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Libero Guido Peparaio

Dopo diciotto mesi di domiciliari. E' l'impiegato della Cassazione coinvolto nell'inchiesta Hiram per la quale è già stato condannato un altro orvietano, Rodolfo Grancini

ORVIETO - Dopo diciotto mesi di domiciliari da questa settimana, Guido Peparaio, l'impiegato della Cassazione coinvolto nell'inchiesta Hiram per la quale è già stato condannato un altro orvietano, Rodolfo Grancini, è di nuovo libero, libero di uscire dalla sua casa di Ficulle. Il presidente della Terza Sezione Penale del Tribunale di Palermo, Raimondo Loforti ha accolto l'istanza presentata dal collegio difensivo del cinquantasettenne alla quale, il pm Guido Guidi si era opposto in una delle ultime udienze, quella celebrata lo scorso 24 settembre. Peparaio, sul quale pende l'accusa di corruzione reiterata in atti giudiziari e concorso esterno in associazione mafiosa, ha adesso soltanto l'obbligo di firma presso la stazione dei carabinieri di Ficulle. Nella stessa udienza del 24 settembre il tribunale ha però respinto la richiesta di rito abbreviato presentato dai difensori di Peparaio (il collegio è composto dagli avvocati Manlio Morcella, Bruno Poggio e Manfredi Scibilia) che verrà giudicato con rito ordinario. La richiesta era stata avanzata dai giudici a seguito dell'iscrizione sul registro degli indagati di un altro impiegato della Cassazione, Vincenzo Indelicato avvenuta a seguito delle dichiarazioni rese tra giugno e luglio 2009 da Grancini. Ieri mattina una nuova udienza del processo durante la quale, in video conferenza Roma - Palermo, è stata ascoltata un'altra impiegata della Suprema Corte che non avrebbe riferito sostanzialmente nulla di nuovo sui fatti in questione. Al termine, il procedimento è stato aggiornato al prossimo 5 ottobre per le requisitorie del pm. L'inchiesta Hiram (2008) ha svelato un intricato sistema di collegamento tra mafia e massoneria finalizzato a ritardare i processi o i provvedimenti della Suprema Corte. Centro nevralgico di questo meccanismo sarebbe stato il faccendiere orvietano Rodolfo Grancini, condannato a sei anni e mezzo di carcere, che avrebbe fatto da tramite tra Cosa Nostra e la Cassazione dove impiegati compiacenti avrebbero "fatto dormire nei cassetti" atti scottanti, ritardando così processi e notifiche di provvedimenti. Entro il mese di ottobre è prevista ormai la fine del processo.

Pubblicato il: 01/10/2010

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