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I NUMERI DI ROMITI

di Massimo Gnagnarini Se, invece, la richiesta fosse specificatamente quella  di valutare un progetto di risanamento finanziario del comune esaustivo e verosimile allora i numeri di Romiti potrebbero rivelarsi non  adeguati

foto di copertina

Se la richiesta formulata dalla Corte dei Conti per dare l'ok al bilancio è quella di riscontrare  una inversione di tendenza della spesa, allora certamente essa potrà trovare elementi utili e significativi tra le carte approvate ieri  dal Consiglio comunale. Se, invece, la richiesta fosse specificatamente quella  di valutare un progetto di risanamento finanziario del comune esaustivo e verosimile allora i numeri di Romiti potrebbero rivelarsi non  adeguati.

Prima però  di proporre ai lettori una  puntuale e modesta analisi  a beneficio di chi ne fosse veramente interessato, ho trovato francamente incomprensibile che su questi numeri,  nel corso della seduta del Consiglio,  per lo più nessuno sia intervenuto o abbia detto una parola. Come al solito, vuoi per comprensibile impreparazione  in materia di alcuni o vuoi per il prevalere, in tutti,  delle più agevoli cosiddette tematiche politiche, nel marasma che s'è creato,  il dato oggettivo prevalente e interessante è rimasto solo e unicamente quello delle votazioni (11 a 6).

Perché dunque i provvedimenti approvati non mi convincono ?

a)      Oltre gli 8,5 Ml del 2009 viene riportato solo 1 ML  di deficit per il 2010 che porta a 9,5 ML il buco da ripianare con le alienazioni. Orbene non vengono considerate qui due poste di bilancio che a tutt'oggi  non hanno ancora trovato accertamento. Si tratta di una minor entrata dei 2,8 ML relativa al fallito bando di gara per la concessione della gestione dei parcheggi e di una dilazione di spesa di 1 ML degli oneri per il servizio di RSU. Non v'è alcuna certezza che entro i prossimi 60giorni si possano concludere positivamente e senza ostacoli eventuali trattative private con soggetti imprenditoriali interessati alla concessione, il che farebbe lievitare il deficit da ricoprire con le vendite non a 9,5 Ml come indicato, ma bensì a 13,3 Ml di euro. In ogni caso quand'anche si realizzasse l'affidamento  della gestione dei parcheggi alle condizioni note e quindi l'incasso, solo per quest'anno,  del macrocanone "una tantum" ci si è dimenticati di segnalare e di trovare copertura  ai minori introiti per il Comune che si produrranno, per effetto della concessione,  negli anni successivi rispetto a quelli che attualmente vengono incassati. Si tratta, nel corso degli anni, di milioni di euro.

Del resto appare singolare che si dichiari che il disavanzo per il 2010 si limita a 1 Ml di euro , quando, nel contempo, si varano provvedimenti strutturali per almeno 3,5 Ml come richiesto dalla Corte dei Conti. Si sarebbe dovuto, almeno,  aggiungere l'aggettivo di "apparente" a quel Milione. Lo dico a beneficio di Romiti a cui  forse sfugge quanto a Orvieto, costretti ormai dalle passate esperienze , abbiamo dovuto  affinare la nostra sensibilità nel  cogliere la differenza, non solo semantica,  tra deficit apparenti e deficit reali.

b)      Il primo lotto di vendite previsto, al netto della ex caserma Piave la cui vendita è prevista  entro la metà del 2011 , appare insufficiente per due principali ragioni. La prima per la  previsione effettuata in termini di stima dei beni e non,  più prudentemente e relisticamente , in funzione dei probabili valori di realizzo . La seconda concerne il cespite principale indicato e relativo alla già tentata gara per la vendita dei 310 posti macchina a privati cittadini e il cui esito negativo, con non più di 5 o 6 unità richieste,  aveva già mostrato, al di là d'ogni ragionevole dubbio,  il  totale disinteresse del mercato.

c)      Veniamo ora ai provvedimenti attesi per il riequilibrio strutturale del bilancio .

Si prevedono 1.142.000 euro di maggiori entrate e 2.808.600 di minori spese che dovrebbero combinarsi insieme per produrre un riequilibrio di circa 4 ML. Proprio quello che serve ed è ciò che chiede la Corte dei Conti.

Ma ogni previsione va verificata nella  praticabilità reale e comunque fugata ogni plausibile variabile ostativa e considerata la neutralità di ogni aspetto correlato.


Si insiste sui parcheggi, senza prevedere che l'intero asset  interessato dalla manovra nel suo complesso diviene uno spezzatino di gestioni diverse  tra i privati con il loro box in uso esclusivo, l'azienda concessionaria della gestione con i  rimanenti box coperti e di superficie e ora anche  il Comune con sue nuove aree di sosta direttamente gestite.

Si può capire quali e quante duplicazioni di controlli, manutenzioni, tasse,  assicurazioni , personale tutto doppio e triplo. Insomma  un esempio di irrazionalità e di sprechi improponibile. Folle.

La lotta all'evasione è sacrosanta, ma far  da essa  scaturire l'equilibrio di bilancio è altra cosa.

Non sono risultati  che possano concretizzarsi tra un esercizio e l'altro e quindi per mettere in sicurezza il bilancio,

Oltre tutto qui si indica una cifra che comprenderebbe il recupero straordinario della  evasione sulle aree edificabili e quindi entrate straordinarie che, in quanto tali, non concorrono alla stabilizzazione strutturale del bilancio, cioè non sono costanti o se si preferisce correnti.

Plausibili i tagli ai servizi, mentre del tutto aleatorie appaiono le operazioni  di riduzione degli oneri finanziari che dovrebbero concretarsi fra sei mesi attraverso la vendita secca ( eufemisticamente chiamata rifunzionalizzazione) della ex caserma Piave. Si prevede molto ottimisticamente un introito dalla vendita di 25 ML da utilizzare per rimborsare la metà dei mutui in essere e ottenere così un risparmio di 1 Ml sulla spesa corrente.

Valgono qui le considerazioni già svolte sulla distinzione necessaria tra valori di stima e valori di realizzo.

In effetti si dovrebbe prevedere un aggravio degli oneri per effetto della curva dei tassi  che ormai è orientata per il futuro verso un trend rialzista.

Plausibili i tagli ai servizi, mentre del tutto aleatorie appaiono le operazioni  di riduzione degli oneri finanziari che dovrebbero concretarsi fra sei mesi attraverso la vendita secca ( eufemisticamente chiamata rifunzionalizzazione) della ex caserma Piave. Si prevede molto ottimisticamente un introito dalla vendita di 25 ML da utilizzare per rimborsare la metà dei mutui in essere e ottenere così un risparmio di 1 Ml sulla spesa corrente.

Valgono qui le considerazioni già svolte sulla distinzione necessaria tra valori di stima e valori di realizzo.

In effetti si dovrebbe prevedere un aggravio degli oneri per effetto della curva dei tassi  che ormai è orientata per il futuro verso un trend rialzista.


In conclusione, come si diceva all'inizio, la manovra include provvedimenti di risparmio che sono plausibili e che certamente offrono all'apprezzamento della Corte elementi di inversione di tendenza come richiesto, altri provvedimenti, invece,  appaiono francamente tortuosi se non del tutto improbabili e si tratta proprio di quelli di maggior peso contenuti nella manovra. Inoltre appaiono trascurate , anzi assenti,  le doverose analisi circa le ricadute negative sulla stabilizzazione del bilancio in conseguenza della imponente mole di beni e attività da vendere e da esternalizzare. Nel caso di alcuni cespiti verranno meno i proventi oggi assicurati dalla loro messa a reddito e in altri casi verrà meno la possibilità di incrementare ulteriormente le entrate attraverso l'ottimizzazione dei servizi di sosta e mobilità.

In definitiva tutto è anche condizionato dal fattore tempo. Qualora il bilancio approvato ricevesse l'ok dalla Corte allora sarà solo una corsa contro il tempo. Se si frapponesse anche un solo ostacolo al piano delle vendite non si tratterebbe più di salvare la città dal commissario prefettizio ma essa cadrebbe, senza ulteriore appello,  nello stato di dissesto finanziario e ci rimarrebbe per anni sotto le cure del Ministro Maroni e del suo super commissario

Pubblicato il: 21/10/2010

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