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CGIL. Sul bilancio rigore e responsabilità

di Maria Rita Paggio, Camera del lavoro di Orvieto "Verso i tanti che, senza colpe, saranno costretti a pagarne il prezzo; per questo mi sento in dovere di chiedere al Sindaco, alla Giunta, all'intero Consiglio comunale e alle forze politiche di verificare ogni possibile percorso che consenta di salvaguardare l'interesse della città che non è certo quello di avere più disoccupati e meno servizi"

Sono mesi, anzi anni, che il bilancio o meglio lo sbilancio fra le entrate e le uscite del comune di Orvieto tiene banco sulla stampa e nelle varie campagne elettorali e a turno ogni giunta ha tentato di affrontare il "problema" con ricette a geometria variabile che però non sono state in grado di abbassare il gradino fra entrate e uscite e, nel medio periodo, riportare in equilibrio il bilancio.

Ora non intervengo certo per ricercare colpe o responsabilità, non sta al sindacato questo compito, mi limito in questo senso a ricordare  solo che questa come la precedente amministrazione non hanno mai ricercato, anche se più volte sollecitato, il confronto sui bilanci di previsione e men che meno sui riequilibri o sui consuntivi.

Penso che siano state occasioni mancate che avrebbero forse potuto contribuire ad affrontare prima e con meno "fantasia" il necessario intervento di ristrutturazione del bilancio magari prevedendo il riallineamento in tempi medi e non prevedendo solo tagli.

Ciò che voglio esprimere non è una recriminazione circa  una sottovalutazione del ruolo e della funzione di rappresentanza generale delle parti sociali, che pure c'è stata, ma che non è oggi il problema all'ordine del giorno, né disconoscere la disponibilità dimostrata  su singole questioni da parte di questa o della precedente giunta ma evidenziare una difficoltà a confrontarsi su una  "visione" rispetto al futuro di questo territorio almeno per le scelte riconducibili alla responsabilità amministrativa comunale che credo di poter sintetizzare in una inadeguatezza della politica spesso accompagnata da autoreferenzialità.

Ora però tutto questo e in generale tutte le considerazioni su ciò che è avvenuto non aiutano a risolvere i due principali problemi che si apriranno da qui a pochi giorni in questo territorio e dei quali saranno le fasce di cittadini più deboli a pagarne le conseguenze più gravi:

  1. taglio e/o aumento fino a copertura dei costi per i servizi a domanda individuale, taglio delle risorse alla cultura;
  2. taglio di decine di posti di lavoro.

In un momento in cui nel nostro territorio ci sono centinaia di lavoratrici e lavoratori  in cassa integrazione, licenziati o non riassunti alla scadenza dei contratti, la crisi economico-finanziaria del comune di Orvieto rischia di essere una tegola sulla testa di tante famiglie che si vedranno costrette a rinunciare a servizi essenziali, seppur definiti a domanda individuale, come asili nido, mense e trasporti scolastici, inoltre, probabilmente, vedranno crescere ulteriormente tasse e imposte comunali quando invece servirebbe alleggerire il carico fiscale e il costo dei servizi a questi cittadini in difficoltà.

Ma ci saranno anche decine di nuovi disoccupati perché il taglio dei servizi e delle risorse per la cultura significa taglio di posti di lavoro e in molti casi si tratta di lavoratori senza il paracadute degli ammortizzatori sociali come, ad esempio, i maestri della scuola di musica.

Penso che il rigore delle scelte non possa essere disgiunto dalla responsabilità verso i tanti che, senza colpe, saranno costretti a pagarne il prezzo; per questo mi sento in dovere di chiedere al Sindaco, alla Giunta, all'intero Consiglio comunale e alle forze politiche di verificare ogni possibile percorso che consenta di salvaguardare l'interesse della città che non è certo quello di avere più disoccupati e meno servizi.



Pubblicato il: 20/10/2010

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