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Concina chiede la fiducia su cinque punti e apre al rimpasto

Inizia a trapelare la strategia con quale il sindaco intende uscire da questa delicatissima fase di impasse. La "cura Barberani" potrebbe funzionare

foto di copertina
ORVIETO - Concina chiede la fiducia su cinque punti programmatici e apre al rimpasto. A poche ore ormai dalla discussione sul bilancio in programma per venerdì (ma il tema delle finanze è probabile che slitterà alla seconda convocazione di giovedì 14 ottobre), inizia a trapelare la strategia con quale il sindaco intende uscire da questa delicatissima fase di impasse. Concina l'ha illustrata lunedì pomeriggio ai capigruppo di centrosinistra di fronte ai quali tornerà stasera per dare contenuti alla lista dei cinque punti di programma che, nelle intenzioni, devono rappresentare la base per dare il via ad una fase nuova del suo mandato. Una tappa importante dunque quella di stasera, se non decisiva, per capire quanta vita resta ancora alla boccheggiante amministrazione cittadina. Il centrodestra è spaccato soprattutto tra partiti e componente di giunta. Il centrosinistra, dal canto suo, potrebbe decidere di dare ancora ossigeno a Concina di fronte a punti condivisibili e a patto, evidentemente, di cambiare la squadra di governo. Operazione per la quale ci sarebbe già l'apertura dello stesso sindaco. Insomma, la "cura Barberani" potrebbe funzionare. Anche perché nonostante nelle ultime ore sia sempre più folto il "tifo" per il commissario di governo, il commissariamento a quanto pare continua a restare un'ipotesi da sventare. Il Pd, sfilacciato come sempre, si prepara ai congressi in prima battuta e alle elezioni amministrative in seconda. Ma per queste ultime, nonostante i nomi insistenti messi in circolazione, è ancora ben lontano dall'essere pronto. Insomma, elezioni non prima della primavera del prossimo anno. Ma per far questo c'è bisogno di un accordo, accordo per altro da trovare in fretta e furia e al contempo senza soluzioni ad ogni costo che potrebbero danneggiare la città. L'interrogativo più grosso e, per certi versi inquietante, è quello che incombe sulla caserma. Rimasta a marcire per più di dieci anni, rischia adesso di essere venduta o svenduta (sempre che ci si riesca), come misura salva bilancio. E per fare cosa? Il dibattito fin qui è stato praticamente assente e restano dunque vincolanti le destinazioni già stabilite, salvo riaprire le pratiche e portarle di nuovo in consiglio comunale. C'è tempo per fare tutto ciò? E nel merito, chi è d'accordo? Il Pd ha già rimproverato al sindaco di aver cassato con fretta "sospetta" le offerte per la concessione. Insomma, il confronto non sarà semplice. Adesso c'è attesa per capire quali saranno le proposte del sindaco e con chi queste proposte potranno essere condivise. Diversamente si apre la strada al commissario, non per dissesto ma per impossibilità a redigere il bilancio, almeno in questa fase. Intanto, le riunioni politiche in città, tra quelle ufficiali e quelle ufficiose, si accavallano in maniera concitata. Il sindaco Toni Concina è ormai in silenzio stampa dalla scorsa settimana, dopo la proposta choc avanzata dall'assessore alla Cultura, urbanistica, Agricoltura e Sviluppo economico Antonio Barberani e dopo il flop sui pracheggi. Sembra abbia avuto effetto anche l'invito a fare altrettanto che il primo cittadino ha rivolto a tutti i rappresentanti di maggioranza-minoranza e opposizione.

Pubblicato il: 06/10/2010

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