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Germani si dimette. La lettera di addio

Un'uscita consumata definitivamente di fronte alle discutibili strategie di alcuni consiglieri piddini, decisi ad un attacco finale a Còncina, senza lasciare spazio a possibili, seppure difficilissime, soluzioni

Giuseppe Germani ha presentato le dimissioni da capogruppo del PD con una lettera accorata sulle condizioni della città e del suo partito. Già da tempo la difficoltà di sintetizzare le disparate esigenze dei consiglieri del Pd, poi la fuga di Menfi e Frizza, avevano fiaccato la pazienza di Germani, che è uno degli uomini di punta della sinistra orvietana. Un'uscita consumata definitivamente di fronte alle discutibili strategie di alcuni consiglieri piddini, decisi ad un attacco finale a Còncina, senza lasciare spazio a possibili, seppure difficilissime, soluzioni.
Rigiriamo ai lettori la lettera inviata.

"Le mie dimissioni da capo gruppo del PD sono state determinate dalla costante fibrillazione che in questi mesi si è determinata all'interno del gruppo consiliare e del partito.

Nel gruppo, poi, si sono molto spesso trasferite le aspirazioni presenti nelle troppe anime che nel partito convivono e che in questo periodo di congressi hanno provocato continue tensioni e distinguo, determinando un'estenuante ricerca di mediazione, che non ha permesso di affrontare in modo sereno le varie problematiche.

Il lavoro del gruppo, a volte, non è stato all'altezza dei gravi problemi che in questa consigliatura abbiamo dovuto affrontare e di questo me ne devo far carico come maggiore responsabile.

L'ultimo episodio, riferito alla conferenza dei capigruppo del 29 scorso, è emblematico. Pensavo che fosse necessario offrire il tempo necessario ai consiglieri per  poter verificare e approfondire i documenti sull'assestamento, che con grave mancanza da parte della giunta sono stati consegnati solamente alle ore 15, a consiglio iniziato, in palese difformità a qualsiasi regolamento. Data  la gravità della situazione, infatti,  non volevo offrire il pretesto alla maggioranza di centrodestra di  scaricare su una nostra eventuale mancanza di collaborazione la grave situazione nella quale hanno portato l'amministrazione.
Ma la mia linea non è stata ritenuta all'altezza da parte del gruppo.

Ad aggravare il clima c'è anche l'attuale condizione in cui versa il partito, dove, nonostante i congressi e l'elezione del nuovo segretario, non si riesce ad ottenere una dialettica politica che possa permettere di individuare quali siano le soluzioni migliori per risolvere i tanti problemi di questa città.

Non si parla mai chiaramente di lavoro, sociale, politiche di sviluppo, nuovo assetto del territorio. Questi sono i motivi principali che mi hanno fatto ritenere opportuno  rimettere al gruppo ed al partito il mio mandato di capogruppo, per favorire una nuova stagione di chiarezza. Non è stata sicuramente la precisazione della consigliera Belcapo, così come riportato da qualche giornale, a determinare la mia decisione.

Per il futuro, la mia azione politica sarà fondata su azioni concrete, senza tentennamenti, per offrire un contributo alla crescita di Orvieto, per quanto mi sarà possibile".

 

 

Pubblicato il: 30/11/2010

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