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Bilancio. Tagli lacrime e sangue per 3,5 milioni di euro o vendita della caserma Piave

Questi i contenuti della bozza di bilancio sulla quale oggi il consiglio comunale deve decidere sotto la spada di Damocle del commissariamento. A favore del sindaco dovrebbero giocare assenze più o meno strategiche e un paio di voti favorevoli che potrebbero arrivare dalle fila del Pd

ORVIETO - Tagli lacrime e sangue per 3,5 milioni di euro o vendita della caserma Piave. Ecco la bozza di bilancio lasciata aperta fino all'ultimo e sulla quale oggi il consiglio comunale deve decidere sotto la spada di Damocle del commissariamento. Concina, dopo il confronto aspro degli ultimi giorni che gli è costato anche un assessore e le pressioni intransigenti del centrosinistra, potrebbe farcela. A suo favore dovrebbero giocare assenze più o meno strategiche e un paio di voti favorevoli che potrebbero arrivare dalla fila del Pd. Sulla manovra, intanto da ieri, c'è l'ok dei revisori dei conti e tanto dovrebbe bastare alla minoranza per votare compatta il Bilancio. Il documento di programmazione economica dovrebbe prevedere un progetto di risanamento progressivo spalmato su più anni che lascerebbe aperte alcune scelte alternative, dure in ogni caso. Scelte che saranno votate oggi in quella che si preannuncia come una seduta fiume del consiglio comunale. Insomma, fino all'ultimo il centrodestra pretende una responsabilità condivisa sulla manovra e diversamente non potrebbe essere non solo per un'assunzione di responsabilità rispetto alla drammatica situazione contabile, ma anche perché tanto è imposto dai numeri. Vale la pena di ricordare che se anche il Bilancio dovesse passare (diversamente c'è il commissariamento), il documento dovrà superare anche e soprattutto il giudizio degli organismi di controllo della Corte dei Conti che il 26 ottobre lo prenderanno in esame, senza possibilità di appello. Se dovessero bocciarlo, il Comune di Orvieto sarà comunque affidato direttamente al commissario prefettizio. Scontata anche un'indagine della magistratura contabile. Il Pd, intanto, deciso a votare contro dopo che il sindaco ha accolto solo in parte la proposta del centrosinistra di sostanziale "auto - commissariamento", è per l'ennesima volta nella bufera per le divisioni interne. Toni Concina dal canto suo, dopo gli appelli della scorsa settimana, si limita ufficialmente a commentare le dimissioni dell'assessore all'Istruzione e Pari Opportunità, Cristina Calcagni. "Un grande dispiacere - dice il primo cittadino -. Una persona rara, intelligente e valorosa, alla quale devo tanta gratitudine per l'impegno costante di tanti mesi, dalla campagna elettorale ad oggi. Spero che voglia riconsiderare quelle che ha chiamato dimissioni irrevocabili, specialmente nella consapevolezza che in questa fase c'è bisogno di talenti e di professionalità, qualità che Cristina possiede in abbondanza". Da vedere adesso come Concina affronterà la situazione e sceglierà di intervenire per dare un nuovo assetto al suo esecutivo, alla luce delle dimissioni della Calcagni, ma anche alla luce delle divisioni in giunta e delle tante pressioni. Sempre, ovviamente, che l'enorme scoglio del Bilancio di oggi venga superato.

Pubblicato il: 20/10/2010

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