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Microcriminalità ad Orvieto Scalo, commercianti divisi

Negozianti preoccupati per furti e rapine avvenuti negli ultimi giorni. Una diversa percezione della presenza delle forze dell'ordine

Cronaca

di Simona Coccimiglio

I numerosi fatti di cronaca che nelle ultime settimane hanno coinvolto Orvieto Scalo mettono in allarme i commercianti che nel quartiere ai piedi della Rupe gestiscono le loro attività. Titolari o commessi di negozi di abbigliamento, edicole e cartolerie, bar, macellerie e alimentari diffusi in tutta Orvieto Scalo si dicono spaventati dagli ultimi atti criminali che hanno colpito attività della zona, mettendo a rischio anche la vita di chi in prima persona si è trovato suo malgrado coinvolto. Il caso dell'anziana proprietaria dell'edicola in viale Primo Maggio aggredita con un coltello a serramanico da un rapinatore che le ha sottratto tutto l'incasso della giornata è l'ultimo emblematico caso. A questo si aggiungono i furti, l'ultimo in un noto negozio di abbigliamento. La paura è comune, l'idea su quanto è possibile fare in termini di prevenzione lo di è meno.

"Le forze dell'ordine non potrebbero fare di più - dice la proprietaria di un negozio di fiori in Viale Primo Maggio - se non piantonare tutti i giorni i nostri negozi. Ci rendiamo conto che questo non è possibile, e allora non ci resta che considerarci fortunati per il fatto di vivere in una realtà tutto sommato tranquilla, anche se i fatti a volte potrebbero indurci a pensare al contrario". Dello stesso avviso il titolare di un negozio che vende occhiali e articoli per la fotografia, che aggiunge di essere maggiormente preoccupato "da un sistema giuridico sbagliato che mette in galera delinquenti che aggrediscono gli anziani, per poi farli uscire dopo poche settimane di carcere, piuttosto che condannarli a pene più severe". Di parere contrario alcuni edicolanti, altri proprietari di macellerie e di alimentari. "Le forze dell'ordine da queste parti non si vedono mai, e questo non ci aiuta ad avere più fiducia nella giustizia - dice un cartolaio tra penne, quaderni e quant'altro. Lavoro nel mio negozio, tutti le mattine apro, tutte le sere chiudo, così da trent'anni. Ne ho visti tanti di furti e di rapine, l'aggressione all'anziana proprietaria dell'edicola, però, mi ha colpito e preoccupato". Queste ed altre testimonianze raccolte tra gli esercenti di Orvieto Scalo testimoniano un modo diverso di valutare la presenza delle forze dell'ordine nel quartiere, ma anche, di contro, la comune convinzione che qualcosa sta cambiando in termini di microcriminalità, anche dalle nostre parti.

Pubblicato il: 17/11/2003

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