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Sette consiglieri comunali chiedono un atto di indirizzo per l'adeguamento del Piano regolatore generale all'esigenza di tutelare i calanchi e delimitare l'area da destinare a impianti d'avanguardia per il trattamento dei rifiuti

La mozione, proponente Pier Luigi Leoni, è stata sottoscritta, in modo trasversale fra i gruppi consiliari, da sette consiglieri...

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Questa mattina, il consigliere Pier Luigi Leoni (PdL) ha depositato la domanda di convocazione entro venti giorni del Consiglio comunale per la discussione della mozione sull'adeguamento del piano regolatore all'esigenza di tutelare i calanchi e delimitare l'area da destinare a impianti d'avanguardia per il trattamento dei rifiuti. La domanda è stata sottoscritta in modo trasversale fra i gruppi consiliari, da sette consiglieri; oltre a Leoni (primo firmatario): Oriano Ricci (PD), Evasio Gialletti (PSI), Giuseppe Germani (PD), Luciano Cencioni (PdL), Gianluca Luciani (PdL) e Carlo Tonelli (PDCI).

"La mozione, redatta con la collaborazione del Centro Orvietano di Vita Politica Senatore Romolo Tiberi - dice Pier Luigi Leoni - ha lo scopo di favorire una svolta nella politica della tutela dell'ambiente e dello smaltimento dei rifiuti, incidendo anche sul piano regionale dei rifiuti in corso di definizione.

Nella mozione presentata, si chiede che il Consiglio dia incarico alla Giunta comunale di: impartire le opportune direttive per l'avvio del procedimento - previo accordo col Comune di Ficulle - per la variante del Piano Regolatore Generale / Parte Strutturale finalizzata ad un parco intercomunale dei calanchi, conforme ai criteri indicati nella premessa ed altri che i due Comuni interessati dovessero concordare, nonché alla ridefinizione della zona destinata a impianti d'avanguardia per lo smaltimento dei rifiuti. E di sviluppare le iniziative più idonee a raggiungere l'obiettivo di un sistema organico di gestione dei rifiuti, nell'ambito territoriale definito dal piano regionale, con le caratteristiche indicate nelle suesposte premesse e considerazioni.

La proposta dei firmatari scaturisce dalle considerazioni secondo cui:

- parte della formazione calanchiva che prospetta, senza soluzione di continuità, sulla Valle del Paglia, nei territori di Orvieto e di Ficulle, è destinata dal Piano Regolatore Generale, fin dal 1995, ad attrezzature territoriali, con normativa atta a insediarvi una discarica e altri impianti per il trattamento dei rifiuti e che tale zona è stata ampliata nel 2004 fino a includervi tutto il cosiddetto terzo calanco;

- il sito di Le Crete che lì insiste è in via di esaurimento e il proprietario ha presentato un progetto per il suo potenziamento e l'estensione appunto anche al terzo calanco;

- l'area in questione è inclusa nel piano regionale come idonea per il sistema integrato d'ambito di gestione dei rifiuti;

- la suddetta formazione calanchiva rappresenta un fenomeno molto suggestivo dal punto di vista paesaggistico e interessante da quello naturalistico, per cui, come accade da tempo in varie parti d'Italia, sarebbe opportuno e utile da molti punti di vista valorizzarla nel senso della tutela ambientale e della promozione turistica;

- la presa di coscienza del valore paesaggistico dei calanchi e del progressivo superamento delle discariche come principale metodo di smaltimento dei rifiuti (conseguenza di una evoluta sensibilità ambientale, del progredire della tecnica e dell'evoluzione del soluzioni organizzative) rende opportuna una iniziativa idonea, non solo a impedire l'ampliamento dell'area calanchiva occupata con la discarica, ma a valorizzare tutti i calanchi con interventi di normazione e di azione per la ripresa della vegetazione spontanea, per il contenimento delle lavorazioni agrarie, per la creazione di una rete di sentieri e per altri interventi necessari alla fruizione turistico-culturale;

- la possibilità di spostare il sito per la lavorazione industriale dei rifiuti in area vicina ed idonea esiste;

- l'impianto industriale ivi attivo da anni rappresenta una risorsa che va utilizzata e valorizzata a beneficio della collettività;

- la comunità orvietana non intende sottrarsi ai doveri di gestione del ciclo dei rifiuti che le derivano dall'essere parte integrante della regione e della provincia di appartenenza;

- ma nel contempo, attraverso gli organi di governo comunale, intende esercitare il suo diritto-dovere ad indicare le condizioni e le soluzioni strategicamente più idonee ad affermare nelle forme istituzionalmente più corrette e trasparenti gli interessi generali del territorio, inteso questo come bene da tutelare nel presente e nella prospettiva di un futuro sostenibile;

- pertanto va perseguito l'obiettivo di un sistema di raccolta e di smaltimento dei rifiuti che:

- si avvalga delle più moderne acquisizioni scientifiche e tecnologiche;

- si caratterizzi per il massimo grado di sicurezza e di tutela della salute, nonché per la cura delle soluzioni limitanti l'impatto ambientale;

- preveda alla sua base una raccolta differenziata spinta che consenta di sviluppare al massimo grado la lavorazione dei rifiuti fino al livello zero dell'immissione in discarica;

- preveda parimenti che il trattamento dei rifiuti sia riferito alle quantità prodotte in un ambito adeguato ma ben definito;

- preveda infine, avvalendosi delle esperienze più avanzate, italiane ed internazionali, che sia sviluppata un'adeguata attività di ricerca e di sperimentazione finalizzata a minimizzare il ricorso alla combustione e al seppellimento;

- consenta di ottenere il massimo vantaggio possibile in termini di costi di smaltimento a carico dei cittadini e in termini di possibilità occupazionali;

- sia concepito e realizzato senza neanche l'idea che il ruolo di Orvieto, all'interno dell'ATI, possa essere subordinato a quello di altri territori.

Pubblicato il: 04/10/2010

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