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Gli agostiniani di padre Giovanni Scanavino

Il nuovo vescovo di Orvieto è un personaggio importante, di solida formazione teologica e culturale. Con lui gli agostiniani tornano ad Orvieto. Chi è Agostino e chi sono gli agostiniani. Un ordine più concentrato sulla 'Città celeste' che sulla 'Città terrena'

Società

Orvieto ha un nuovo vescovo, Giovanni Scanavino, già a capo della Provincia agostiniana d'Italia. Sul numero 49 di Adista notizie (28 giugno 2003 - http://www.adista.it/numeri/adista03/adi49/adi49-2.html - Scanavino viene indicato quale amico del Cardinale Angelo Sodano. Quest'ultimo avrebbe voluto assegnargli la sede episcopale di Tivoli, ma, evidentemente, la questione ha preso una piega diversa a causa di un precedente prenotazione di un "protetto" del Cardinale Camillo Ruini.Come siano andate le cose, considerata la consueta riservatezza con cui in Vaticano trattano gli"affari interni", non è facile saperlo. Resta il fatto che il prossimo presule della diocesi Orvieto-Todi è un personaggio importante e con una solidissima formazione teologica e culturale. Con la sua nomina, l'ordine fondato da Sant'Agostino torna ad Orvieto.

Chi era Sant'Agostino - Agostino nacque a Tagaste, nell'odierna Algeria nel 354. Un africano, dunque (la terra natale del santo, visti i tempi, non deve essere dimenticata). Sino alla soglia dei trent'anni vive un'esistenza inquieta, "scellerata", corrosa da passioni contraddittorie (ambizioni terrene e spirituali, attrazione per i piaceri carnali e desideri ascetici). A diciassette anni diventa padre dell'amatissimo Adeodato e con sua madre, una ragazza il cui nome è rimasto ignoto, convive "more uxorio" sino alla partenza per Roma. Nel 387 viene battezzato a Milano da Sant'Ambrogio. Ritorna in Africa e, dopo tre anni di vita ritirata, diventa prima sacerdote (391) e poi vescovo di Tagaste (395). Retore di formazione, si dedicò alla filosofia dopo la lettura dell'Ortensio di Cicerone. Fu influenzato dagli scritti di Platone e dalle "Enneadi" di Plotino,

Sant'Agostino è un Padre della Chiesa e uno dei più grandi pensatori dell'Occidente.

Chi sono gli agostiniani? - I frati agostiniani discendono dagli eremiti dell'Africa settentrionale che adottarono la regola di Sant'Agostino. Nel V sec. d.C, dopo l'invasione dei Vandali, alcuni gruppi si rifugiarono in Italia fondando nuove comunità indipendenti. Nel 1244 Papa Innocenzo IV le incorporò in un ordine. Nel 1256 in pontefice Alessandro V prescrisse loro la vita attiva: la famiglia degli agostiniani, ormai riunita, divenne uno dei più grandi ordini mendicanti del Medioevo.

Nei secoli passati, gli agostiniani sono stati particolarmente attivi nel campo culturale e artistico, lasciando spazio ai talenti di teologi, filosofi, scienziati, pittori e musicisti. Tra questo numeroso gruppo, vanno menzionati Gregor Mendel (il fondatore della genetica), Martin Lutero, Gerolamo Seriprando (teologo) e, per un certo periodo, anche Erasmo da Rotterdam (umanista, scrittore e teologo). Anche oggi, la dedizione allo studio e alla ricerca rappresenta il carattere specifico che li differenzia dagli altri ordini religiosi.

Orvieto e gli agostiniani - Il rapporto tra la città della rupe e gli agostiniani è molto antico. Nel 1264 Ancherio Cardinale, nipote di Urbano IV, fece demolire la chiesa di Santa Lucia e al suo posto pose la prima pietra della chiesa di Sant'Agostino. Tuttavia, un convento di agostiniani doveva esistere, nei dintorni del centro abitato, già prima del 1255.

Ugolino da Orvieto: il fondatore della facoltà di teologia di Bologna- Orvieto ha dato i natali all' agostiniano Ugolino Malabranca da Orvieto (Hugolinus de Urbe Veteri o Hugolinus Urbevetanus), nato nel 1300 e morto nel 1378. Teologo e filosofo, il frate ebbe l'incarico di redigere lo statuto della facoltà di teologia dell'Università di Bologna e di fissare il suo indirizzo scientifico. Per la sua dottissima sapienza, venne definito "doctor acutissimi ingenii"; ricoprì gli incarichi di Vescovo di Rimini e Patriarca di Costantinopoli.

Il nuovo vescovo e i rapporti con la politica - Come si configurerà, dopo questa nomina, il rapporto tra potere spirituale e temporale? A tal proposito, sarebbe vano interrogare il futuro (e Sant'Agostino non approverebbe, considerando i suoi anatemi intellettuali scagliati contro aruspici e astrologi). Per chi volesse comunque farsi un'idea circa le dottrine che potrebbero ispirare la condotta del presule, può essere sufficiente la lettura del "De civitate Dei" del santo di Tagaste, una delle più poderose opere di teologia mai scritte. In ogni caso, gli Agostiniani tendono a concentrarsi più sulla "Città celeste" che sulla "Città Terrena", più sulle cose dello spirito che sulle transeunti apparenze materiali.

Pubblicato il: 10/11/2003

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