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PIAVE O PARCHEGGI ? SI DOVRA VENDERE TUTTO

di Massimo Gnagnarini-UDC "Si deve mettere insieme tutto, caserma, una quota dei parcheggi, mattatoio, altre unità immobiliari e poi sperare. Chi ancora non ha capito questo non ha ancora capito niente

foto di copertina

Le "contorsioni" politiche a 360 gradi a cui si assiste in questi giorni in vista del prossimo consiglio comunale e le questioni che sono state poste come fossero dirimenti per un accordo bipartisan necessario al voto sul riequilibrio di bilancio,  svelano quanto ancora amministratori e forze politiche siano lontani dalla piena comprensione della situazione finanziaria in cui versa il Comune.

Discutere se sia meglio vendere la caserma piuttosto che una parte dei parcheggi coperti può avere un senso solo in ordine alla scelta delle priorità di attuazione di un "Piano delle alienazioni" che , temo, dovrà esser compilato e ricomprendere entrambi i cespiti e non solo questi.

Una operazione di risanamento finanziario radicale, come si richiede per tornare alla normalità, deve basarsi su un dato che solo parzialmente coincide con il deficit accertato, poiché ad esso va aggiunto il cosiddetto deficit atteso. Solo così si ha la percezione del reale fabbisogno. Cioè quanti soldi in più effettivamente serviranno da qui a quando si riuscirà a mettere in pari le entrate e le uscite di un bilancio di esercizio che continua a partorire frutti avvelenati con un effetto trascinamento che si protrarrà per qualche anno almeno e al quale potrebbero aggiungersi i rischi di rialzo dei tassi a fronte del pesante stock di indebitamento del comune.

L'altra consapevolezza,  ancora poco diffusa, è che in contropartita non si potrà considerare il valore della stima dei beni da vendere, ma solo il ricavato della loro vendita che, considerato il mercato depresso e il cappio stretto intorno al collo del comune, non potrà che riservare sorprese e amari risvegli.

Non desidero qui annoiare i lettori con elaborazioni numeriche e grafiche , affermo, però, a beneficio di quelli più affezionati e disposti a darmi credito, che il fabbisogno reale si attesta intorno a 18 ML di euro, che coincide sì e no con il possibile ricavo medio reale della vendita di tutti i beni disponibili finora esaminati e stimati oltre i 30 ML.  Si deve, insomma, mettere insieme tutto, caserma, una quota dei parcheggi, mattatoio, altre unità immobiliari e poi sperare .

Chi ancora non ha capito questo non ha ancora capito niente.

Non so chi venderà il patrimonio se Concina , il commissario o il prossimo sindaco, ma so per certo che questo avverrà.

So anche che alla politica toccherà confrontarsi, dopo, su come gestire la normalità e interrogarsi su un nuovo modello di gestione del comune. Perché di questo si tratta, di una rivoluzione. E' di questo che si dovrà parlare tra i partiti e dentro i partiti,  quelli vecchi e quelli nuovi che verranno.

L' aver vissuto spendendo al di sopra delle proprie reali possibilità, al netto di alcuni rivoli o torrenti  clientelari e improduttivi che sono sotto gli occhi di tutti, ha avuto il beneplacido costante di una gran parte della comunità locale, per conservare alla città le sue peculiarietà di luogo d'arte e di cultura.

Del resto, se così non fosse stato, Orvieto sarebbe un altro posto, magari meno indebitato, ma certo diverso, probabilmente meno riconoscibile per chi lo abita e meno attraente per chi lo visita.

Se dunque oggi ci troviamo a dover fare i conti con i conti che non tornano , non è solo sul versante della spesa che dobbiamo circoscrivere l'analisi e i rimedi ma, piuttosto, spostare l'attenzione sugli errori capitali commessi nella gestione delle entrate e più in generale sulla ripresa di una efficace politica di bilancio che da troppo tempo ormai è stato abbandonata a favore di esternalizzazioni, concessioni e vendite a gogò.

Si è così consumata una lunga fase di impoverimento causato dell'abbandono del concetto di comune come macchina produttiva capace si di assicurare i servizi, ma ricavandone anche degli utili. Dalla gestione dei beni culturali alla gestione dei parcheggi, dai servizi a pagamento a domanda individuale alla messa a redditto del patrimonio immobiliare. Tutta roba la cui gestione non è più nelle mani del comune da un pezzo senza che, nel contempo, si sia ridotto un organico fatto di risorse  rimaste, in molti casi, inutilizzate e ampiamente demotivate.

 

La foto in home è di Piero Piscini

Pubblicato il: 15/10/2010

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