Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: NOTIZIE
NOTIZIE CORSIVI

Cercasi disperatamente la logica della politica culturale di Orvieto

di Pirkko Peltonen "Nell'iniziativa 'Orvieto Ushuaia Classica', questa logica non la vedo, neppure cercando disperatamente. Ci vedo un'operazione 'immagine'. Un'operazione di pubbliche relazioni." Il concerto avrà costi significativi, mentre si pensa di chiudere le attività culturali, quelle che qualcuno definisce "non essenziali"

foto di copertina

Quale è la logica che guida la politica culturale del Comune di Orvieto? La domanda sorge spontanea nell'apprendere da un mega cartellone posto davanti alla Coop di Orvieto Scalo, che il 30 ottobre, al Duomo, vi sarà un concerto sinfonico con l'Orchestra Sinfonica di Mosca diretta da Jorge Uliarte. Il coro sarà quello polifonico dell'Università degli Studi di Roma Tre. In programma, prima la "Piccola serenata notturna", e poi il "Requiem", di Mozart.

Chi organizza il concerto? L'associazione "Orvieto Ushuaia Classica", che presenta il concerto del 30 ottobre quale lancio ufficiale del Festival Orvieto Ushuaia Classica da tenersi ad Orvieto nel quadro di un accordo pluriennale 2010-2015. 

L'associazione ha sede a Roma. Non ho trovato un suo sito Internet, non so, quindi, chi ne è il presidente. Il  Comune di Orvieto ha siglato con l'associazione, fine luglio scorso, un accordo operativo che prevede, tra l'altro, che sarà compito dell'associazione "reperire le risorse economiche secondo il fabbisogno". Anche raccogliendo, "presso Istituzioni ed altri soggetti economici privati, manifestazioni di interesse alla partecipazione economica all'iniziativa".

Chi paga il concerto? Sempre dal cartellone davanti alla Coop (e dal sito ufficiale del Festival Ushuaia argentino, in spagnolo, inglese e tedesco) apprendo che il concerto gode della collaborazione dell'Alitalia e del patrocinio, oltre agli Enti della Terra del Fuoco-Ushuaia,  della città (non del Festival) di Salisburgo, della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, dell'Opera del Duomo e del Comune di Orvieto. E dunque: chi paga il concerto?

Ora, intendiamoci, la buona musica non è mai troppa. Però, chiariamo subito alcuni punti.

Per tutto il mese di ottobre ad Orvieto gli amanti della musica classica hanno potuto seguire il Festival Valentiniano, presente in città da molti anni. Sei concerti cameristici, tre seminari, per finire con un concerto sinfonico al Mancinelli domenica 24 ottobre (in programma: Beethoven, Mendelssohn, Mussorgsky). Cioè, sei giorni prima del concerto sinfonico di Orvieto Ushuaia Classica al Duomo.

In tutto questo c'è qualcosa che non mi convince. Quel qualcosa ha a che vedere con la politica culturale di una comunità.  

La logica che cerco disperatamente è la seguente: qual è il senso di un unico concerto un sabato pomeriggio a fine ottobre dopo un mese intero di musica classica in città? Oltre a deliziare, per un'ora e mezzo, il pubblico orvietano, che cosa porterà alla città, in termini di approfondimento e di maggior conoscenza della musica? E, parlando proprio terra terra, quali benefici porterà alla città in termini di afflusso di pubblico, di turisti, di fruitori della musica?

Il mese intero del Festival Valentiniano costa al Comune di Orvieto 2.000 euro; agli sponsor cittadini, 5.000 euro. Altri 5.000 euro provengono dalla Regione, il resto (25-27.000 euro) è finanziato dallo stesso Maestro Frajese, direttore artistico del Festival Valentiniano. Quanto costerà alla comunità orvietana il concerto del 30 ottobre al Duomo?

Mi si dirà che sarà il lancio del Festival Orvieto Ushuaia Classica da inaugurarsi luglio prossimo. "Opportunità di attrattiva turistica, economica, culturale che si riverserà sul tessuto sociale e produttivo della città", leggo dal comunicato stampa del Comune del 22 luglio scorso.

Nel momento attuale in cui si profila - a detta degli stessi esponenti di centrodestra - la chiusura della Scuola Musica, del Teatro, del Centro Studi, della Sala del Carmine - a quale logica di politica culturale potrà mai corrispondere la creazione ex novo di un festival di musica classica in piena estate? A quale target sarà rivolto? Agli orvietani non di certo, saranno in ferie. E il turismo orvietano non è quello mondano di Cortina. E sarà davvero l'associazione Orvieto Ushuaia Classica a reperirne i finanziamenti? Presso quali finanziatori? Non vorrei presso i locali.

Quando, come oggi, il reperimento di ogni euro per la cultura costa sangue e sudore, la logica vorrebbe che i finanziamenti disponibili si utilizzassero per le emergenze delle istituzioni culturali della città. Sono loro che trasmettono la cultura, formando i giovani, creando anche un pubblico interessato e attento. Alzando il livello, quello culturale e quello della partecipazione. Senza l'apporto dei giovani non c'è futuro, lo sappiamo tutti. I concerti "una tantum", i Festival tanto per fare bella figura, poco hanno a che vedere con la politica culturale di una amministrazione seria. Sapeste quante cose davvero importanti per la comunità, con un ritorno anche economico, si potrebbero fare con i soldi di un solo mega concerto! E' questione di scelte, politiche e culturali; è questione, appunto, di logica.    

Nell'iniziativa "Orvieto Ushuaia Classica", questa logica non la vedo, neppure cercando disperatamente. Ci vedo un'operazione "immagine". Un'operazione di pubbliche relazioni. Lo slogan: dalla "fine del mondo" (Patagonia) al "centro del mondo" (Orvieto) è carino, certo. Di slogan carini, in giro per il mondo, ce ne sono molti. Anche di festival, se è per quello: ogni borgo in Italia ormai ha il suo, di festival. Ma nel nostro caso, chi ne beneficerà? La città? Ne dubito. Intanto, e senza bisogno di alcuno slogan, si prospetta il "Requiem" vero e proprio: quello alla cultura prodotta in Orvieto.  

Pubblicato il: 19/10/2010

Torna alle notizie...