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PD. Mariani mezzo segretario?

"C'è bisogno di unire, lavorare insieme per ricostruire", scandisce il neo segretario raggiunto telefonicamente, pienamente consapevole delle difficoltà a cui andrà incontro. Quello che Mariani chiama accordo, metodo, Filippetti lo chiama "santa alleanza dei perdenti". Il disorientamento è massimo tra i Democratici al punto che il neo segretario non è salutato neanche da un comunicato ufficiale

foto di copertina
ORVIETO - La candidatura calata dall'alto consegna un risultato spaccato e pieno di polemiche, proprio come il Pd: Leonardo Mariani con 33 voti su 66 aventi diritto è il nuovo coordinatore dell'unione comunale di Orvieto. Lo ha stabilito il congresso dei delegati dell'unione comunale di mercoledì sera. Un congresso anticipato da quello che, secondo i vertici, era stato un percorso unitario (leggi accordo sulle candidature a livello regionale e provinciale sulla base di equilibri territoriali e correntizi) e che invece ha rivelato fino all'ultimo tutte le sue contraddizioni. Alla candidatura "unitaria" di Mariani, si è aggiunta a sorpresa in extremis quella di Mario Tiberi col risultato che "il papa straniero", come lo definisce Valentino Filippetti, ha raccolto 33 voti, 13 Tiberi, 12 sono state le schede bianche, 3 le nulle e 5 delegati non hanno partecipato alle votazioni. Un disastro. La prima conseguenza è che, stando ai numeri, Mariani è il segretario di metà partito. La metà esatta fa già notare qualcuno e tanto non basta, almeno da statuto, visto che per essere eletti ci vogliono il 50% più uno dei voti. Ma questo è un discorso a parte che verrà affrontato solo se qualcuno lo solleverà nelle sedi opportune. Per ora c'è solo la freddezza dei numeri che consegnano al Pd un segretario dimezzato o un segretario di metà partito che dir si voglia. "C'è bisogno di unire, lavorare insieme per ricostruire" scandisce il neo segretario raggiunto telefonicamente, pienamente consapevole delle difficoltà a cui andrà incontro. "Gestione unitaria" ripete come un mantra, liquidando con un certo sdegno le polemiche. "A livello regionale e provinciale, tre mesi fa, si era arrivati ad un accordo su un metodo condiviso, non si può contestare quello che si è condiviso quando l'iter è finito", afferma Mariani. Ma è proprio questo il punto. Quello che Mariani chiama accordo, metodo, Filippetti lo chiama "santa alleanza dei perdenti". "In barba ai risultati dei congressi di un anno fa e con una prassi di pura cooptazione - afferma il dirigente Valentino Filippetti nel suo blog - è stata definita una direzione comunale che doveva portare ad un risultato scontato: cancellare la parentesi delle primarie e riscrivere la storia. Una storia dove non c'è posto per il disastro politico amministrativo della gestione Mocio, dove non si deve fare l'opposizione a Concina, dove si tengono paralizzati da un anno tutte le scelte post elettorali". La fase delicatissima è testimoniata anche dalla volontà di una parte del Pd di andare in fondo ai mali del partito. "Il nostro declino - sentenzia Filippetti - è iniziato quando accettammo un sindaco deciso chi sa dove, per chi sa quali equilibri e abbandonammo la scelta di candidare Carpinelli , compiuta unanimemente negli organismi dirigenti". Insomma, il disorientamento è massimo tra i Democratici al punto che il neo segretario non è salutato neanche da un comunicato ufficiale. Per alzata di mano, il congresso ha votato anche la presidenza che è stata affidata a Pirkko Peltonen, mentre Mariani ha indicato il vice - coordinatore nella persona di Cristina Croce.

Pubblicato il: 05/11/2010

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