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Allarme arsenico

Sono Orvieto, Castel Giorgio e Castel Viscardo i tre Comuni umbri inseriti nella lista dei 128 Comuni italiani a cui l'Ue chiude i rubinetti. Il problema dell'arsenico va avanti da molto tempo, nell'Orvietano come nel Viterbese è legato a cause "naturali" in quanto l'arsenico è normalmente presente in suoli di origine vulcanica. L'interrogazione di Marco Moscetti

ORVIETO - Allarme arsenico: sono Orvieto, Castel Giorgio e Castel Viscardo i tre Comuni umbri inseriti nella lista dei 128 Comuni italiani a cui l'Ue chiude i rubinetti. Il no giunto da Bruxelles il 28 ottobre scorso è tassativo: niente deroga all'innalzamento dei limiti chiesti dall'Italia sulla concentrazione di arsenico nelle acque ad uso alimentare. Da 20 microgrammi per litro era stato chiesto di passare a 50. La Comunità europea ha respinto. E non solo. Da Bruxelles è arrivato anche un ulteriore abbassamento dei livelli, riportandoli ai dieci microgrammi per litro. Risultato: un problema sanitario di vaste proporzioni che coinvolge nel Paese 128 Comuni: 91 città e borghi del Lazio (sparsi tra le provincie di Roma, Latina e Viterbo), 16 località in Toscana, 10 Comuni in Trentino, 8 in Lombardia e tre in Umbria, tutti Comuni nell'Orvietano Orvieto, Castel Giorgio, Castel Viscardo). Il problema dell'arsenico va avanti da molto tempo, nell'Orvietano come nel Viterbese è legato a cause "naturali" in quanto l'arsenico è normalmente presente in suoli di origine vulcanica. Giustificazioni che non contano per l'Ue che ha fatto sapere che "valori di 30, 40 e 50 microgrammi" possono determinare "rischi sanitari, in particolare talune forme di cancro". Ecco perché le deroghe, soltanto per tempi limitati, possono essere richieste sino a concentrazioni di 20 microgrammi per litro. Nel Paese impazza già la polemica perché il Governo a distanza di quasi un mese non sta dando applicazione alle decisioni dell'Ue. Il rischio è che l'Italia incorra in un procedimento di infrazione di fronte alla commissione europea. Nell'Orvietano il problema coinvolge oltre 26mila cittadini. Secondo le tabelle Ue che accompagnano il "no" alla deroga sui livelli di arsenico nell'acqua, gli acquedotti di Orvieto, Castel Giorgio e Castel Viscardo superano abbondantemente la concentrazione dei 10 microgrammi litro consentita e anche quelli di un'eventuale deroga a 20, in quanto la presenza di arsenico si attesterebbe attorno ai 30 microgrammi litro. La soluzione? Ordinanze di divieto in primis e filtri in secondo luogo. Nell'Orvietano la questione, però, non è stata ancora affrontata. Ieri pomeriggio in consiglio comunale ha chiesto lumi in merito il consigliere Marco Moscetti (Pd). Gli assessori competenti - assenti al momento del "question time" - risponderanno in forma scritta.

Di seguito l'interrogazione del consigliere PD marco Moscetti.

Al Presidente del Consiglio Comunale

Comune di Orvieto

Oggetto: Deroghe Arsenico - INTERROGAZIONE

Visto la Direttiva Europea 98/83/CE del Consiglio del 03 novembre 1998 concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano;

Visto il Decreto legislativo n° 31 del 02 febbraio 2001, "Attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualita' delle acque destinate al consumo umano

Considerato che il 28 ottobre la Commissione Europea si è espressa negativamente sulla  deroga richiesta dall'Italia ai sensi della direttiva 98/83/CE concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano, in particolar modo per quanto riguarda il parametro arsenico.

Considerato che le zone di Biagio, Buonrespiro, Buonviaggio, Villanova, San Quirico e Rocca Ripesena, sono interessate dal problema arsenico nelle proprie acque, visto che a gennaio fu vietato l'uso.

 Chiede alla Giunta

 

 

Pubblicato il: 23/11/2010

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