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Il bilancio del Comune di Orvieto oggi alla Corte dei conti

Se gli organismi di controllo non giudicassero la manovra in linea con le direttive impartite, la conseguenza, diretta e senza appello, sarebbe il commissariamento. In questo contesto pesa come un macigno l'analisi dei conti fatta dall'esponente dell'Udc, Massimo Gnagnarini

ORVIETO - Alienazioni per 9,5 milioni di euro, maggiori entrate dalla lotta contro l'evasione fiscale e soprattutto tagli, drastiche sforbiciate alle principali voci di spesa (Cultura e Sociale) per 2,8 milioni di euro. Dopo aver superato il banco di prova del consiglio comunale, i conti del Comune affronteranno oggi l'esame decisivo, quello della Corte dei Conti. Se gli organismi di controllo non giudicassero la manovra in linea con le direttive impartite, la conseguenza, diretta e senza appello, sarebbe il commissariamento. Insomma, è il giorno della verità per Concina e per la sua nuova maggioranza. In questo contesto pesa come un macigno l'analisi dei conti fatta dall'esponente dell'Udc, Massimo Gnagnarini che continua a proporre alternative (come la gestione diretta dei parcheggi) ai tagli lacrime e sangue contenuti nella manovra. "Se la richiesta formulata dalla Corte dei Conti per dare l'ok al bilancio è quella di riscontrare un'inversione di tendenza della spesa, allora certamente essa potrà trovare elementi utili e significativi. Se, invece, la richiesta fosse specificatamente quella di valutare un progetto di risanamento finanziario del Comune esaustivo e verosimile - sentenzia Gnagnarini - allora i numeri di Romiti potrebbero rivelarsi non adeguati". Intanto, ieri sera il gruppo di lavoro sul Bilancio è tornato a riunirsi per la prima volta dopo l'approvazione del documento di programmazione economica per iniziare a stringere nello specifico sui tagli. Negativo il giudizio della Cgil che aveva già paventato le proprie preoccupazioni alla vigilia del passaggio in consiglio comunale. "In un momento in cui nel nostro territorio ci sono centinaia di lavoratrici e lavoratori in cassa integrazione, licenziati o non riassunti alla scadenza dei contratti, la crisi economico-finanziaria del Comune rischia di essere una tegola sulla testa di tante famiglie che si vedranno costrette a rinunciare a servizi essenziali, seppur definiti a domanda individuale, come asili nido, mense e trasporti scolastici, inoltre, probabilmente, vedranno crescere ulteriormente tasse e imposte comunali quando invece servirebbe alleggerire il carico fiscale e il costo dei servizi a questi cittadini in difficoltà" afferma Maria Rita Paggio responsabile della Camera del Lavoro. Il sindacato lamenta anche la totale assenza di "confronto di merito con le parti sociali".

Pubblicato il: 26/10/2010

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