa pubblica entro breve tempo.

 

Pubblicato il: 02/12/2010

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