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Rifiuti, ricominciamo da zero(rifiuti)

Intervento di Pier Paolo Mattioni ( IdV) che esprime la posizione del suo partito sulla rovente questione della gestione dei rifiuti

Riceviamo e pubblichiamo da Pier Paolo Mattioni, membro del Coordinamento regionale IdV Umbria.

Osserviamo che il tema dei rifiuti appare di così  complicata risoluzione nel nostro Paese e nella nostra Regione per il senso della frustrazione che accompagna le cronache delle vicende campane, o in quanto associato al senso di ineluttabilità per la creazione degli altri guai che sappiamo esistere dalla realizzazione e gestione delle discariche o degli inceneritori, che tutti hanno chiaro che causeranno disastri all'ambiente e al paesaggio, e infine alla salute.

Allora è arrivato il momento di renderci conto che stiamo semplicemente operando una pratica di rimozione collettiva. Lo stesso tema infatti viene trattato dalle direttive comunitarie che individuano una lista delle priorità molto chiara e semplice.

Le priorità a cui basterebbe attenersi sono:

1.      prevenzione

2.      preparazione per il riutilizzo

3.      riciclaggio

4.      recupero di altro tipo, in particolare recupero di energia

5.      smaltimento

Ora non vogliamo affrontare il complesso delle definizioni, delle azioni e dei procedimenti che derivano da questo elenco.

Ci limitiamo a ricordare e sottolineare che il primo punto, la prevenzione, riguarda la riduzione a monte, poi c'è l'attrezzamento e l'organizzazione funzionale o aziendale come premessa al riciclo e c'è il tema centrale e strategico del riciclo, che è la filosofia principale di ogni azione.

Infine abbiamo il recupero di altro tipo con recupero di energia, e proprio in fondo lo smaltimento.

La domanda che viene spontanea, è come possa accadere che nel nostro Paese, e nella nostra Regione, quelle priorità sono assolutamente ribaltate.

Il sistema ordinario di gestione dei rifiuti è la discarica, più o meno controllata, l'incenerimento viene considerato già un gradino sopra, di riciclo non si parla, salvo le note e meritorie eccezioni. Accade anche che venga praticata una raccolta differenziata di materie che alla fine comunque finiscono anch'esse in discarica o all'incenerimento.

Quindi da noi dobbiamo leggere le priorità definite dalla direttiva europea esattamente al contrario.

La cosa drammatica è che questa scala ribaltata dei valori viene intesa dai cittadini, dai media e dalla politica come una cosa ordinaria e ineluttabile.

Questa ineluttabilità appare palese nella divulgazione della drammatica situazione della Campania, dove ancora una volta non solo si è chiarito che non si è risolto nulla, ma si insiste a rappresentare la necessità delle discariche come l'unica soluzione per l'emergenza, in realtà senza alcuna soluzione per il superamento dell'emergenza.

Siamo convinti che anche in Campania ormai molta parte della cittadinanza abbia raggiunto la conclusione che è il riciclo e il rispetto delle direttive comunitarie l'unica via per il superamento dell'emergenza: la politica e le Istituzioni purtroppo non sono dello stesso parere e ricorrono all'esercito e alla forza pubblica per imporre le discariche.

Da noi , nell'Umbria verde, il tema non è poi così diverso. Infatti abbiamo le forze politiche di ambo gli schieramenti, spesso i sindacati e i cittadini, almeno quelli che non sono interessati ad essere informati, ancora tenacemente convinti che l'alternativa alle discariche o agli inceneritori sia aria fritta, roba da ambientalisti incalliti.

E sì che ormai le soluzioni, le tecnologie, le esperienze nel senso del riciclo sono ormai acquisite. Non si tratta più di parlare della teoria o delle ipotesi per il futuro, come poteva essere molti anni fa, quando il discorso si bloccava sul che fare: quali sono le alternative reali alla discarica o all'incenerimento ?

Oggi gli inceneritori nel mondo sono in fase di chiusura, le discariche pure. Solo da noi sembra che il tempo si sia fermato.

Perdipiù chi non vuole riconoscere la realtà o intende sviarla alla fine non può mancare di fare ricorso ai luoghi comuni più frusti: i vizi del consumismo e la cattiveria del genere umano, e la tutela dei posti di lavoro.

Qui dobbiamo essere molto chiari.

Le direttive che andiamo citando sussistono in quanto è immediatamente e concretamente praticabile il modello di riferimento che si basa sul riciclo, che si definisce spinto in quanto, oggi, può raggiungere facilmente, operativamente e in poco tempo, soglie minime dell'80%; gli esempi non mancano, basta andare a vedere e controllare di persona come stanno le cose dove si opera in questo modo, in Italia, vicino a noi. A questo riguardo possiamo ritenere che esista un interesse alla disinformazione o ad una colpevole mancanza di informazione utile alla conservazione di un sistema arretrato;

il flusso enorme di risorse economiche e di ricchezza che passa direttamente dalle tasche dei cittadini e delle Amministrazioni nelle casse delle Aziende del settore, grazie alla disapplicazione ingiustificata della Tariffa, grava pesantemente sui bilanci familiari e degli enti locali, senza ragione alcuna;

l'arretratezza del sistema discarica/inceneritore causa una ridotta capacità occupazionale. I sindacati farebbero bene ad informarsi se si vogliono occupare responsabilmente della tutela dei lavoratori. Il riciclo comporta una importante risorsa occupazionale: è chiaro, occorre informarsi e sapere di cosa si parla;

infine il sostegno della politica per la conservazione e la mancanza di innovazione, e quindi l'assistenzialismo e il sostegno che la politica delle lobbies garantiscono per la tutela dello statu-quo è un fattore drammaticamente decisivo per la impossibilità delle aziende del settore di rinnovarsi e riconvertirsi.

In conclusione, per essere operativi, è necessario che vengano rapidamente e radicalmente riconsiderati i Piani e i progetti, all'esame o in istruttoria presso le varie sedi istituzionali, che non sono animati dal rispetto delle direttive comunitarie, ma semplicemente dalla conservazione delle rendite di posizione sul settore della gestione dei rifiuti. E' necessario che la filosofia contenuta nelle direttive comunitarie, che si fonda sul riciclo come chiave di volta di un sistema di gestione del ciclo sostenibile, sia condivisa da tutte le persone o organismi interessati al bene comune, alla valorizzazione dei piani aziendali utili alla collettività, alla abolizione dei criteri di tassazione ingiusta, alla tutela della legalità in un settore così drammaticamente esposto, alla creazione di nuove occupazioni e posti di lavoro.

 

 

Pubblicato il: 19/11/2010

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