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Tutti insieme o tutti a casa

di Dante Freddi Il PD o si assume la straordinaria responsabilità di amministrare insieme a Còncina, se lui fosse disponibile, e di pagare direttamente le conseguenze delle scelte impopolari che si dovranno compiere o non potrà che  porsi all'opposizione, quindi commissario e nuove elezioni

foto di copertina

L'annunciata cordata di figli di imprenditori orvietani non ha partecipato al bando per la gestione dei parcheggi cittadini, né l'Atc, quella oborrita dal centrodestra nostrano, che ne auspicava la cacciata dalla rupe.
L'amarezza espressa dal sindaco per il vuoto che si è creato è comprensibile, come lo è stata la gioia che ha espresso alcuni giorni fa, quando ha annunciato che finalmente c'erano imprenditori orvietani che avrebbero partecipato alla conquista dei parcheggi cittadini. Quindi, finalmente, basta compagni e viva il libero mercato e l'intrapresa.

Anche i giovani figli, come i padri, sanno però che qualsiasi attività che si relaziona  alla politica ha bisogno di referenti affidabili, che sappiano contribuire a costruire insieme le condizioni perché l'attività funzioni senza troppi inciampi e possa crescere.
Evidentemente, pure se l'affare c'è,"i giovani" non confidano che nei prossimi 15 anni ci possano essere amministratori in grado di far pagare i parcheggi ad orvietani e turisti, di  far vivere il centro storico e riempirlo di gente che deve parcheggiare l'auto, di sostenerli nel progetto imprenditoriale.
Il  sindaco di Orvieto stigmatizza le "continue esternazioni critiche e distruttive verso ogni iniziativa presa a difesa e nell'interesse della città. Se mi metto nei panni di qualunque imprenditore- contiuna- faccio fatica a capire per quale motivo dovrei investire in una città dove lo sport principale è quello di denigrare e ostacolare in tutte le occasioni e con tutti i mezzi disponibili ogni progetto di risanamento della finanza comunale".
Còncina se la prende con qualcuno che remerebbe contro ed avrebbe tanto potere da convincere giovani rampanti a rinunciare all'affare. Ammette di aver compiuto errori di comunicazione, ma continua a farne prendendosela con fantasmi  e nascondendosi  il vero problema: la diffusa mancanza di speranza verso la possibilità di sviluppo della città. Qui non è questione di buchi di bilancio o debiti pregressi e in progressione, ma della fiducia nella capacità degli orvietani di immaginarsi un ruolo  da qui ai prossimi anni. 

La Giunta ha dimostrato di essere una compagine incapace  composta da persone capaci, che vivacchia in un contesto politico melmoso.  Amministrare è difficile, in condizioni complicate è faticoso e di scarsa soddisfazione, non sapendolo fare è anche dannoso per tutti. 
Il caso del casello Orvieto nord è emblematico: lo vuole destra e sinistra, tutti dicono che ci sono i soldi ma non si muove nulla. Manca un input ed Orvieto, che è il più interessato all'opera, non sa o non può lanciarlo.
Piave ed ex ospedale,  rifiuti , assetto del centro storico e turismo, viabilità ed economia, ruolo della città nel territorio ed in Umbria sono temi che possono essere affrontati in queste condizioni?
Ci vuole un pensiero su cui almeno poter discutere e dissentire, il nulla è sconfortante.

Fino ad ora il PD ha lasciato correre, non è preparato a scontri, ma ormai o si assume la straordinaria responsabilità di amministrare insieme a Còncina, se lui fosse disponibile, e di pagare direttamente le conseguenze delle scelte impopolari che si dovranno compiere o non potrà che  porsi all'opposizione, quindi commissario e nuove elezioni.

Toni Còncina è stato per la città una speranza, ma forse ha vinto le elezioni con la gente sbagliata. Tutte brave persone nella propria attività, in famiglia e nel partito, ma poca capacità amministrativa, poche idee e poca visione, al di là del Patto con Roma e con Porano.

San Pietro Parenzo guardaci con misericordia ed ispira quanti operano con carità.

Pubblicato il: 01/10/2010

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