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Erano l'incubo degli autotrasportatori. Arrestati

Il maxi blitz al quale hanno partecipato circa un centinaio di agenti di Orvieto, Terni, Perugia, con l'ausilio di personale dei commissariati locali, è arrivato al termine di tre anni di indagini da parte della squadra di polizia giudiziaria della sottosezione di Orvieto della polstrada, guidata dal sostituto Stefano Spagnoli

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ORVIETO - Erano diventati l'incubo degli autotrasportatori. Seguiti, spiati e poi derubati mentre dormivano: un taglio al telone del camion per ispezionare il carico e poi, senza il minimo rumore, la merce, se di interesse, veniva trasferita su un altro mezzo pesante. E il gioco era fatto. A gestire il traffico un'organizzazione criminale, composta per la maggior parte da pregiudicati, tutti napoletani e considerati affiliati alla camorra, anche se i furti sarebbero stati eseguiti materialmente da incensurati per non destare i sospetti della polizia nel caso di controlli. È l'operazione "Cutter" che, nella notte tra sabato e domenica, su ordinanze di custodia emessa dal sostituto procuratore Paola Conti della procura di Viterbo, ha portato in carcere 26 persone tra Napoli, Caserta e Arezzo. Altri cinque esponenti dell'organizzazione sono ricercati attivamente, un paio si trovano all'estero, in Germani e Australia. L'accusa per tutti è quella di associazione per delinquere e furto aggravato. Il maxi blitz al quale hanno partecipato circa un centinaio di agenti di Orvieto, Terni, Perugia, con l'ausilio di personale dei commissariati locali, è arrivato al termine di tre anni di indagini da parte della squadra di polizia giudiziaria della sottosezione di Orvieto della polstrada, guidata dal sostituto Stefano Spagnoli. Tredici i colpi che vengono attributi all'organizzazione, il primo dei quali sarebbe stato compiuto nel 2007 nell'area di servizio di Civitella D'Agliano. Da qui l'inizio delle indagini. Nel 2008 le prime svolte, con quello che all'epoca era ritenuto uno dei boss dell'organizzazione, Marco De Prisco, 27 anni, che venne ucciso accidentalmente in un conflitto a fuoco nell'area di servizio La Macchia, in territorio di Anagni. I camion presi di mira sarebbero stati pedinati, a volte sulla scorta di soffiate di chi conosceva bene la natura del carico, poi affiancati durante la sosta notturna da un altro camion e svaligiati, dopo aver verificato col taglio del telone, appunto (da qui in nome dell'operazione), l'appetibilità della merce. Televisori al plasma, impianti hi - fi, ma anche lavatrici, tessuti, piuttosto che seggiolini da neonato o schede telefoniche. La merce d'interesse era la più varia. Una volta rubata, veniva portata nel Meridione e qui smistata attraverso la rete dell'organizzazione criminale e commercializzata. Il valore dei furti ammonterebbe a circa due milioni di euro. La banda avrebbe agito tra le aree di servizio di Fabro e Giove lungo l'A1, anche se si ipotizzano colpi pure attorno a Roma Nord, sulla Salaria e la Flaminia. Un'indagine a costo zero, come ha voluto precisare il sostituto procuratore Paola Conti, in quanto non sono state utilizzate intercettazioni telefoniche, grazie al puntuale e paziente lavoro di appostamento pedinamento e confronto dei tabulati effettuato dagli agenti della Stradale di Orvieto.

Pubblicato il: 16/11/2010

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