Pacco bomba al Corriere di Viterbo
La bomba, dal potenziale altamente pericoloso, è stata recapitata al giornalista orvietano Gianluigi Basilietti, per anni corrispondente da Orvieto del Corriere dell'Umbria e dell'Ansa
Cronaca
Un pacco bomba è stato stato recapitato nella redazione del quotidiano il Corriere di Viterbo, in via del Giglio 3. L'ordigno, indirizzato ad un cronista del quotidiano che si era occupato degli anarchici, Gianluigi Basilietti, e che conteneva polvere esplosiva racchiusa in un sacchetto di iuta. Stando alle prime indiscrezioni, il pacco bomba era molto potente.
A far insospettire i redattori del Corriere di Viterbo, che hanno immediatamente chiamato la Digos, è stata la polvere nera che fuoriusciva dal plico appena recapitato. Il pacco sospetto, una busta gialla senza mittente, non e' stato aperto ma è stato preso in consegna dagli artificieri che lo hanno successivamente fatto brillare.
"Abbiamo avuto poco fa la conferma che si trattava di un ordigno", ha affermato il caposervizio Evandro Ceccarelli commentando quello che definisce ''un atto dimostrativo''. La busta gialla era contenuta dentro un altro involucro. Alta tre centimetri, chiusa, la busta era bucata e da essa fuoriusciva una polvere scura ''che ci ha immediatamente insospettito. All'intervento della Digos è seguito quello degli artificieri, che hanno portato via il pacco con tutte le cautele del caso''.
''La data di spedizione del pacco bomba e' antecedente a quella del pacco bomba recapitato alla Questura di Viterbo il 4 novembre scorso'' dice il cronista destinatario del pacco-bomba, Gianluigi Basilietti, che fatica a rintracciare un nesso tra la sua attivita' e l'attentato odierno. ''Piu' ci penso piu' fatico a trovare un segnale che stabilisca un nesso tra il mio lavoro e l'ordigno'', dice Basilietti, che trova l'unico, improbabile legame in qualche articolo che definisce ''lontano nel tempo e di interesse e rilevanza minori che ho scritto su una manifestazione settembrina dei No global in occasione di una manifestazione contro una riunione dei ministri delle telecomunicazioni''. ''Per il resto - aggiunge - il mio lavoro si concentra su piccole cose''.
AUDIO: il racconto del giornalista (da Radio Capital)
A far insospettire i redattori del Corriere di Viterbo, che hanno immediatamente chiamato la Digos, è stata la polvere nera che fuoriusciva dal plico appena recapitato. Il pacco sospetto, una busta gialla senza mittente, non e' stato aperto ma è stato preso in consegna dagli artificieri che lo hanno successivamente fatto brillare.
"Abbiamo avuto poco fa la conferma che si trattava di un ordigno", ha affermato il caposervizio Evandro Ceccarelli commentando quello che definisce ''un atto dimostrativo''. La busta gialla era contenuta dentro un altro involucro. Alta tre centimetri, chiusa, la busta era bucata e da essa fuoriusciva una polvere scura ''che ci ha immediatamente insospettito. All'intervento della Digos è seguito quello degli artificieri, che hanno portato via il pacco con tutte le cautele del caso''.
''La data di spedizione del pacco bomba e' antecedente a quella del pacco bomba recapitato alla Questura di Viterbo il 4 novembre scorso'' dice il cronista destinatario del pacco-bomba, Gianluigi Basilietti, che fatica a rintracciare un nesso tra la sua attivita' e l'attentato odierno. ''Piu' ci penso piu' fatico a trovare un segnale che stabilisca un nesso tra il mio lavoro e l'ordigno'', dice Basilietti, che trova l'unico, improbabile legame in qualche articolo che definisce ''lontano nel tempo e di interesse e rilevanza minori che ho scritto su una manifestazione settembrina dei No global in occasione di una manifestazione contro una riunione dei ministri delle telecomunicazioni''. ''Per il resto - aggiunge - il mio lavoro si concentra su piccole cose''.
AUDIO: il racconto del giornalista (da Radio Capital)
Pubblicato il: 10/11/2003